Dalla Nigeria a Messina, un viaggio tra speranze e paure: la testimonianza del giovane Pascal
Articolo di Elena De Pasquale - Migrantes Messina
(26 maggio 2015) - Voce tremante ma sguardo fiero. Occhi lucidi ma mai fino al punto di far scendere giù una lacrima ad inumidire il volto. È anche questo il coraggio d’animo di un ragazzo di diciassette anni, Pascal, nato in Nigeria, “protagonista”, suo malgrado, di uno dei tanti viaggi della speranza attraverso il Canale di Sicilia, e testimone di sé stesso durante la liturgia della Veglia di Pentecoste. Il giovane africano, ospite del Centro “Ahmed” di Messina, struttura di prima accoglienza per minori stranieri non accompagnati, ha voluto svelare una parte di sé stesso alle tante persone che la sera del 23 maggio hanno affollato le navate della Cattedrale di Messina.
Un gesto pieno di spirito quello di Pascal, che, affiancato dai compagni di viaggio, per terra e per mare, Cristopher, Elvis e Jerry, ha voluto rivolgere un saluto ed un ringraziamento a Dio e alla comunità che lo ha accolto offrendogli l’opportunità di condividere, dopo tanti mesi di viaggio costellato da inimmaginabili sofferenze, un momento di pacifica unione e condivisione. (Elena De Pasquale - Migrantes Messina)
Di seguito la testimonianza integrale di Pascal
“Mi chiamo PASCAL, ho 17 anni e vengo dalla Nigeria. Un Paese ricco ma impoverito dalla corruzione e dallo sfruttamento delle compagnie petrolifere. Disastri ambientali e povertà hanno aperto la strada ai movimenti armati di protesta e, ancora peggio, ai crimini del Califfato islamico del Nord con i fondamentalisti di Boko Haram. Questa situazione mette a rischio la vita della mia gente e dei cristiani in particolare. Per questo la mia famiglia ha speso tutti i suoi risparmi per farmi partire, raggiungere l’Europa e costruire un futuro migliore per me e per loro. Così oggi sono qui a Messina, ospite del Centro di accoglienza ‘Ahmed’, dove ho trovato tante persone amiche, che mi aiutano e mi fanno stare bene. Ma oggi, per me e per i miei amici CRISTOPHER, ELVIS e JERRY, è un giorno speciale. Vorremmo che le nostre famiglie potessero vedere che noi siamo in questa bella Cattedrale a pregare assieme a voi. Per questo diciamo grazie all’Ufficio Migrantes e ai suoi volontari. In questo momento il mio cuore è pieno di gioia e questo mi aiuta a dimenticare quanto di brutto ho visto durante il viaggio che mi ha portato fino a voi. Ci sono stati momenti in cui ero convinto di non farcela, avevo perso ogni speranza. Ma il Signore mi ha dato la forza per andare avanti e ha guidato i miei passi sui ‘sentieri diritti’: ho capito cosa significa che ‘il Signore è il mio Pastore’. So che il mio futuro non sarà facile, so che incontrerò ancora tante difficoltà, ma con l’aiuto di Dio e della sua Chiesa, che siete voi, sono certo che troverò sempre un sostegno. Vi chiedo di avere pazienza con noi, non scappiamo per mettervi paura o per rubare la vostra serenità. Siate accoglienti con ciascuno di noi, cercate Cristo nei nostri volti. Non chiediamo carità ma giustizia, chiediamo di condividere con voi quella mensa imbandita per tutti i popoli. Grazie”.