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Lo sguardo capace di poesia    versione testuale
Le incisioni di Teodoro Cotugno









Sguardo limpido, «discrezione e garbo, che sono qualità innate della sua personalità», come ebbe ad osservare il critico d'arte Tino Gipponi: solo così è possibile avvicinare la realtà, in punta di piedi, senza rumore e ascoltare la natura e le cose; e infine comunicare la loro poesia. Questo racconta con le sue opere Teodoro Cotugno, classe 1943, nato a Desio ma vissuto sin dall'infanzia nel Lodigiano, pittore e incisore en plein air.

Recente la decisione di donare alla Diocesi di Lodi il corpus delle sue incisioni - fogli sciolti e libri illustrati d'autore - insieme con monografie d'arte, periodici e cataloghi delle mostre personali. In attesa che la preziosa eredità - il lavoro di una vita, che auguriamo ancora lunga, ispirata e feconda - trovi collocazione adeguata nell'erigendo museo diocesano, la Biblioteca del Seminario vescovile di Lodi ha avviato l'inventariazione dei materiali e la catalogazione delle incisioni, realizzate con le tecniche all'acquaforte, all'acquatinta e alla maniera nera.

Domina la veduta, il paesaggio immerso nella luce del giorno o in quella lunare della notte: i tetti, le piazze, le chiese di Lodi città accanto alla natura della campagna lodigiana, popolata di cascine dolcemente calate nella vastità dei campi.

Ma c'è di più. Grazie alla collaborazione tra la Biblioteca del Seminario vescovile di Lodi, l'Università Cattolica del Sacro Cuore e l'Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto, un tirocinio curricolare ha consentito a una giovane universitaria di avvicinare un'artista, i contenuti, le tecniche e i prodotti della sua creatività, sperimentando nel concreto come la catalogazione dia voce a un bene culturale, ne esprima il valore, lo renda condivisibile con la comunità.

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