(29 ottobre 2015) - Il "Prix de la Fondation 2015” del Crans Montana Forum al sindaco Giusy Nicolini e il "Sergio Vieira De Mello" al medico Pietro Bartòlo: due riconoscimenti conferiti, nei giorni scorsi, alla comunità di Lampedusa, che dal periodo della Primavera araba in poi ha acceso sul mondo della migrazione un faro di umanità e comprensione che l'Europa non ha dimenticato, anche se non riesce a fare propria, universalmente condivisa, la lezione che è venuta dal suo Sud estremo. Il confine dimenticato ha bussato al centro attraverso le figure di un sindaco, Giusy Nicolini, capace di organizzare l'accoglienza a Lampedusa e Linosa in un quadro istituzionale certo, e di un missionario per caso, Pietro Bartòlo, che nel silenzio del suo ambulatorio prova a suturare le ferite di donne e uomini partiti dal Sud del mondo alla ricerca di condizioni migliori di vita per sé e per i propri cari. La Nicolini ha ricevuto a Ginevra la prestigiosissima onorificenza, che vanta un “livre d’or” con ventisei nomi illustri. Le è stata consegnata da Alain Mérieux, presidente della Fondazione, durante il terzo e ultimo giorno di lavori della ventisettesima edizione del Crans Montana Forum. Giusy Nicolini non era presente alla consegna, perché impegnata nella "sua" Lampedusa, ma l’onorificenza è stata affidata alle mani di Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, e dell’ambasciatore dell’Italia in Svizzera, Cosimo Risi. Prima di Giusy Nicolini, il Prix de la Fondation era stato concesso a pochi italiani, tra i quali Emma Bonino, e a svariati capi di Stato di tutto il mondo. Tra questi ultimi spicca anche il nome del presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Per pura coincidenza al sindaco di Lampedusa e Linosa è stato affidato lo stesso riconoscimento che vede, tra i precedenti premiati, Sergio Vieira De Mello, l’alto commissario delle Nazioni Unite a cui è intitolato il riconoscimento conferito ieri al lampedusano Pietro Bartòlo in Polonia. Emozionata per l’onore ricevuto, Giusi Nicolini ha così commentato: “Penso all’alacre lavoro da sempre svolto sul campo dal dottor Pietro Bartòlo e al giusto riconoscimento che ha appena ricevuto e penso che l’attenzione che in questo ultimo periodo sta ricevendo Lampedusa sia la conferma del fatto che siamo sulla strada giusta. Ritengo anche io, e certo non per falsa modestia, di stare facendo soltanto il mio lavoro di sindaco e di comportarmi civilmente quale cittadina. Se questo è motivo per simili meriti, allora posso essere davvero orgogliosa di quello che i miei concittadini fanno ogni giorno nell’accogliere ed aiutare il prossimo. Come ha detto il presidente Sergio Mattarella: Lampedusa può diventare il simbolo di una riscossa dell’Europa”. Da Cracovia, attraverso il "Sergio Vieira De Mello" era giunto il medesimo monito alla casa comune europea, in quanto assegnato a un uomo che si è distinto tra "coloro che si adoperano - recita la motivazione - per la coesistenza e cooperazione pacifica tra società, religioni e culture". Alla dodicesima cerimonia di assegnazione del premio indetto dalla Fondazione Villa Decius, a ricevere il premio erano presenti anche il direttore generale dell'Asp 6 di Palermo Antonino Candela e il promotore della candidatura di Pietro Bartòlo, l'ambasciatore polacco in Italia Tomasz Orlowski che lo aveva conosciuto e visto all'opera nell'ambulatorio lampedusano. Il premio a Bartòlo è anche un riconoscimento all'impegno dell'intero staff medico e paramedico che condivide fatiche e soddisfazioni di un mestiere che richiede sapienza e dedizione, ma soprattutto la voglia di comprendere e riparare le sofferenze degli altri superando quelle che a primo impatto sono barriere insormontabili, a partire dalla lingua.
(Nino Arena - Migrantes Messina)