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Sono ben oltre 1.000 i partecipanti della prima ora al convegno Testimoni digitali. Volti e linguaggi nellera cross mediale, che si terrà a Roma, dal 22 al 24 aprile, per iniziativa della Cei. A rivelare il dato è mons. Domenico Pompili, direttore dellUfficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, intervenuto questa mattina al convegno Fisc in corso a Piacenza su Fare lEuropa. Le radici e il futuro. Riflettendo sul futuro dellinformazione tra carta e digitale, mons. Pompili ha sottolineato la necessità di integrare lonline con loffline, insomma cliccare e sfogliare, riconciliando virtuale e reale. Per il direttore dellUfficio Cei, occorre mettere insieme e non contrapporre carta e digitale. Sta qui la più radicale delle sfide educative, oltre che la più evidente trasformazione che ci attende appena dietro langolo. Č questo e non altro, ha aggiunto, il senso del prossimo appuntamento che si svolgerà ad aprile, evento per il quale siamo rimasti spiazzati dalla partecipazione ai primi due giorni, tanto da dover spostare la sede dall‘Hotel Midas all‘Hotel Summit (fortunatamente appena a poche centinaia di metri di distanza).La grande partecipazione a Testimoni digitali, ha notato mons. Pompili, è riprova del fatto che quando si toccano le ‘corde giuste o, forse, i ‘nervi scoperti cè unimmediata risposta. Per questa ragione, ci stiamo ora concentrando sullultimo giorno e cioè sullincontro con Benedetto XVI, che diventerà una sorta di mandato ad abitare quello che lui stesso chiama il ‘continente digitale. Spesso ci si lamenta e non a torto, anche se a mezza bocca, del fatto che la comunicazione rappresenti ancora la ‘Cenerentola della vita ecclesiale, almeno nella coscienza media diffusa. Al riguardo, ha detto il direttore dellUfficio Cei, il 24 aprile abbiamo una grande opportunità non solo per dire grazie a tanti nostri collaboratori, ma per far emergere dalle nebbie un popolo, quello della comunicazione e della cultura, che non vuol vivere in rimessa il cambio dei nostri tempi, ma vuole interpretarlo, facendo leva anzitutto sui volti prima ancora che sui linguaggi. Per questo, ha concluso, il 24 aprile non è opzionale esserci, ma un impegno preciso. Per passare dal semplice ‘fare rete al più profondo ‘essere rete, per delineare con unesperienza fresca e sicuramente rigenerante il passaggio dal virtuale al reale, dalla connessione alla relazione. |
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Ultimo aggiornamento di questa pagina: 19-MAR-10
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