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Abolire il permesso di soggiorno   versione testuale
Articolo di Luca Insalaco - Palermo

(15 aprile 2015) - Abolizione del permesso di soggiorno, accesso effettivo al diritto d’asilo in chiave europea, riforma della legge sulla cittadinanza. Sono alcune delle proposte contenute nella “Mobilità umana internazionale - Carta di Palermo 2015”, documento approvato dalla Giunta comunale di Palermo, che punta ad affermare il diritto alla mobilità come diritto della persona umana. Solo cambiando l’approccio alla migrazione come sofferenza ed emergenza – sostengono gli estensori della Carta – si potranno superare tutti i problemi legati ad un processo inarrestabile qual è lo spostamento di milioni di persone nel mondo, a causa della globalizzazione e alle crisi economiche e politiche di lungo periodo.
La soluzione delle emergenze – spiega il testo, elaborato nell’ambito del convegno internazionale “Io sono persona”, promosso dal Comune palermitano – ruota attorno al fondamentale riconoscimento del migrante come persona, cui devono conformarsi le scelte legislative e lo stesso concetto di sicurezza, spesso ispiratore di “apparati normativi emergenziali e disumani”.
“Si deve uscire dalla logica e dalle politiche dell’emergenza che durano ormai da decenni – recita il documento –. La mobilità umana costituisce un fattore strutturale della nostra società e non una questione di sicurezza. Occorre liberalizzare questa mobilità umana e valorizzarla come una risorsa e non come un onere aggiuntivo per i Paesi di destinazione”. Da qui la proposta di abolire il permesso di soggiorno, istanza di cui l’Unione europea dovrebbe farsi promotrice, riaffermando così la libertà di circolazione, non solo dei capitali e delle merci, ma delle persone, nel mondo globalizzato e non solo nello spazio Schengen. “Le attuali previsioni internazionali – afferma la Carta – garantiscono ipocritamente il diritto di emigrare, ma non garantiscono un corrispondente diritto all’ingresso con uno specifico dovere di accoglienza da parte degli stati. Superare il permesso di soggiorno – prosegue il documento – significa considerare i migranti come persone, come esseri umani, a prescindere dal documento che ne sancisce lo status, significa anche vedere in loro non dei ‘carichi sociali’ o ‘consumatori di risorse’: siano esse posti di lavoro, aiuti sociali o case  popolari, ma dei cittadini attivi in grado di dare valore alla comunità e al luogo in cui risiedono”.
Riveste priorità assoluta tra le proposte formulate l’accesso effettivo al diritto d’asilo, attraverso percorsi di arrivo garantito, che consentano ai migranti di raggiungere il territorio europeo su cui presentare la richiesta di protezione internazionale, eliminando così il ricorso ai trafficanti di morte. Connesse all’esigenza di un sistema più umano sono anche le richieste di modifica dei regolamenti Frontex e Dublino, di garantire il diritto all’accoglienza e a reali percorsi di inclusione, incrementando i posti nei Centri Sprar e assicurando standard dignitosi nei Centri di prima accoglienza e per richiedenti asilo.
Il testo non trascura, poi, gli aspetti legati al lavoro, auspicando la rottura del legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, al diritto alla casa e alle cure gratuite, in condizioni di parità tra stranieri e autoctoni, alla tutela dei minori non accompagnati, nonché alla modifica radicale della legge sulla cittadinanza, basata finalmente sullo ius soli.
La Carta di Palermo, dopo essere stata approvata dalla Consulta delle Culture, è stata inviata, tra gli altri, al Presidente della Repubblica e a Papa Francesco, nonché alle istituzioni europee, con l’intenzione di avviare una petizione europea, che ponga sul tavolo della comunità internazionale le questioni sollevate.
(Luca Insalaco - Palermo)