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I minori non accompagnati a scuola di futuro: a Bruxelles dopo avere ottenuto la “patente” di lingua italiana   versione testuale
Articolo di Luca Insalaco - Palermo

(6 luglio 2015) - Una barca li ha traghettati da un passato di orrore e morte verso un futuro aperto alla speranza e a un finale a lieto fine. Ad alcuni dei minori stranieri non accompagnati giunti in Sicilia la vita ha riservato una seconda possibilità, conquistata al caro prezzo di tremende privazioni e crudeli vessazioni.
Giunti a Palermo e inseriti in comunità, i giovani hanno avuto la possibilità di frequentare i corsi di lingua italiana per stranieri dell’Università degli studi del capoluogo. Un’esperienza, quella dello studio, che alcuni di loro non avevano mai sperimentato nei loro villaggi. Nella scuola, diretta dalla professoressa Mari D’Agostino, hanno studiato insieme a ragazzi con un background, umano e scolastico, distante anni luce dal loro. Come compagni di banco hanno trovato giovani giunti in città da ogni parte del mondo per partecipare ai progetti Erasmus e Marco Polo, oppure per un dottorato di ricerca. In comune solo l’età, la passione per la musica o il tifo per la stessa squadra di calcio. Se gli studenti sono arrivati comodamente in aereo, i msna, invece, hanno atteso la sentenza prima del deserto e poi del mare. “Abbiamo constatato che l’integrazione in aula è possibile. Ad ogni corso concluso, i ragazzi tornano nei propri paesi con un bagaglio di esperienze molto più ampio rispetto ad altri loro coetanei che non hanno vissuto la stessa situazione”, spiega la direttrice della Scuola Mari D’Agostino a proposito della composizione composita delle classi. “Sentiamo il dovere di includere tutti, soprattutto i più deboli, all’interno dei nostri corsi di lingua e cultura italiana – aggiunge la docente – Se adeguatamente seguiti, anche i minori che hanno vissuto storie di povertà e di stenti possono raggiungere livelli di conoscenza della lingua italiana che li colloca sullo stesso piano linguistico di futuri medici, ingegneri, architetti o agronomi”.
Se la paura e la traversata non sono riusciti a fermare il cammino di libertà di questi minori, neppure potevano permettere che fosse un esame a intralciarlo. Qualche settimana fa, allora, sei migranti provenienti da Bangladesh, Tunisia e Gambia hanno sostenuto, gratuitamente, l’esame Cils per la certificazione di conoscenza della lingua e della cultura italiana di livello b1, realizzato dalla Scuola palermitana in collaborazione con l’Università di Siena. La “patente” linguistica, va ricordato, rappresenta il necessario requisito per ottenere il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo. Per i msna, tuttavia, il successo nel test ha una valenza non solo simbolica e di prospettiva, ma anche un immediato riflesso pratico. Il desiderio di molti giovani, infatti, è riuscire a trovare in tempi rapidi un’occupazione, in modo da inviare i soldi guadagnati ai familiari rimasti in patria. La conoscenza della lingua, quindi, rappresenta la chiave indispensabile per accedere al mondo del lavoro e per riuscire a integrarsi.
Alcuni dei minori potranno sfruttare fin da subito la certificazione linguistica ottenuta, valida in ambito internazionale, oltre i confini italiani. Quattro dei partecipanti ai corsi di lingua italiana, infatti, sono stati selezionati per partecipare al progetto di scambio europeo Erasmus Plus, promosso da due associazioni palermitane, Ceipes e Asterisco, che promuovono programmi di inclusione e di crescita dei migranti. I quattro giovani sono appena partiti insieme a cinque studenti dell’Ateneo palermitano, direzione Bruxelles. Qui, per venti giorni, si confronteranno con altri giovani migranti che risiedono in Portogallo, Bulgaria e Belgio. L’esperienza di scambio, oltre a fornire ai partecipanti importanti strumenti di analisi sulle politiche di inclusione adottate in altri paesi Ue, sarà riconosciuta a livello europeo tramite la certificazione Youthpass, documento utile per il futuro formativo e lavorativo dei ragazzi e valido anche ai fini dell’acquisizione dei crediti formativi.
(Luca Insalaco - Palermo)