“Costruiamo Saperi”, parte il progetto della diocesi di Ragusa
Articolo di Vincenzo La Monica - Migrantes Ragusa
(12 novembre 2015) - “Non esistono stranieri. Esistono amici che non si sono ancora conosciuti”. Con queste parole il vescovo Paolo Urso ha salutato i 50 cittadini stranieri selezionati per “Costruiamo Saperi”, il progetto della diocesi di Ragusa in partenariato con Associazione Uniti senza frontiere, Confcooperative Sicilia, Associazione Architetti senza Frontiere e avviato con un contributo di Fondazione CON IL SUD. Per tutto il mese di novembre i destinatari saranno impegnati in quattro workshop di formazione che li porteranno, nell’arco di un anno e dopo un periodo di borsa lavoro, a creare due o più cooperative nei settori agricolo ed edilizio. “Quello scelto dalla diocesi di Ragusa – ha concluso il vescovo Paolo – è un criterio di fraternità fra gli uomini e nello spirito di condivisione. La diocesi ha deciso di condividere un immobile e un terreno di 10 ettari in contrada Magnì per creare occasione di lavoro dignitoso”.
I 50 selezionati, tra cui 20 donne, provengono da 14 paesi diversi in rappresentanza di 4 continenti. Si va da cittadini di El Salvador a quelli del Pakistan, passando per Polonia, Tunisia, Gambia, Mali, Turchia. A loro si chiede di non essere solo destinatari passivi di una idea progettuale, ma di apportare i loro saperi acquisiti in patria o nel paese di accoglienza per arricchire le attività di “Costruiamo Saperi”
Lo stato dell’arte del progetto è stato illustrato da Silvia Nessi di “Architetti senza Frontiere” che ha spiegato come Contrada Magnì diventerà grazie al lavoro comune un posto in cui costruire un nuovo modo di fare economia che colleghi città e compagna per farle diventare fonte di bellezza e di guadagno. Fethia Bouhajeb di “Uniti senza frontiere” ha parlato di un sogno multietnico che verrà realizzato dalla forza di tutti, mentre Gianni Gulino di “Confcooperative Sicilia” ha sottolineato l’importanza della condivisione e del primato della persona umana. In questo senso il processo di cooperazione fornisce la possibilità migliore di riuscita per la creazione di impresa.
Molto importante risulta nell’ottica del progetto la riscoperta di colture dimenticate e la produzione non orientata alla quantità, ma alla qualità. Nei 10 ettari della proprietà si è già impiantato uno zafferanato e si sta procedendo all’impianto di prodotti riconosciuti come Presidio Slow Food come ad esempio la fava Cottoia di Modica, il fagiolo Cosaruciaro di Scicli, il cavolo vecchio di Rosolina, la cicerchia, la fava larga di Leonforte e il cece nero di Leonforte.
La conclusione è affidata a Domenico Leggio che per la diocesi coordina le numerose attività del progetto “Costruiamo Saperi”: “ Il cuore della nostra idea è la riqualificazione e la restituzione alla cittadinanza della struttura di Contrada Magnì e l’attivazione di botteghe al centro storico che veicolano prodotti dal biologico all’artigianale. Questo significa connettere il cuore della nostra città con la campagna e cambiare il nostro modo di intendere la produzione e l’utilizzo del lavoro dei migranti nel sistema produttivo del nostro territorio. Il loro lavoro non sarà più all’insegna dello sfruttamento e della subordinazione, come avviene nelle serre del ragusano da ormai oltre trenta anni, ma diventerà fonte onesta di arricchimento e di autonomia.”