Un evento virtuale organizzato dall'Ufficio Beni Culturali e dal Museo Diocesano di Agrigento. In occasione della ostensione della Sindone a Torino per la speciale preghiera per la pandemia anche nella Cattedrale di Agrigento sarà fatta l'ostensione del telo sindonico, reliquia del santo sepolcro portata da mons. Rhini vescovo di Agrigento e già Custode di Terra Santa. La Sindone sarà collocata nel Battistero della Basilica luogo della nascita alla fede da domenica 19 aprile (domenica della Misericordia).
"Sarà un'occasione – dice don Giuseppe Pontillo, parroco della Cattedrale e direttore del MUDIA – per fare memoria della Risurrezione e un invito alla preghiera per il superamento della pandemia."
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Iscrizione: VENUS
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Si deve al vescovo agrigentino Francesco Maria Rhini la
riproduzione secentesca del telo che la tradizione considera quello in cui fu
avvolto il cadavere di Gesù: la santa Sindone conservata a Torino. Diversificandosi dalle
copie fedeli all'originale, il Telo agrigentino si presenta alla pubblica
venerazione quale "reliquie da contatto", ove, il suo vero pregio è trascritto
sul manufatto stesso "la bellezza di questa rappresentazione
risiede nell'essere rimasta a giacere per sei anni presso il Santo Sepolcro e
dunque due volte venerabile". La realizzazione della
copia integrale del sacro Lino era strettamente connessa alla percezione della
fisicità della figura impressa sul Lenzuolo, rendendo la dimensione effettiva
dell'immagine sinodica. A rinforzo del ruolo e significato proposto, spesso
tali copie venivano poste a contatto con l'originale o con i luoghi Santi,
trasformando l'oggetto in un venerabile "brandeum".
Non conosciamo le modalità
di fattura del manufatto agrigentino, l'opera si lega con certezza a Francesco Maria Rhini
(1676-1696), vescovo
agrigentino che "brillò per sublimità di
dottrina, per acume d'ingegno e per multiforme copia di scienze". Il Rhini, appartenente alla famiglia dei Regolari
Osservanti, il 1 giugno 1664, fu eletto Guardiano del sacro Monte Sion e
Custode di tutta la Terra Santa è successivamente nominato dal papa Alessandro
VII commissario apostolico per tutto l'Oriente. Fu grande il suo operato in
Oriente tanto che, nella qualità di Commissario apostolico, si reca a
Costantinopoli e ottiene dal sultano la revoca dell'assegnazione esclusiva
della cura del S. Sepolcro al clero ortodosso. Come custode di Terra Santa, nel
Capitolo generale celebrato a Valladolid il 24 giugno 1670 viene eletto
Ministro generale di tutto l'ordine dei Frati Minori. In occasione di questo
suo viaggio, la copia secentesca rimarrà a giacere in Terra Santa per sei anni,
verosimilmente dal 1664 al 1672.
Nel 1674, su proposta di Carlo II re di Spagna,
Clemente X lo eleggeva vescovo di Siracusa, e dopo due anni nel 1676 Innocenzo
XI gli affida la diocesi di Agrigento.