(16 aprile 2015) - Un ponte unisce Lampedusa alla Tanzania. Si tratta di un canale di solidarietà tracciato da un sacerdote che, sull’Isola, ha saputo intessere relazioni improntate sull’autenticità e su una fede generosa e gioiosa. Sulla più grande isola delle Pelagie Padre Vincent Mwagala è stato per alcuni anni viceparroco, attraversando tutte le stagioni di questo lembo di terra gonfio di vento e di sole. Qui ha fatto apprezzare le proprie doti umane e spirituali, offrendo conforto a quanti, perseguitati dalla miseria e dalla morte, erano stati costretti a lasciare la propria terra. Affiancando i parroci che si sono avvicendati nell’unica parrocchia dell’Isola, Padre Vincent è sempre stato il sacerdote di tutti, pastore attento e sapiente tanto all’interno del Centro di accoglienza, quanto tra i suoi parrocchiani, la cui devozione per la Madonna di Porto Salvo ha sposato con amore e spirito di servizio. Tornato nel suo Paese natio, il presbitero, ormai lampedusano d’adozione, non ha interrotto i legami con l’Italia. I lampedusani, infatti, sono i primi sostenitori del progetto di cui il sacerdote si è fatto promotore: la costruzione della scuola secondaria Sant’Anselmo, nel territorio di Usokami, una parrocchia di circa venticinquemila abitanti, che dista circa 80 Km dalla città di Iringa. Una scuola, dunque, per dare ai più piccoli l’aspettativa di un futuro diverso e arrestare l’esodo di chi vede nel continente europeo la meta per riscattarsi dagli stenti in una terra, la Tanzania, soffocata dalla povertà e da un tasso di mortalità elevatissimo.
“Una buona istruzione – spiega Padre Vincent – permetterebbe al futuro del Paese di prendere sempre più coscienza e conoscenza del proprio territorio, fino a innamorarsene e farlo proprio, evitando così migrazioni illegali dovute al bisogno di ricerca di una vita migliore”.
In Tanzania ai più alti livelli scolastici accedono pressoché esclusivamente i seminaristi, lasciando indietro tutto il resto della popolazione, a causa di un sistema che garantisce una preparazione idonea a superare l’esame finale solo a chi appartiene alle classi sociali più elevate. Assolto l’obbligo scolastico, il resto dei ragazzi è costretto a lasciare il percorso di studi, abbandonandosi a un destino di violenza e malessere.
La Diocesi di Iringa, attraverso la realizzazione della St. Anselm Secondary School, vuole offrire una valida alternativa di istruzione a chi dovrebbe accontentarsi solo di desiderarlo.
Le spese per la realizzazione della struttura sono stimate in €.388.263, una somma che i promotori del progetto confidano di potere racimolare grazie all’aiuto di quanti – istituzioni, associazioni e uomini di buona volontà – sentano di potere dare un sostegno alla crescita sociale e culturale di questo pezzo d’Africa. Una prima raccolta fondi ha permesso di preparare il terreno e di acquistare 200mila tra mattoni e pietre, in modo da gettare le fondamenta del complesso scolastico.
In attesa, tuttavia, di costruire la nuova scuola, la parrocchia di Padre Vincent ha avviato i lavori di ristrutturazione di una struttura in disuso, all’interno della quale pensa di ospitare i ragazzi della scuola primaria e secondaria, già a partire dal gennaio del 2016. Per arrivare puntuali alla scadenza prefissata i lavori procedono alacremente. Completato il restauro delle prime 5 aule, per le quali è stato già acquistato l’arredo scolastico, si stanno ultimando i lavori per realizzare il dormitorio femminile, che potrà ospitare cento studentesse. “Abbiamo ancora bisogno di circa 25 mila euro per far sì che gli alunni abbiano tutto il necessario – spiega Padre Vincent –. Il nostro sogno è riuscire ad avere i fondi anche per realizzare la nuova struttura. Si tratterebbe di un risultato importante perché prevediamo di avere tantissimi ragazzi, che sarà molto difficile ospitare nell’attuale struttura”.
Anche Lampedusa, come detto, si sta dando da fare per sostenere il progetto promosso dal sacerdote. Durante la Quaresima è stata attivata una raccolta di fondi, terminata in occasione della domenica delle Palme, quando i salvadanai della solidarietà sono stati consegnati in parrocchia, dopo avere fatto il giro dell’Isola. Con la Pasqua, tuttavia, non è terminato l’impegno dei residenti, finalizzato a dare ai giovani tanzaniani un futuro migliore. Si studiano, quindi, nuove iniziative per stimolare la generosità di tutti, si spediscono beni nel paese dell’Africa Orientale, si inviano offerte attraverso il conto corrente creato per l’iniziativa.
(Luca Insalaco - Lampedusa)