(3 febbraio 2015) - Nel Cara più grande d’Europa, da tempo l’obiettivo non è la semplice ospitalità, ma un’integrazione più larga, capace di mantenere il dialogo tra i richiedenti asilo e la gente di Mineo e degli altri centri del Calatino, il comprensorio della provincia di Catania che dà casa a numerosi Sprar. In questo sforzo il Cara di Mineo non è solo. E la recente raccolta di alimenti davanti ai supermercati, fatta dagli stessi migranti a favore delle famiglie disagiate, ha lasciato un segno tangibile della disponibilità a farsi carico di un rapporto positivo con la gente del posto, maturata in molti dei richiedenti asilo presenti nel Cara e negli Sprar. Il territorio, dal canto suo, in questi anni non si è sottratto all’impegno dell’integrazione e le istituzioni sono state sostenute anche dalla rete di 45 partner che operano nei nove comuni del consorzio “Calatino terra d’accoglienza”. Ieri come oggi sono numerose le iniziative che hanno per protagonisti i migranti: corsi di formazione, tirocini, spettacoli, attività sportive. Il Carnevale non è che la nuova occasione per rinverdire questo rapporto ormai consolidato; nei gruppi in maschera che sfileranno in vari centri, infatti, ci saranno anche numerosi giovani richiedenti asilo. Non è tutto, perché a breve partirà un corso di informatica (a cura dell’associazione “Jobbing Centre”) della durata di cento ore, al quale saranno ammessi 20 ospiti, mentre altri 33 parteciperanno alle lezioni di scrittura creativa del progetto “Sikeliana”. Le loro poesie e i loro racconti verranno raccolti in un volume e i nomi dei partecipanti saranno inseriti in una banca dati accessibile alle società di lavoro interinale. “Si tratta – ha commentato il direttore del Cara di Mineo, Sebastiano Maccarrone – di trasformare l’emergenza in una risorsa, di interpretare la diversità come un arricchimento culturale, insomma di passare dall’accoglienza pura e semplice allo sviluppo di potenzialità utili per tutta la comunità”. A San Michele di Ganzaria, inoltre, alcune giovani eritree ospiti della struttura Sprar, da qualche giorno, sono impegnate in tirocini formativi in aziende locali. “Dopo la fase dell’accoglienza – ha sottolineato Paolo Ragusa, presidente del Consorzio Sol. Calatino – siamo passati alla fase dell’integrazione, con cui si materializza uno scambio umano, culturale e professionale tra l’ospite e il territorio. Questo è un modello virtuoso, a cui si guarda con interesse da più parti dell’Europa”. (Nino Arena Migrantes Messina)