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Mare Nostrum e i rischi per la salute pubblica: giusta attenzione ma niente allarmismi   versione testuale
Articolo di Luca Insalaco

(22 ottobre 2014) - Attenzione sì, ma niente allarmismi. I vertici dell’azienda sanitaria palermitana rassicurano i cittadini sui fantasmi di possibili malattie trasmesse dai migranti che arrivano nel capoluogo siciliano. Non è raro, infatti, che gli stranieri vengano identificati come i nuovi untori di malattie indicibili. Da ultimo, l’allarme per un sospetto caso di ebola, subito rientrato, ha innescato la psicosi in città, mostrando la necessità di un’informazione responsabile. I dati relativi ai migranti fatti sbarcare finora, tuttavia, offrono un quadro sanitario di relativa ordinarietà. Gli immigrati arrivati dal 27 settembre del 2013 allo scorso 19 settembre sono stati 5.170, dei quali 511 minori e 561 donne. Com’è noto, all’approdo in banchina il personale medico effettua un primo triage e, se necessario, vengono apprestate le prime cure. Ebbene, dalle statistiche elaborate dall’Asp provinciale ed esposte nel corso di un convegno, emerge che i migranti ai quali è stata praticata una terapia sono stati 846 (i medici hanno somministrato antibiotici, antidolorifici, insulina, etc…), quelli medicati sono stati 362, mentre per 142 persone è stato necessario ricorrere all’ospedalizzazione. Anche i casi di patologie infettive riscontrate, tra gli stranieri già presenti in Italia e i nuovi arrivati, non sono numerosi. Nel 2013 e nel 2014 sono stati individuati e curati complessivamente 10 pazienti affetti da meningite, mentre i casi di malaria sono stati 24. “In Italia – spiega il direttore sanitario, Giuseppe Noto – la malaria non è trasmissibile, perché da noi manca la zanzara che consente il contagio della malattia. Sono leggermente più numerosi i casi di tubercolosi, anche se si tratta di una malattia da povertà”. Molto spesso, infatti, le condizioni di salute dei migranti peggiorano una volta arrivati in Italia e malattie come la TBC sono generate dalle cattive condizioni in cui vivono gli stranieri nel paese di accoglienza.
Se, dunque, non si sono finora registrati casi particolarmente preoccupanti dal punto di vista medico-sanitario, le criticità riguardano invece le finanze. “Dobbiamo fronteggiare i costi, perché vogliamo mantenere il servizio, ma dobbiamo anche guardare al bilancio”, sottolinea il direttore sanitario palermitano.
A livello regionale, l’Assessorato della Salute ha speso 14 mln di euro per garantire le cure ai migranti arrivati sull’Isola nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum. “Si tratta di fondi tolti dal Fondo regionale della Sanità, senza avere la certezza che ci verranno riconosciuti e rimborsati”, rimarca Francesco Bongiorno, responsabile Immigrazione e Salute dell’assessorato guidato da Lucia Borsellino. “I migranti arrivati finora in Italia sono quattro volte superiori a quelli sbarcati nel 2011 – aggiunge l’esperto in materia migratoria –. Come mai non è stato dichiarato come tre anni fa lo stato di emergenza? Un provvedimento in tal senso avrebbe permesso di sbloccare risorse importanti per l’accoglienza”.
Dal punto di vista organizzativo e operativo, qualche settimana fa è stato presentato il Piano di contingenza sanitario regionale per i migranti, un programma che definisce le strutture e gli attori coinvolti nell’assistenza sanitaria e che indica le procedure da attivare in caso di nuovi ingressi. “Il Piano è molto importante – ha spiegato Santino Severoni, responsabile della World Healt Organizzation Regional Office for Europe – perché permette di ottimizzare le risorse in campo, di rafforzare i legami intersettoriali e di migliorare la comunicazione, anche per evitare allarmismi infondati tra la popolazione. Inoltre – ha annunciato Severoni – con l’assessorato stiamo pensando alla creazione di una piattaforma internazionale per l’assistenza tecnica e la formazione del personale”.
(Luca Insalaco)