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venerdì 29 Marzo 2024

Messa del Giorno

VENERDÌ SANTO «PASSIONE DEL SIGNORE»

Colore Liturgico rosso
Grandezza Testo A A A

VENERDÌ SANTO «PASSIONE DEL SIGNORE»

1. In questo giorno e nel seguente, la Chiesa, per antichissima tradizione, non celebra nessun sacramento, a eccezione della Penitenza e dell’Unzione degli infermi.

2. Oggi la santa comunione si distribuisce ai fedeli solo durante la celebrazione della Passione del Signore; ai malati, che non possono partecipare a questa celebrazione, si può portare a qualunque ora del giorno.

3. L’altare sia interamente spoglio: senza croce, senza candelieri e senza tovaglie. 

CELEBRAZIONE DELLA PASSIONE DEL SIGNORE

4. Nelle ore pomeridiane di questo giorno, e precisamente verso le quindici, a meno che non si scelga, per ragioni pastorali, un’ora più tarda, ha luogo la celebrazione della Passione del Signore. Essa è costituita da tre parti: Liturgia della Parola, Adorazione della Santa Croce e Santa Comunione.

5. Il sacerdote e, se è presente, il diacono, indossate le vesti di colore rosso come per la Messa, si recano in silenzio all’altare e, fatta la riverenza, si prostrano a terra o, secondo l’opportunità, si inginocchiano e, ancora in silenzio, pregano per alcuni istanti. Tutti gli altri si mettono in ginocchio.

6. Quindi, il sacerdote con i ministri va alla sede da dove, rivolto al popolo, omettendo l’invito Preghiamo, dice, con le braccia allargate, una delle seguenti orazioni.

ORAZIONE

Ricordati, o Padre, della tua misericordia
e santifica con eterna  protezione i tuoi fedeli, 
per i quali Cristo, tuo Figlio,
ha istituito nel suo sangue il mistero pasquale. 
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
R/. Amen.

Oppure:

O Dio, che nella passione di Cristo nostro Signore 
ci hai liberati dalla morte,
eredità dell’antico peccato
trasmessa a tutto il genere umano,
rinnovaci a somiglianza del tuo Figlio; 
e come abbiamo portato in noi,
per la nostra nascita,
l’immagine dell’uomo terreno,
così per l’azione del tuo Spirito
fa’ che portiamo l’immagine dell’uomo celeste. 
Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.

PRIMA PARTE: LITURGIA DELLA PAROLA

7. Dopo che tutti si sono seduti, si legge la prima lettura dal libro del profeta Isaia (52,13-53,12) con il suo salmo.
8. Seguono la seconda lettura dalla lettera agli Ebrei (4,14-16; 5, 7-9) e l’acclamazione al Vangelo.
9. Quindi si legge la narrazione della Passione del Signore secondo Giovanni (18,1-19,42) nello stesso modo indicato alla domenica precedente.
10. Dopo la lettura della Passione del Signore, il sacerdote tiene una breve omelia, alla fine della quale può invitare i fedeli a pregare per breve tempo.

Prima Lettura

Egli è stato trafitto per le nostre colpe.

(Quarto canto del Servo del Signore)

Dal libro del profeta Isaìa
Is 52,13-53,12
 
Ecco, il mio servo avrà successo,
sarà onorato, esaltato e innalzato grandemente.
Come molti si stupirono di lui
– tanto era sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto
e diversa la sua forma da quella dei figli dell’uomo –,
così si meraviglieranno di lui molte nazioni;
i re davanti a lui si chiuderanno la bocca,
poiché vedranno un fatto mai a essi raccontato
e comprenderanno ciò che mai avevano udito.
Chi avrebbe creduto al nostro annuncio?
A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?
È cresciuto come un virgulto davanti a lui
e come una radice in terra arida.
Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi,
non splendore per poterci piacere.
Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia;
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori;
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per le nostre colpe,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l’iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.
Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;
chi si affligge per la sua posterità?
Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi,
per la colpa del mio popolo fu percosso a morte.
Gli si diede sepoltura con gli empi,
con il ricco fu il suo tumulo,
sebbene non avesse commesso violenza
né vi fosse inganno nella sua bocca.
Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti,
egli si addosserà le loro iniquità.
Perciò io gli darò in premio le moltitudini,
dei potenti egli farà bottino,
perché ha spogliato se stesso fino alla morte
ed è stato annoverato fra gli empi,
mentre egli portava il peccato di molti
e intercedeva per i colpevoli.
 
Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 30 (31)

R. Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.

In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
difendimi per la tua giustizia.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele. R.
 
Sono il rifiuto dei miei nemici
e persino dei miei vicini,
il terrore dei miei conoscenti;
chi mi vede per strada mi sfugge.
Sono come un morto, lontano dal cuore;
sono come un coccio da gettare. R.
 
Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
i miei giorni sono nelle tue mani».
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori. R.
 
Sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto,
salvami per la tua misericordia.
Siate forti, rendete saldo il vostro cuore,
voi tutti che sperate nel Signore. R.

Seconda Lettura

Cristo imparò l'obbedienza e divenne causa di salvezza per tutti coloro che gli obbediscono.

Dalla lettera agli Ebrei
Eb 4,14-16; 5,7-9
 
Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato.
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.
[Cristo, infatti,] nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.
 
Parola di Dio.
 

Acclamazione al Vangelo

Gloria e lode a te, Cristo Signore!

Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome. (Cf. Fil 2,8-9)

Gloria e lode a te, Cristo Signore!

Vangelo

Passione del Signore.

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni
Gv 18,1–19,42
 
Catturarono Gesù e lo legarono
In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cèdron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano», perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?».
 
Lo condussero prima da Anna
Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo».
 
Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.
 
Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote.
 
Non sei anche tu uno dei suoi discepoli? Non lo sono!
Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.
 
Il mio regno non è di questo mondo
Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest’uomo?». Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire. Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?».
 
E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante.
 
Salve, re dei Giudei!
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.
 
Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!». Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».
 
All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande».
 
Via! Via! Crocifiggilo!
Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parascève della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.
 
Lo crocifissero e con lui altri due
Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».
 
Si sono divisi tra loro le mie vesti
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così.
 
Ecco tuo figlio! Ecco tua madre!
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
 
Qui ci si genuflette e si fa una breve pausa.
 
E subito ne uscì sangue e acqua
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».
 
Presero il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli insieme ad aromi

Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di áloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parascève dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.
 
Parola del Signore.
 
 

PREGHIERA UNIVERSALE

11. La Liturgia della Parola si conclude con la Preghiera universale, che deve essere fatta in questo modo: il diacono, se presente, o, in sua assenza, un ministro laico, stando all’ambone, pronuncia l’esortazione con la quale si indica l’intenzione. Quindi tutti pregano in silenzio per alcuni istanti; infine il sacerdote, stando alla sede, o, secondo l’opportunità, all’altare, con le braccia allargate, dice l’orazione.
I fedeli, per tutto il tempo delle preghiere, possono mettersi in ginocchio o rimanere in piedi.

12. Prima dell’orazione del sacerdote, secondo la tradizione, il diacono può invitare tutti a genuflettersi per pregare in silenzio, dicendo: Mettiamoci in ginocchio – Alzatevi.
13. In caso di grave necessità pubblica, il vescovo diocesano può permettere o stabilire che si aggiunga un’intenzione speciale.
* Per il canto dell’esortazione si può utilizzare la melodia del prefazio (vedi Appendice, p. 1128), per l’orazione la melodia delle orazioni della Messa (vedi Appendice, pp. 1199-1122).

I. PER LA SANTA CHIESA
Preghiamo, fratelli e sorelle, per la santa Chiesa di Dio.
Il Signore le conceda unità e pace,
la protegga su tutta la terra, *
e doni a noi, in una vita serena e sicura, +
di rendere gloria a Dio Padre onnipotente. **

Preghiera in silenzio; poi il sacerdote dice:

Dio onnipotente ed eterno,
che hai rivelato in Cristo
la tua gloria a tutte le genti,
custodisci l’opera della tua misericordia, 
perché la tua Chiesa,
diffusa su tutta la terra, 
perseveri con fede salda
nella confessione del tuo nome. 
Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.

II. PER IL PAPA
Preghiamo per il nostro santo padre il papa N. *
Il Signore Dio nostro,
che lo ha scelto nell’ordine episcopale, *
gli conceda vita e salute e lo conservi alla sua santa Chiesa + 
come guida e pastore del popolo santo di Dio. **

Preghiera in silenzio; poi il sacerdote dice:

Dio onnipotente ed eterno,
sapienza che regge l’universo,
ascolta la tua famiglia in preghiera,
e custodisci con la tua bontà
il papa che tu hai scelto per noi, 
perché il popolo cristiano,
da te affidato alla sua guida pastorale, 
progredisca sempre nella fede.
Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.

III. PER TUTTI I FEDELI DI OGNI ORDINE E GRADO
Preghiamo per il nostro vescovo N.*,
per tutti i vescovi, i presbiteri e i diaconi,
e per tutto il popolo dei fedeli. **

Preghiera in silenzio; poi il sacerdote dice:

Dio onnipotente ed eterno,
che con il tuo Spirito guidi e santifichi 
tutto il corpo della Chiesa,
accogli le preghiere che ti rivolgiamo, 
perché secondo il dono della tua grazia 
tutti i membri della comunità
nel loro ordine e grado
ti possano fedelmente servire.
Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.

* Qui è permesso nominare anche il vescovo coadiutore o gli ausiliari, come indicato al n. 149 dell’Ordinamento Generale del Messale Romano.

IV. PER I CATECUMENI
Preghiamo per i [nostri] catecumeni. *
Il Signore Dio nostro apra i loro cuori all’ascolto 
e dischiuda la porta della misericordia,
perché mediante il lavacro di rigenerazione 
ricevano il perdono di tutti i peccati *
e siano incorporati
in Cristo Gesù, Signore nostro. **

Preghiera in silenzio; poi il sacerdote dice:

Dio onnipotente ed eterno,
che rendi la tua Chiesa sempre feconda di nuovi figli, 
aumenta nei [nostri] catecumeni
l’intelligenza della fede,
perché, nati a vita nuova nel fonte battesimale,
siano accolti tra i tuoi figli di adozione.
Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.

V. PER L'UNITÀ DEI CRISTIANI
Preghiamo per tutti i fratelli e le sorelle che credono in Cristo. * 
Il Signore Dio nostro raduni e custodisca nell’unica sua Chiesa * 
quanti testimoniano la verità con le loro opere. **

Preghiera in silenzio; poi il sacerdote dice:

Dio onnipotente ed eterno,
che raduni i tuoi figli ovunque dispersi e li custodisci nell’unità, 
volgi lo sguardo al gregge del tuo Figlio,
perché coloro che sono stati consacrati da un solo Battesimo 
siano una cosa sola nell’integrità della fede
e nel vincolo dell’amore.
Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.

VI. PER GLI EBREI
Preghiamo per gli Ebrei. *
Il Signore Dio nostro, che a loro per primi ha rivolto la sua parola,
li aiuti a progredire sempre nell’amore del suo nome +
e nella fedeltà alla sua alleanza. **
        
Preghiera in silenzio; poi il sacerdote dice:

Dio onnipotente ed eterno,
che hai affidato le tue promesse
ad Abramo e alla sua discendenza,
esaudisci con bontà le preghiere della tua Chiesa, 
perché il popolo primogenito della tua alleanza 
possa giungere alla pienezza della redenzione. 
Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.

VII. PER COLORO CHE NON CREDONO IN CRISTO
Preghiamo per coloro che non credono in Cristo.
Illuminati dallo Spirito Santo, *
possano anch’essi entrare
nella via della salvezza. **

Preghiera in silenzio; poi il sacerdote dice:

Dio onnipotente ed eterno,
dona a coloro che non credono in Cristo
di trovare la verità camminando alla tua presenza con cuore sincero, 
e concedi a noi di essere nel mondo testimoni più autentici
della tua carità, progredendo nell’amore vicendevole
e nella piena conoscenza del mistero della tua vita.
Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.

VIII. PER COLORO CHE NON CREDONO IN DIO
Preghiamo per coloro che non credono in Dio.
Praticando la giustizia con cuore sincero, * 
giungano alla conoscenza del Dio vero. **

Preghiera in silenzio; poi il sacerdote dice:

Dio onnipotente ed eterno,
tu hai messo nel cuore degli uomini
una così profonda nostalgia di te
che solo quando ti trovano hanno pace: 
fa’ che, tra le difficoltà della vita,
tutti riconoscano i segni della tua bontà 
e, stimolati dalla nostra testimonianza, 
abbiano la gioia di credere in te,
unico vero Dio e Padre di tutti gli uomini. 
Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.

IX. PER I GOVERNANTI
Preghiamo per coloro
che sono chiamati a governare la comunità civile. *
Il Signore Dio nostro illumini la loro mente e il loro cuore
a cercare il bene comune +
nella vera libertà e nella vera pace. **

Preghiera in silenzio; poi il sacerdote dice:

Dio onnipotente ed eterno,
nelle tue mani sono le speranze degli uomini
e i diritti di ogni popolo:
assisti con la tua sapienza coloro che ci governano, 
perché, con il tuo aiuto,
promuovano su tutta la terra
una pace duratura,
la prosperità dei popoli
e la libertà religiosa.
Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.

X. PER QUANTI SONO NELLA PROVA
Preghiamo, fratelli e sorelle, Dio Padre onnipotente, * 
perché purifichi il mondo dagli errori,
allontani le malattie, vinca la fame, *
renda la libertà ai prigionieri, spezzi le catene, 
conceda sicurezza a chi viaggia,
il ritorno ai lontani da casa, *
la salute agli ammalati +
e ai morenti la salvezza eterna. **

Preghiera in silenzio; poi il sacerdote dice:

Dio onnipotente ed eterno,
consolazione degli afflitti,
sostegno dei sofferenti,
ascolta il grido di coloro che sono nella prova, 
perché tutti nelle loro necessità 
sperimentino la gioia di aver trovato
il soccorso della tua misericordia. 
Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.

SECONDA PARTE: ADORAZIONE DELLA SANTA CROCE

14. Conclusa la Preghiera universale, si fa l’adorazione solenne della Santa Croce. Tra le due forme di ostensione proposte si scelga la più adatta, a seconda delle esigenze pastorali.

OSTENSIONE DELLA SANTA CROCE

 PRIMA FORMA

15. Il diacono con i ministri, o un altro ministro idoneo, si reca nella sacrestia, dalla quale, attraverso la chiesa, accompagnato da due ministri con le candele accese, porta processionalmente la Croce, coperta da un velo violaceo, fino al centro del presbiterio. Il sacerdote, davanti all’altare, rivolto verso il popolo, riceve la Croce, la scopre alquanto nella parte superiore e la eleva, intonando Ecco il legno della Croce, aiutato nel canto dal diacono o, se è il caso, dalla schola. Tutti rispondono: Venite, adoriamo. Finito il canto, tutti si inginocchiano e in silenzio si fermano in adorazione per alcuni istanti, mentre il sacerdote, in piedi, tiene elevata la Croce.

Ecco il legno della Croce, 
al quale fu appeso il Cristo, 
Salvatore del mondo.
R/. Venite, adoriamo.

Quindi il sacerdote scopre il braccio destro della Croce ed elevandola intona per la seconda volta Ecco il legno della Croce. Tutto si svolge nel modo indicato sopra. Infine, scopre totalmente la Croce ed elevandola introduce per la terza volta l’invito Ecco il legno della Croce. Tutto si svolge come la prima volta.

SECONDA FORMA

16. Il sacerdote o il diacono con i ministri, o un altro ministro idoneo, si reca all’ingresso della chiesa, dove prende la Croce non velata. I ministri portano le candele accese. Si ordina quindi la processione attraverso la chiesa fino al presbiterio. Vicino all’ingresso, in mezzo alla chiesa e prima di accedere al presbiterio, chi porta la Croce la eleva, cantando Ecco il legno della Croce, e tutti rispondono: Venite, adoriamo, e dopo ogni risposta si inginocchiano e adorano in silenzio per alcuni istanti, come descritto precedentemente.

ADORAZIONE DELLA SANTA CROCE

17. Quindi, insieme a due ministri con le candele accese, il sacerdote o il diacono porta la Croce all’ingresso del presbiterio o in un altro luogo adatto e qui la depone, oppure la consegna ai ministri perché, collocate le candele alla destra e alla sinistra della Croce, la sostengano.
18. Per l’adorazione della Croce, tolte la casula e le scarpe secondo l’opportunità, si avvicina per primo il solo sacerdote celebrante. Quindi avanzano processionalmente il clero, i ministri laici e i fedeli, facendo riverenza alla Croce con una semplice genuflessione o un altro segno adatto, secondo l’uso della regione, come per esempio baciando la Croce.
19. Per l’adorazione si presenta un’unica Croce. Se a causa della partecipazione del popolo non tutti potessero accostarsi personalmente, il sacerdote, dopo che una parte del clero e dei fedeli ha compiuto l’adorazione, prende la Croce e, stando in mezzo, davanti all’altare, con brevi parole invita l’assemblea all’adorazione della Santa Croce e poi, per qualche istante, tiene elevata la Croce, perché possa essere adorata in silenzio dai fedeli.

20. Mentre si fa l’adorazione della Santa Croce, si cantano l’antifona Adoriamo la tua Croce, i Lamenti del Signore, l’inno Crux fidelis, o altri canti adatti. Tutti coloro che hanno compiuto l’adorazione si siedono.

CANTI PER L’ADORAZIONE DELLA SANTA CROCE

Ant.    Adoriamo la tua Croce, o Signore,
lodiamo e glorifichiamo la tua santa risurrezione.
Dal legno della Croce
è venuta la gioia in tutto il mondo.
  
Cf. Sal 66,2 Dio abbia pietà di noi e ci benedica:
su di noi faccia splendere il suo volto
e abbia misericordia di noi.

E si ripete l’antifona: Adoriamo...

LAMENTI DEL SIGNORE I

Le parti che spettano ai singoli cori sono indicate con il numero 1 (primo coro) e 2 (secondo coro); quelle che devono essere cantate, invece, da entrambi, sono indicate con 1 e 2. Alcuni versetti possono essere cantati anche da due cantori.

1 e 2

Popolo mio che male ti ho fatto?
In che ti ho provocato? Dammi risposta.

Io ti ho guidato fuori dall’Egitto,
e tu hai preparato la Croce al tuo Salvatore.
  
Hágios o Theós.
2Sanctus Deus.
  
1Hágios Ischyrós
2Sanctus Fortis.
  
1Hágios Athánatos, eléison himás.
2Sanctus Immortális, miserére nobis.
  
1 e 2Io ti ho guidato quarant’anni nel deserto,
ti ho sfamato con manna,
ti ho introdotto in un paese fecondo,
e tu hai preparato la Croce al tuo Salvatore.
  
1Hágios o Theós.
2Sanctus Deus.
  
1Hágios Ischyrós.
2Sanctus Fortis.
  
1Hágios Athánatos, eléison himás.
2Sanctus Immortális, miserére nobis.
  
1 e 2Che altro avrei dovuto fare e non ti ho fatto?
Io ti ho piantato, mia scelta e florida vigna,
ma tu mi sei divenuta aspra e amara:
poiché mi hai spento la sete con aceto
e hai piantato una lancia nel petto del tuo Salvatore.
  
1Hágios o Theós. 
Sanctus Deus.
  
1Hágios Ischyrós. 
2Sanctus Fortis.
  
1Hágios Athánatos, eléison himás.
Sanctus Immortális, miserére nobis.

                  

LAMENTI DEL SIGNORE II

Cantori: Io per te ho flagellato l’Egitto e i suoi primogeniti,
e tu mi hai consegnato per esser flagellato.
1 e 2 ripetono:Popolo mio, che male ti ho fatto?
In che ti ho provocato? Dammi risposta.
  
Cantori Io ti ho guidato fuori dall’Egitto
e ho sommerso il faraone nel Mar Rosso,
e tu mi hai consegnato ai capi dei sacerdoti.
1 e 2 ripetono:Popolo mio…
  
Cantori:  Io ho aperto davanti a te il mare,
e tu mi hai aperto con la lancia il costato.
1 e 2 ripetono: Popolo mio…
  
Cantori:Io ti ho fatto strada con la nube luminosa,
e tu mi hai condotto al pretorio di Pilato.
1 e 2 ripetono:Popolo mio…
  
Cantori: Io ti ho nutrito con manna nel deserto,
e tu mi hai colpito con schiaffi e flagelli.
1 e 2 ripetono: Popolo mio…
  
Cantori: Io ti ho dissetato dalla rupe con acqua di salvezza,
e tu mi hai dissetato con fiele e aceto.
1 e 2 ripetono: Popolo mio…
  
Cantori: Io per te ho colpito i re dei Cananei,
e tu con la canna hai colpito il mio capo.
1 e 2 ripetono:Popolo mio…
  
Cantori:   Io ti ho posto in mano uno scettro regale,
e tu hai posto sul mio capo una corona di spine.
1 e 2 ripetono:Popolo mio…
  
Cantori:  Io ti ho esaltato con grande potenza,
e tu mi hai sospeso al patibolo della croce.
1 e 2 ripetono:Popolo mio…

 

HYMNUS

Tutti: Crux fidélis, inter omnes arbor una nóbilis,
nulla talem silva profert, flore, fronde, gérmine!
Dulce lignum dulci clavo dulce pondus sústinens!
  
Cantori: Pange, língua, gloriósi proélium certáminis,
et super crucis tropaéo dic triúmphum nóbilem,
quáliter Redémptor orbis immolátus vícerit.
  
Tutti:  Crux fidélis, inter omnes arbor una nóbilis,
nulla talem silva profert, flore, fronde, gérmine! 
  
Cantori:De paréntis protoplásti fráude factor cóndolens,
quando pomi noxiális morte morsu córruit,
ipse lignum tunc notávit, damna ligni ut sólveret.
  
Tutti: Dulce lignum dulci clavo dulce pondus sústinens!
  
Cantori:Hoc opus nostrae salútis ordo depopóscerat,
multifórmis perditóris arte ut artem fálleret,
et medélam ferret inde, hostis unde laéserat.
  
Tutti:  Crux fidélis, inter omnes arbor una nóbilis,
nulla talem silva profert, flore, fronde, gérmine!
  
Cantori:Quando venit ergo sacri plenitúdo témporis,
missus est ab arce Patris Natus,
orbis cónditor, atque ventre virgináli carne factus pródiit.
  
Tutti:Dulce lignum dulci clavo dulce pondus sústinens!
  
Cantori:  Vagit infans inter arta cónditus praesépia,
membra pannis involúta Virgo Mater álligat,
et manus pedésque et crura stricta cingit fáscia.
  
Tutti:Crux fidélis, inter omnes arbor una nóbilis,
nulla talem silva profert, flore, fronde, gérmine!
  
Cantori: Lustra sex qui iam perácta tempus implens córporis,
se volénte, natus ad hoc, passióni déditus,
agnus in crucis levátur immolándus stípite.
  
Tutti:Dulce lignum dulci clavo dulce pondus sústinens!
  
Cantori:En acétum, fel, arúndo, sputa, clavi, láncea;
mite corpus perforátur, sánguis, unda prófluit;
terra, pontus, astra, mundus quo lavántur flúmine!
  
Tutti:Crux fidélis, inter omnes arbor una nóbilis,
nulla talem silva profert, flore, fronde, gérmine!
  
Cantori:Flecte ramos, arbor alta, tensa laxa víscera,
et rigor lentéscat ille, quem dedit natívitas,
ut supérni membra Regis miti tendas stípite.
  
Tutti: Dulce lignum dulci clavo dulce pondus sústinens!
  
Cantori:Sola digna tu fuísti ferre saecli prétium
atque portum praeparáre náuta mundo náufrago,
quem sacer cruor perúnxit fusus Agni córpore.
  
Tutti:   Crux fidélis, inter omnes arbor una nóbilis,
nulla talem silva profert, flore, fronde, gérmine!
  
La seguente conclusione non si deve mai omettere. 
 Tutti: Aequa Patri Filióque, ínclito Paráclito,
sempitérna sit beátae Trinitáti glória;
cuius alma nos redémit atque servat grátia. Amen.

    

INNO 

Tutti:   O Croce fedele e gloriosa
o albero nobile e santo,
un altro non v’è nella selva,
di rami e di fronde a te uguale:
tu sei il dolce legno che porta
appeso il Signore del mondo.
  
Cantori: Esalti ogni lingua nel canto
lo scontro e la grande vittoria,
e sopra il trofeo della Croce
proclami quel grande trionfo,
poiché il redentore del mondo
fu ucciso e ha vinto la morte.
  
Tutti: O Croce fedele e gloriosa,
o albero nobile e santo,
un altro non v’è nella selva,
di rami e di fronde a te uguale.
  
Cantori:  Pietoso il Signore rivolse
lo sguardo al peccato di Adamo:
quando egli del frutto proibito
gustò e la morte lo colse,
un albero scelse a rimedio
del male dell’albero antico.
  
Tutti:  Tu sei il dolce legno
che porta appeso il Signore del mondo.
  
Cantori:La nostra salvezza doveva
venire nel corso dei tempi,
doveva divina sapienza
domare l’antico nemico,
e trarci a salvezza là dove
a noi era giunto l’inganno.
  
Tutti: O Croce fedele e gloriosa,
o albero nobile e santo,
un altro non v’è nella selva,
di rami e di fronde a te uguale.
  
Cantori:E quando il momento fu giunto
del tempo fissato da Dio,
ci venne mandato dal Padre
il Figlio, creatore del mondo;
tra gli uomini venne, incarnato
nel grembo di Vergine Madre.
  
Tutti:  Tu sei il dolce legno che porta
appeso il Signore del mondo.
  
Cantori:Vagisce il Bambino, adagiato
in umile, misera stalla;
la Vergine Madre ravvolge
e copre le piccole membra,
ne cinge le mani e i piedi,
legati con candida fascia.
  
Tutti: O Croce fedele e gloriosa,
o albero nobile e santo,
un altro non v’è nella selva,
di rami e di fronde a te uguale.
  
Cantori:  Compiuti trent’anni e conclusa 
la vita terrena, il Signore 
offriva se stesso alla morte
per noi, redentore del mondo; 
in croce l’Agnello è innalzato,
e viene immolato per tutti.
  
Tutti:  Tu sei il dolce legno che porta 
appeso il Signore del mondo.
  
Cantori: Ed ecco l’aceto e il fiele,
gli sputi, la lancia e i chiodi; 
il corpo del Giusto è trafitto 
e l’acqua fluisce col sangue, 
torrente che lava la terra,
 il mare e il cielo e il mondo.
  
Tutti: O Croce fedele e gloriosa,
o albero nobile e santo,
un altro non v’è nella selva,
di rami e di fronde a te uguale.
  
Cantori:  O albero, piega i tuoi rami, 
distendi le rigide fibre, 
s’allenti quel legno che duro
in te la natura ha creato; 
accogli su un morbido tronco 
le membra del Cristo Signore.
  
Tutti:   Tu sei il dolce legno che porta 
appeso il Signore del mondo.
  
Cantori:  Tu solo sei l’albero degno
di reggere il nostro riscatto;
per te è preparato un rifugio, 
un’arca che porta salvezza
al mondo, nel sangue che sgorga 
dal Corpo del Cristo immolato.
  
Tutti:  O Croce fedele e gloriosa,
o albero nobile e santo,
un altro non v’è nella selva,
di rami e di fronde a te uguale.
  
La seguente conclusione non si deve mai omettere. 
Tutti:  Al Padre e al Figlio sia gloria,
 e gloria allo Spirito Santo:
 eterna la lode s’innalzi
 all’Unico e Trino Signore
 che il mondo ha creato e redento 
 e tutti noi salva per grazia. Amen.

Con riferimento al contesto locale o alle tradizioni popolari e secondo l’opportunità pastorale, si può cantare lo Stabat Mater, secondo il Graduale Romano, o un altro canto adatto alla contemplazione del dolore della beata Vergine Maria.
21. Finita l’adorazione, un diacono o un ministro porta la Croce al suo posto, presso l’altare. Le candele accese vengono collocate vicino all’altare o sopra di esso o presso la Croce.

TERZA PARTE: SANTA  COMUNIONE

22. Sopra l’altare si stende una tovaglia e vi si pongono il corporale e il Messale. Nel frattempo il diacono o, in sua assenza, lo stesso sacerdote, indossato il velo omerale, riporta il Santissimo Sacramento dal luogo della reposizione all’altare per la via più breve. Tutti rimangono in silenzio. Due ministri accompagnano il Santissimo Sacramento con le candele accese, che depongono vicino all’altare o sopra di esso. Quando il diacono, se presente, ha deposto sopra l’altare il Santissimo Sacramento e ha scoperto la pisside, il sacerdote si avvicina all’altare e genuflette.

23. Quindi, il sacerdote, con voce chiara e a mani giunte, dice:

Obbedienti alla parola del Salvatore
e formati al suo divino insegnamento, 
osiamo dire:

Il sacerdote, con le braccia allargate, e tutti i presenti continuano:
Padre nostro che sei nei cieli, 
sia santificato il tuo nome,
 venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, 
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.

24. Solo il sacerdote, con le braccia allargate, continua:
Liberaci, o Signore, da tutti i mali,
 concedi la pace ai nostri giorni,
e con l’aiuto della tua misericordia 
vivremo sempre liberi dal peccato
e sicuri da ogni turbamento,
nell’attesa che si compia la beata speranza 
e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. 
Congiunge le mani.
Il popolo conclude la preghiera con l’acclamazione:

Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli.

Il sacerdote, quindi, con le mani giunte, dice sottovoce:
La comunione al tuo Corpo,
Signore Gesù Cristo,
non diventi per me giudizio di condanna, 
ma per tua misericordia
sia rimedio e difesa dell’anima e del corpo.

26. Quindi genuflette, prende l’ostia e, tenendola un po’ sollevata sulla pisside, rivolto al popolo, dice ad alta voce:
Ecco l’Agnello di Dio,
ecco colui che toglie i peccati del mondo. 
Beati gli invitati alla cena dell’Agnello. 
E continua, dicendo insieme con il popolo:
O Signore, non sono degno 
di partecipare alla tua mensa, 
ma di’ soltanto una parola
e io sarò salvato.

27. E rivolto all’altare, con riverenza si comunica al Corpo di Cristo, dicendo sottovoce: 
Il Corpo di Cristo mi custodisca per la vita eterna.

28. Quindi procede alla distribuzione della comunione ai fedeli. Durante la comunione si può cantare il salmo 21 o un altro canto adatto.
29. Terminata la distribuzione della comunione, la pisside viene portata dal diacono o da un altro ministro idoneo nel luogo preparato al di fuori della chiesa o, se le circostanze lo richiedono, viene riposta nel tabernacolo.
30. Quindi il sacerdote dice: Preghiamo, e osservato, secondo l’opportunità, un breve spazio di sacro silenzio, dice la seguente orazione:

Dopo la comunione

Dio onnipotente ed eterno,
che ci hai rinnovati con la gloriosa morte
e risurrezione del tuo Cristo,
custodisci in noi l’opera della tua misericordia,
perché la partecipazione a questo grande mistero
ci consacri sempre al tuo servizio.
Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.

31. All’orazione sul popolo, il diacono o, in sua assenza, lo stesso sacerdote può premettere l’invito: Inchinatevi per la benedizione. 
Quindi il sacerdote, rivolto al popolo, con le mani stese sopra di esso, dice la seguente orazione:

ORAZIONE SUL POPOLO

Scenda, o Padre, la tua benedizione
su questo popolo
che ha celebrato la morte del tuo Figlio
nella speranza di risorgere con lui;
venga il perdono e la consolazione,
si accresca la fede,
si rafforzi la certezza nella redenzione eterna.
Per Cristo nostro Signore.
R/. Amen.

32. E tutti, fatta la genuflessione alla Croce, se ne vanno in silenzio.

33. Dopo la celebrazione, l’altare viene spogliato. Vi rimane sopra la Croce con due o quattro candelieri.

34. Coloro che hanno partecipato all’azione liturgica pomeridiana non sono tenuti alla celebrazione dei Vespri.