Tempo di Pasqua   versione testuale

Uomo nuovo, Comunità nuova

Rinascere come figli, rinascere come fratelli e sorelle
I commenti biblici del tempo pasquale riprendono l’ottica antropologica già vista nel tempo quaresimale, con una più marcata attenzione comunitaria. L’uomo nuovo non è un individuo isolato, e neppure l’ingranaggio di un meccanismo troppo grande, in cui finisce per annullarsi. Il risorto costituisce una comunità fraterna, che ha il suo punto di unione nell’essere rigenerati dalla sua morte e risurrezione. La dimensione comunitaria appare chiaramente in tutte le letture del ciclo pasquale B, fino a trovare il suo vertice nella celebrazione dell’Ascensione e della Pentecoste.

La manifestazione esterna
I commenti procedono tutti a partire da una manifestazione esterna, visibile, con cui i discepoli di Cristo danno insieme testimonianza di sé. Soprattutto la lettura degli Atti fornisce una serie di icone semplici ed efficaci di ciò che è chiamata ad essere la Chiesa concreta, radicata in un tempo e in un luogo preciso. Individuare i tratti esterni è particolarmente utile nel nostro tempo, particolarmente sensibile all’immagine, forse anche troppo distratto dall’apparenza, orientato alla comunicazione superficiale. Non è male venire incontro: sarebbe male forse se la cura dell’apparenza diventasse esclusiva. Ma noi impariamo dal nostro Maestro a porre segni significativi, interrogando sul senso profondo.

La ragione profonda
Siamo dunque invitati ad andare oltre la manifestazione esteriore dell’agire della Chiesa: che può risultare talvolta affascinate, talvolta sconcertante, in alcuni casi anche irritante e incomprensibile.  La convinzione profonda che ci guida è che in quanto viene realizzato  dai discepoli di Cristo, Dio stesso è all’azione. Ciò che la Chiesa fa, manifesta sempre un aspetto del mistero di Dio. Può accadere che non avvenga tutto in maniera completamente limpida; ma mai in maniera completamente oscurata. Anche il tempo pasquale ha una sua dimensione di conversione, perché possa completamente risplendere nella vita dei discepoli la luce del Risorto. Possiamo però chiederci quali ostacoli sono da superare, quali opacità restano da rimuovere.

Il nodo da sciogliere
In ognuna delle domeniche di Pasqua emergono alcuni snodi decisivi: da essi dipende la piena fedeltà della Chiesa all’azione del Risorto, o il suo intorbidamento. La riflessione biblica conduce dunque a riconoscere e affrontare i nodi critici. Essi non sono però motivo di tristezza, di polemica, di tensione, ma vengono riconosciuti proprio a partire dalla gioia pasquale.

La gioia da vivere
In tutti i racconti delle apparizioni appare la difficoltà, una sorta di diffidenza, di fatica ad abituarsi alla sorprendente luce della risurrezione. L’incontro con il Risorto fa superare la paura, scioglie i dubbi, senza ignorarli, e arriva a produrre la gioia e la missione. La prospettiva fondamentale da cui si parte e a cui si arriva è dunque quella della gioia, dell’incoraggiamento, dalla valorizzazione di tutto ciò che di positivo è già espresso nelle nostre comunità, e che ha bisogno di essere rinvigorito e sviluppato.