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E‘ intervenuto anche mons. Pompili venerdì mattina nella Sala degli Arazzi del Collegio Alberoni di Piacenza al convegno nazionale della Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici dedicato a "Fare l‘Europa. Le radici e il futuro", dopo che ad aprire i lavori della seconda giornata era stato mons. Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza-Bobbio e delegato della Cei alla Comece (Commissione degli episcopati della Comunità europea). Anche se è vero che la nostra generazione patisce la cosiddetta rottura della memoria, ha detto il Direttore dell‘Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali, cioè lincapacità di ricevere quelleredità di fede e di cultura che per secoli ha contrassegnato la nostra gente, a me pare che questo sia solo un aspetto della crisi dellEuropa di oggi. Infatti, ha aggiunto mons. Pompili, cè unaltra dimensione collaterale che merita di essere rimarcata e cioè la rottura dellimmaginazione, cioè lincapacità di spingersi oltre il presente e di immaginare il futuro che è dietro langolo. Il convegno nazionale della FISC, in programma dal 18 al 20 marzo tra Piacenza (prime due giornate) e Bobbio (ultima), sedi scelte anche per celebrare i 100 anni del settimanale "Il nuovo giornale" della diocesi di Piacenza-Bobbio, è stato realizzato in collaborazione con l‘agenzia di informazione Sir. Alla terza giornata, dedicata alla figura di San Colombano, hanno collaborato invece il comune e il Lions Club di Bobbio, il settimanale cattolico "La Trebbia" e l‘Associazione Amici di San Colombano. "Per molti oggi lEuropa è solo unistituzione lontana", spiega don Davide Maloberti, direttore de "Il nuovo giornale". "In realtà è lorizzonte in cui si muoverà sempre più lItalia nel futuro. Le elezioni europee del 2009 non hanno però visto nel nostro Paese un vero confronto tra i diversi programmi, ma solo una competizione interna. A governare lEuropa non serve un popolo di burocrati; soffocherebbero il destino delle nazioni sotto il peso di leggi che vengono dallalto. Occorre che i popoli ritrovino se stessi riscoprendo le proprie radici, ma non per rifugiarsi nel passato. La strada è chiara: guardare al futuro, in una laicità che non sia antireligiosa, ma che faccia leva sui pilastri fondamentali: la pace, la vita e la famiglia. Senza fede, lEuropa muore: è questo il grido appassionato di chi ama la propria terra. Ed anche di giornalisti che si interrogano sulla bellezza del proprio lavoro, chiamati ogni giorno a costruire e non a distruggere. La nostra scelta è questa: fare lEuropa." |
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Ultimo aggiornamento di questa pagina: 19-MAR-10
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