UNESU - Ufficio Nazionale per l'educazione, la scuola e l'universita'
Presentazione di don Viviani
Convegno Nazionale di pastorale della scuola


Un contadino sta rincasando, dopo il lavoro giornaliero nei campi. La moglie lo attende appena fuori di casa, oltre il cancelletto dell’orto, per mostrare la grande novità: la loro bambina inizia a camminare. La sorpresa del marito è resa magistralmente: abbandona la carriola, va poco oltre, getta disordinatamente il badile sulla verdura germogliata, si accuccia cercando il contatto visivo con la figlia e spalanca le braccia. La sua intenzione è chiara: mostrare alla bimba tutto il suo affetto e incitarla a lasciarsi andare per muovere i primi passi.
I colori chiari scelti dal pittore sottolineano la serenità che pervade il momento decisivo di crescita e di autonomia della bambina, la grande confidenza della piccola che sta per lasciare la presa sicura della mamma, ma anche la felicità dei genitori.
“Primi passi”(1890) è una scena semplice e familiare, piena di gioia e di vita, descritta con grande perizia da Vincent Van Gogh. La scena ci fa tornare alla mente esperienze analoghe, alle quali abbiamo assistito da bambini a casa nostra, o da adulti a casa di amici.
Ad ispirare l’artista probabilmente non è stata solo la sua esperienza o il suo desiderio di paternità. Non sembra fuori luogo ipotizzare pure un’ispirazione biblica. Van Gogh nella sua giovinezza desiderava diventare un Pastore, un predicatore della Parola di Dio. La Bibbia è un libro che lo ha sempre affascinato e che lui ha molto studiato. La stessa Bibbia ha ispirato alcune sue bellissime opere come “Seminatore al tramonto” (1888); e “Il buon samaritano” (1890).
Nel libro di Osea, Dio afferma: «Ad Efraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano» (Os 11,1.3). L’espressione suggerisce l’attenzione particolare che Dio ha avuto accompagnando i primi passi del suo popolo. Questa attenzione di Dio trova un’eco pittorica nella tela di Van Gogh: la madre sostiene la bambina incitandola a camminare e il papà è pronto ad abbracciarla. Si viene così a creare uno spazio affettivo ideale dentro il quale la piccola decide di lasciarsi andare .
Nello stesso testo profetico si legge poco più avanti «Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore, ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare» (Os 11, 4). Il profeta descrive due atteggiamenti di Dio che corrispondono ad altrettante immagini familiari, semplici e, al contempo, cariche di significato: “sollevare un bambino verso la guancia”, quindi verso il viso del papà e della mamma; e “chinarsi per dare da mangiare”.
Nella tela possiamo riscontare (e immaginare) nella figura del padre questi due movimenti del chinarsi e del sollevare. Egli è già chinato, per incrociare meglio lo sguardo della figlia e per accoglierla. Successivamente - lo possiamo prevedere - la solleverà in alto, come per mostrare il trofeo più bello della sua vita.
Credo si possa sostenere che questi atteggiamenti esprimono pure dei movimenti fondamentali dell’azione educativa: “piegarsi” a livello dei bambini e dei ragazzi, per incrociare i loro sguardi e per sostenerli, creando degli spazi educativi che favoriscano la loro crescita; “sollevare” quanti stanno muovendo i primi passi nel cammino della vita e i passi successivi, offrendo per loro e con loro percorsi seri e qualificati, senza far mancare “legami di bontà”, indispensabili per crescere e per camminare poi autonomamente con le proprie gambe.
Non sono soltanto i genitori ad essere chiamati a creare uno spazio affettivo attorno ai figli. Anche gli educatori hanno un compito analogo, quello di offrire a quanti stanno crescendo le migliori condizioni perché possano camminare serenamente, con un serio e affascinante progetto di vita. Genitori ed educatori non sono chiamati a far nascere attorno ai più piccoli un mondo finto, artificiale, senza fatiche o senza ostacoli (si noti nel quadro il terreno non certo piano sul quale la bambina muove i suoi primi incerti passi), ma devono “esserci”, stare accanto a loro, per aiutarli ad interpretare i fatti della vita, a comprendere quello che accade, a muoversi fiduciosi nel mondo e nella cultura di oggi.
Il tema del Convegno “La pastorale della scuola di fronte all’istanza educativa” può, in questa prospettiva, precisare e al contempo qualificare ulteriormente il nostro impegno nella Chiesa e nella scuola, per creare spazi affettivi e culturali di crescita, grazie alla nostra passione per l’educazione delle giovani generazioni.
Ricordo brevemente gli elementi su cui intende far leva il Convegno.
1) La prospettiva multidisciplinare. Il tema del Convegno sarà affrontato da diverse angolature: biblica, ecclesiale, pastorale e giuridica, in una prospettiva multidisciplinare.
Il prof. Ernesto Diaco, Vice responsabile del Servizio Nazionale per il progetto culturale, ci darà alcune indicazioni di contenuto e di metodo sugli “Orientamenti pastorali” dell’Episcopato italiano per il decennio appena iniziato. Tali “Orientamenti”, come tutti sapete, sono in fase di elaborazione e saranno consegnati alla Chiesa italiana dall’Episcopato tra qualche mese. Il Prof. Don Riccardo Tonelli, dell’Università Pontificia Salesiana, affronterà il tema “La sfida educativa interpella la pastorale”. Il Prof. Don Cesare Bissoli illustrerà la figura di “Gesù educatore”. Il prof. Sergio Govi, Dirigente del Ministero della Pubblica Istruzione, ci presenterà “Lo status quaestionis del sistema scolastico in Italia”. I relatori ci permetteranno, pure nei momenti di dibattito, di avere una visione più articolata e globale del tema scelto.
2) La passione educativa vostra e della Chiesa. Tutti voi partecipate a questo Convegno non solo a titolo personale. Siete espressione di una Chiesa particolare, di una realtà pastorale, di un’associazione, di un movimento. Siete portavoce di una Chiesa che si interroga sulle modalità più opportune per educare in ogni ambito, ma soprattutto nell’ambito scolastico, oggi tanto difficile quanto strategico. Nel Convegno verranno dedicati degli spazi, spero non risicati, per valorizzare le vostre esperienze e le vostre competenze progressivamente acquisite nell’ambito della pastorale della scuola.
3) Le esperienze di pastorale della scuola. Abbiamo chiesto a tre responsabili regionali (Don Edmondo Lanciarotta, Don Filippo Morlacchi e Don Giuseppe Lombardo) di fare una sintesi ragionata di alcune esperienze di pastorale nella scuola presenti nel Nord, nel Centro e nel Sud dell’Italia. Le loro riflessioni ci permetteranno non solo di conoscere più approfonditamente alcune tra le numerose esperienze presenti e di valorizzarle, ma anche di valutarle in base a criteri kairologici, individuandone gli aspetti più promettenti, per ricavarne degli elementi utili per una rinnovata proposta formativa nelle nostre realtà locali.
4) La vicinanza e la parola dei Vescovi. S.E. Mons. Michele Pennisi, Segretario della Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università, rivolgerà tra poco un saluto introduttivo. S.E. Mons. Mariano Crociata, Segretario Generale della CEI, presiederà la Celebrazione Eucaristica del tardo pomeriggio di oggi. S.E. Mons. Lino Fumagalli, membro della Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università, presiederà la Messa del tardo pomeriggio di domani. La loro presenza esprimerà pure la grande vicinanza di tutti i Vescovi della Chiesa italiana (e, in special modo, dei Vescovi della Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università) al mondo della scuola e dell’educazione e la loro speciale attenzione a voi, che quotidianamente operate nel mondo della scuola, spesso in situazioni disagiate o difficili.
Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno contribuito all’organizzazione di questo convegno. Un grazie a don Teresio, a Serena, a Raffaella che il mese scorso ha concluso il suo servizio presso l’Ufficio Scuola dopo ben 23 anni. Un grazie ad Antonella, da pochi giorni segretaria, a Rosanna dell’Ufficio Convegni della Cei.
Rivolgo un grazie particolare a Mons. Bruno Stenco che, concluso il suo servizio all’Ufficio Scuola, è rientrato nella sua Diocesi di Vicenza, come parroco di Schio. A lui va il mio personale grazie per avermi aiutato a muovere i primissimi passi nell’Ufficio, dove spero di svolgere al meglio, grazie anche al vostro sostegno e al vostro aiuto, il mio lavoro per il bene della Chiesa e della scuola.
Mi attendo dal Convegno un lusinghiero risultato educativo. Mi auguro che, dopo aver dato il meglio di voi stessi in queste giornate di riflessione, di approfondimento, di preghiera e di interazioni qualificate, possiate tornate nelle vostre diocesi con una rinnovata passione per il mondo della scuola, ancora più motivati a “far muovere i primi passi” alle giovani generazioni, educandole nel nome e nello stile di Gesù.


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 24-FEB-10
 

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