Papa Francesco ha aperto il 19 marzo il suo account su Instagram, il social network su cui si possono condividere foto ed immagini. Il nome dell’account papale è “Franciscus”.
Sull’importanza di questa scelta, nel terzo anniversario dall’inizio del Pontificato, che arriva dopo la presenza con successo del Papa su Twitter, Radio Vaticana ha intervistato il prefetto della Segreteria per la Comunicazione, mons. Dario Edoardo Viganò…
R. – Il Papa afferma che le immagini gli parlano molto e ha spiegato questo dicendo: “Quando un bambino mi incontra, mi dà un disegno. Io faccio le domande su quel disegno e, attraverso queste domande, il bambino piano piano tira fuori quello che ha voluto rappresentare”. Quindi le immagini sono non una fotocopia del reale, ma dicono molto di più: magari un dettaglio, un aspetto di una carezza del Papa, una benedizione... Quindi l’idea è proprio quella di raccontare un Pontificato attraverso le immagini per far entrare nei gesti di tenerezza e di misericordia tutte le persone che vogliono accompagnare o che sono desiderose di conoscere il Pontificato di Papa Francesco.
D. – Cosa ci si potrà aspettare sull’account Instagram “Franciscus”? Che tipo di foto e video e quali – magari – potranno essere i messaggi legati a queste immagini?
R. – Instagram non prevede un archivio precedentemente costruito, perché è – appunto – come un album di fotografie: un bambino nasce e man mano che cresce si fanno le foto e queste, poi, diventeranno l’album di famiglia. Quindi, che cosa faremo? Sceglieremo alcune foto fra quelle che il Servizio fotografico dell’Osservatore Romano fa al Papa, cercando di ritagliarne alcuni dettagli. E quindi ci aspetteremo che cosa? Di enfatizzare quegli aspetti di vicinanza, di prossimità e di inclusione che Papa Francesco vive quotidianamente. L’idea è proprio quella di condividere, con un aspetto anche emozionale, questo Pontificato.
D. – Questa nuova presenza del Papa sui social network avviene durante il Giubileo della Misericordia: c’è un legame tra questa scelta e il messaggio, appunto, di misericordia che propone l’Anno Santo?
R. – Certamente c’è il messaggio di voler raccontare il Papa e i suoi gesti di tenerezza e di misericordia. E poi, così come il Giubileo della Misericordia è un “Giubileo diffusivo” - nel senso dell’apertura delle Porte Sante un po’ in ogni luogo del mondo - è un po’ un “Giubileo globalizzato”, entrare in una Rete Sociale, come Instagram, vuol dire anche un po’ allargare Piazza San Pietro o allargare gli incontri del Papa e far diventare ogni luogo del mondo il luogo in cui ciascuno può realmente incontrare il Santo Padre.
D. – “La Rete – scrive Papa Francesco nel suo ultimo messaggio per le Comunicazioni Sociali, dedicato proprio al binomio comunicazione e misericordia - può essere ben utilizzata per far crescere una società sana e aperta alla condivisione”. Ecco, il Papa su Instagram – dopo Twitter – forse vuole anche essere da esempio, dare anche un incoraggiamento ai fedeli e non solo fedeli, in questo senso?
R. – Certo! Le Reti Sociali sono reti che, in qualche modo, allargano davvero gli orizzonti delle relazioni; sono relazioni diverse, ma non per questo relazioni contrapposte a quelle reali o meno vere: sono semplicemente diverse. E, in questo caso, il Papa ce ne mostra tutto l’aspetto positivo.
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