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Emergency, il diritto alla salute non è mai irregolare   versione testuale
Articolo di Luca Insalaco

(20 ottobre 2014) - Il mondo ogni giorno passa da qui, migliaia di vite, ognuna con la propria storia. Alcune si sono concluse male, con un’espulsione dall’Italia. Altre rimangono e colorano il centro, come i sorrisi dei bambini che hanno ricevuto cure e sostegno: sono quelle che più danno forza per continuare la propria missione.
L’ambulatorio palermitano di Emergency rappresenta l’approdo sicuro dei migranti salpati dai più disparati porti. Nato nel mese di aprile del 2006, l’oasi felice di via La Loggia ha finora effettuato oltre 75.000 prestazioni, accogliendo genti di ben 70 nazionalità diverse. Medicina di base, odontoiatria, oculistica, pediatria, dermatologia, ginecologia, cardiologia, sono solo alcune delle specialità ospitate nei locali concessi dall’Asp6 in quella che un tempo era l’area barberia-tappezzeria del manicomio Pisani. E tutto su base volontaria e gratuita. Gli inizi sono stati dedicati alle prestazioni non offerte dalla sanità pubblica, come le protesi dentarie e gli occhiali, un lusso per chi lotta per sopravvivere.
In una città in cui il destino dei servizi sociali è perennemente appeso ai capricci del bilancio comunale, a bussare alle porte della Ong fondata da Gino Strada sono sempre di più anche i palermitani, le cui condizioni di vita sono drammaticamente peggiorate a causa della crisi economica che morde il Paese. Dove non arriva l’associazionismo è spesso il disagio a far incontrare e affratellare chi vive in condizioni precarie, che parli il dialetto panormita o quello cingalese. Accade soprattutto nei quartieri popolari, dove pure operano sacerdoti coraggiosi e uomini di buona volontà. Dove non arriva l’informazione è il passaparola a condurre chi si ritrova straniero e bisognoso di cure in via La Loggia. Anche chi non ha il permesso di soggiorno, soprattutto chi non lo possiede. Accade non di rado, infatti, che gli immigrati irregolari non si avvicinino ai servizi sanitari per timore di essere denunciati. Un timore infondato, visto che la salute rappresenta un diritto della persona e non del cittadino e quindi non può essere legato un pezzo di carta. Ecco perché la legge consente anche agli irregolari l’accesso alle cure mediche urgenti ed essenziali.
“Le strutture di aiuto nascono dal senso di umanità, prima ancora che dai regolamenti – ha spiegato Gino Strada, qualche giorno fa in città per ricevere la cittadinanza onoraria -. Il nostro Paese ha ricevuto diverse condanne per i propri comportamenti discriminatori, dimenticando che anche noi siamo stati emigranti e che le migrazioni esistono da sempre. Il migrante – ha aggiunto - non è un estraneo o un nemico. Quando arriva è come quando in una famiglia nasce un bambino e da qual momento si accoglie il nuovo arrivato e se ne rispetta i diritti umani. Se crediamo davvero che tutti gli esseri umani abbiano pari dignità, allora dobbiamo assicurare uguali diritti a tutti. Se non siamo in grado di offrire fratellanza a chi arriva, almeno offriamogli la nostra comprensione”.
(Luca Insalaco)