(2 ottobre 2014) - In un anno, in Europa, sono giunti circa 130mila immigrati, le persone soccorse sono state 15mila e i morti 3mila, mentre gli extracomunitari presenti in Italia producono il 12% della ricchezza nazionale, per un valore stimato in 167 miliardi di euro. I dati sono emersi nel corso di una delle manifestazioni collaterali inserite nell’ambito del “Cous cous fest”, che si è svolto nei giorni scorsi a San Vito Lo Capo e che è stato vinto dagli chef italiani Andrea Provenzani e Giuseppe Salmeri, milanese il primo, sanvitese il secondo, che hanno battuto i colleghi provenienti da altri 9 Paesi del mondo. All’interno della manifestazione, sono stati trattati diversi aspetti del fenomeno migratorio.
A consentire di avere una visione più chiara dell’immigrazione “forzata” da guerre, carestie, fame, sete e persecuzioni, è stata la presentazione del dossier “La neve per la prima volta”, nel quale sono narrate le storie di quattro sopravvissuti al naufragio del 3 ottobre di un anno fa a Lampedusa, in cui persero la vita 368 persone. Valerio Cataldi, autore del dossier, oltre che dello scoop sulle “docce antiscabbia” alle quali venivano sottoposti i migranti nell’isola agrigentina, ha ricevuto per questo documentario il premio per la libertà di informazione da parte di Articolo21 e il patrocinio dell’Alto Commissariato per i rifugiati.
Il numero certamente più drammatico emerso durante l’incontro, che è stato moderato dalla giornalista Marzia Roncacci, è quello delle vite andate perdute nei tragici naufragi che si sono verificati e continuano a registrarsi nel Canale di Sicilia. A fornirlo è stata Carlotta Sami, portavoce per il Sud Europa dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). “Dall’inizio di quest’anno – ha detto la Sami – fino ad ora, in Europa sono arrivati 130mila immigrati e sono stati 3mila i morti. Oltre la metà di questi flussi, circa il 60%, è rappresentato da persone che fuggono dalla guerra. Dalla Siria sono circa 3 milioni i rifugiati. Le ragazze siriane hanno raccontato che la traversata è un’esperienza peggiore dei bombardamenti. L’Europa accoglie queste persone, che hanno diritto alla convivenza e soprattutto all’integrazione”.
Di accoglienza ha parlato Antonio Morana, della Capitaneria di porto di Trapani, ma prima in servizio alla Guardia costiera lampedusana, spiegando che soltanto a Lampedusa, isola da 20 chilometri quadrati e con 4mila abitanti, nel 2012, sono stati accolti 53mila migranti. “In quel periodo – ha affermato Morana – si formò una vera e propria catena umana. La gente veniva tratta in salvo con la forza delle braccia e le madri, anche durante la notte, portavano cibo, giocattoli e peluche ai più piccoli”.
Sul soccorso prestato ai migranti si è soffermato Stefano Di Carlo, responsabile operazioni Medici senza Frontiere in Italia. “Dal mese di gennaio di quest’anno – ha sostenuto – abbiamo soccorso più di 15mila persone, spesso giovani sani che, però, sono provati da violenze fisiche e psicologiche subìte durante le traversate o in carcere nel loro Paese. Medici senza Frontiere lavora non soltanto con medici e infermieri, ma anche con mediatori culturali, perché al loro arrivo queste persone hanno difficoltà legate sia alla lingua sia ai riferimenti culturali”.
Altro intervento interessante quello di Marco De Ponte, che ha fornito notizie sui bambini stranieri in Italia e sulla ricchezza che producono gli immigrati, spiegando che nel “Belpaese” risultano residenti oltre 993mila bambini non italiani, pari al 21,7% della popolazione immigrata e di cui 572.720 nati in Italia. “La maggior parte degli stranieri che vive nel nostro Paese – ha poi evidenziato De Ponte – produce il 12% della ricchezza nazionale, per un valore di 167 miliardi di euro. Il migrante è anche una persona che spesso si è integrata e vive in società. L’Unione europea tra il 2007 e il 2013 ha investito 4 miliardi di euro per l’immigrazione, ma di questi fondi quasi la metà, ossia il 46%, è destinata al controllo delle frontiere e soltanto il 21% all’integrazione e il 17% al fondo per i rifugiati”.
Il ruolo dei media nell’ambito del fenomeno migratorio, infine, è stato illustrato da Giovanni Pepi, condirettore del Giornale di Sicilia. “Quello che viene presentato come un fenomeno – ha osservato – è un fenomeno eterno, che si è solo accentuato negli ultimi anni e con il quale dobbiamo imparare a convivere. Oggi il 20% della popolazione vive consumando l’80% delle risorse del pianeta. Questo provoca povertà, tensioni sociali e guerre in cui si innescano fenomeni di fanatismo religioso e terrorismo. Nei Paesi in cui si è riusciti a vedere l’immigrazione come una risorsa, dicendo anche no quando necessario, si è generato equilibrio. In Italia questo fenomeno si trasforma in sofferenza, disagi e confusione”. (Margherita Leggio - Trapani)