Quale accoglienza se i bambini dormono per strada'
Articolo di Luca Insalaco - Palermo
(11 maggio 2015) - Li vediamo per strada, mentre chiedono qualche spicciolo. Sono migranti economici, in attesa di un treno verso l’altrove sperato, oppure richiedenti asilo, ospitati nei vari centri presenti in tutta la provincia. Non è questa l’accoglienza che pensavano di trovare una volta giunti in Italia. Arrivano dalla Nigeria o dal Corno d’Africa, spesso sono in attesa di essere ascoltati dalla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale. Molti sono arrivati la scorsa estate, quando il porto palermitano si è scoperto nuovamente palcoscenico di emigrazioni. Non erano più i bastimenti che partivano alla volta dell’America, carichi dei nostri emigranti; stavolta era il nostro suolo a essere terra promessa. Al loro arrivo hanno visto un enorme dispiegamento di forze sul molo, sigle e bandiere che presto hanno dovuto dimenticare. Al loro posto le strutture di accoglienza dalle quali molti, ben presto, sarebbero fuggiti. Tra i migranti arrivati lo scorso mese, non sono pochi quelli che non hanno neppure aspettato di vedere le stanze nelle quali avrebbero dovuto dormire. Neanche il tempo di scendere dai pullman che li aveva accompagnati presso le strutture di accoglienza e già folti gruppi di persone si dirigevano verso la stazione centrale, per continuare il viaggio, direzione Milano.
Per chi è rimasto l’attesa del sospirato “documento” si scontra con i problemi quotidiani più elementari. Alcuni non sanno cosa sia il pocket money, la modesta diaria giornaliera che dovrebbe consentire ai profughi di effettuare piccole spese; altri si lamentano per la sgradevolezza del cibo loro propinato nelle comunità che li ospitano. Si appellano al buon cuore dei passanti, ricordando le traversate dalle quali arrivano. Non è la generosità a difettare. La richiesta di vestiti lanciata qualche settimana ha attivato una tale mobilitazione che il Centro Astalli ha dovuto sospendere la ricezione di ulteriori indumenti.
Li abbiamo visti percorrere a piedi la Palermo-Agrigento, sotto il sole cocente. Per chiedere l’elemosina in città arrivano anche dai paesi nei quali sono stati spediti, in strutture isolate, kilometri su kilometri a separarli dai centri abitati. Da qui le proteste, l’ultima delle quali ha visto come protagonista un gruppo di richiedenti asilo destinati a un centro di Corleone.
Anche i minori non accompagnati non sfuggono a questo destino di malaccoglienza. Proprio loro che avrebbero diritto a maggiori cure e a particolari tutele. Una decina, qualche sera fa, è stata notata accovacciata per strada, nei pressi di Via Lincoln, a pochi passi dalla stazione dei treni. Alcuni avevano appena otto anni, qualche cartone per letto e le stelle a fare da coperta. I bambini, tutti eritrei, sono stati rifocillati dagli “Angeli della Notte”, un gruppo di volontari che si prende cura dei clochard, che sempre più numerosi sostano sui marciapiedi della città. Segnalati alle forze dell’ordine, sono stati presi in carico dai servizi sociali. Un breve riparo fino alla prossima partenza. (Luca Insalaco - Palermo)