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“Accogliere i migranti come accogliamo Santa Rosalia”   versione testuale
Articolo di Luca Insalaco - Palermo

(16 luglio 2015) - “I migranti vanno accolti con lo stesso rispetto con il quale abbiamo accolto la statua della Santuzza”. Con queste parole il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha salutato l’arrivo a Mondello della statua di Santa Rosalia, dando così avvio alle celebrazioni in onore della patrona della città. La settimana del “Festino” è coincisa con l’approdo nel porto palermitano di un ingente numero di migranti. Sono stati ben 717 quelli sbarcati dalla nave Dattilo della Guardia Costiera, che li ha soccorsi in diverse operazioni di salvataggio, condotte in prossimità delle coste libiche. Tra gli stranieri, provenienti per lo più provenienti da Ghana, Gambia, Senegal, Somalia, Sierra Leone, Nigeria, Eritrea, vi erano anche una sessantina di minori stranieri non accompagnati. Assieme ai salvati sono giunti in porto anche i 12 corpi esanimi raccolti in mare a seguito dell’ennesimo naufragio consumatosi la scorsa settimana.
In prima fila nell’accoglienza c’è sempre la Caritas diocesana, diretta da don Sergio Mattaliano. Nelle strutture della Curia sono state temporaneamente ospitate circa 200 persone, per metà dislocate tra i Centri San Carlo e Santa Rosalia, mentre altre 100 sono state sistemate nella struttura che sorge a Giacalone. Da giugno, ovvero da quando gli arrivi nel capoluogo si sono susseguiti con maggiore intensità, la Caritas ha deciso di prestare il proprio servizio rinunciando a qualsiasi forma di rimborso da parte della Prefettura per le spese sostenute. Una scelta di gratuità che non ha certamente affievolito l’impegno dei volontari e il sostegno, anche materiale, fornito ai profughi. A tutti i migranti, infatti, oltre alla sistemazione nei Centri di accoglienza, vengono offerti beni di prima necessità e indumenti già al momento dello sbarco. Lo sforzo organizzativo ha spinto i responsabili dell’organismo pastorale diocesano a stimolare la sensibilità e la generosità di cittadini e commercianti, affinché possano aumentare le donazioni di generi alimentari, vestiario e prodotti per neonati, come latte e pannolini. “Ricordiamoci che qualsiasi dono, seppur piccolo, se fatto con buon cuore diventa un grande gesto d’amore e solidarietà verso il prossimo”, ha detto Anna Culotta, responsabile dell’area Promozione umana della Caritas, ribadendo la necessità di arruolare nuovi volontari per gestire al meglio la macchina dell’accoglienza. Non è certo la generosità e la disponibilità dei palermitani che è mancata finora. A pesare sono sempre lentezze e inefficienze burocratiche e istituzionali a vari livelli.
In occasione dell’ultimo sbarco, al molo era presente anche il sindaco Leoluca Orlando, il quale ha puntato il dito contro l’indifferenza dell’Europa di fronte alle continue tragedie nel Mediterraneo. “A quante stragi degli innocenti dovremmo assistere ancora, prima che tutta la Comunità internazionale si renda conto che non serve costruire dei muri?”, ha accusato il primo cittadino. Orlando, nei giorni scorsi, ha scritto a Papa Francesco per presentargli la nuova edizione del Festino dedicato a Santa Rosalia. Nella missiva il sindaco ha anche accennato al fenomeno migratorio, ricordando l’approvazione della Carta di Palermo da parte della giunta comunale, a testimonianza dell’impegno “quotidiano del popolo palermitano nel contribuire al passaggio dalla migrazione come sofferenza e genocidio, alla mobilità come diritto inalienabile di ogni essere umano”.
Nel corso, poi, delle manifestazioni in onore della Santa patrona del capoluogo Orlando ha rimarcato lo stretto connubio tra vecchia e nuova accoglienza e lo spirito di solidarietà che contraddistingue da sempre la città. Una propensione simboleggiata nella processione in mare e nell’arrivo a bordo di una barca della statua di Santa Rosalia, come fanno i migranti che approdano sulle coste palermitane e siciliane. Il sindaco, quindi, ha rivolto una preghiera alla “Santuzza”: “Liberaci dall’egoismo dei singoli e degli Stati, che lascia morire i migranti in mare o li abbandona sugli scogli”.
(Luca Insalaco - Palermo)