Presentato il Piano di contingenza sanitario regionale per i migranti
Articolo di Luca Insalaco - Palermo
(29 settembre 2014) - Un piano di contingenza per rafforzare la capacità sanitaria regionale e permettere il coordinamento tra le istituzioni. A quasi un anno dall’inizio dell’operazione “Mare Nostrum” e con più di 100mila migranti approdati nell’Isola dall’inizio dell’anno, la Regione Siciliana si dota di un programma operativo per fronteggiare in maniera efficace ed efficiente l’afflusso di persone in fuga da guerre, carestie e situazioni di violenza indiscriminata. Il Piano di contingenza sanitario regionale Migranti è stato presentato martedì scorso a Palazzo Normanni dall’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, e da Santino Severoni, responsabile della World Healt Organizzation Regional Office for Europe, organizzazione che ha collaborato alla stesura del progetto.
“Il Piano nasce per tutelare la salute dei migranti, della popolazione residente e degli operativi impegnati nell’accoglienza” ha detto l’assessore Lucia Borsellino, sottolineando il forte raccordo con il territorio e l’accesso alle strutture sanitarie ed ai centri di accoglienza dell’Isola prima di redigere il documento. “Quella migrante – ha aggiunto l’assessore – è una popolazione fragile, che abbiamo il dovere etico e morale di proteggere, al pari della popolazione residente. Il migrante deve essere considerato un valore aggiunto per la nostra comunità e non un problema”.
I numeri, come detto, vedono più di 100mila persone arrivate in Sicilia da gennaio del 2014, 46mila solo tra giugno e luglio, con picchi anche di 5mila stranieri giunti nell’arco di 48 ore. “Il sistema finora ha retto bene, grazie allo sforzo ed allo spirito di umanità di tutti gli attori coinvolti – ha rimarcato Borsellino -. Le condizioni di rischio evidenziate dai migranti sono state causate dai posti in cui queste persone sono state accolte, oppure dalle pessime condizioni del viaggio. La popolazione migrante, comunque, è prevalentemente sana”.
Sulla stessa linea anche Santino Severoni, uno degli artefici del documento. “Il Piano nasce non perché i migranti portino malattie, bensì perché riteniamo che la sanità pubblica debba prendersi cura di tutti e quindi anche degli immigrati. La questione chiave è l’assistenza per i migranti irregolari: non possiamo permettere che un atto amministrativo, un permesso di soggiorno, divida chi ha diritto all’assistenza sanitaria da chi non può ottenerla”.
Dal punto di vista operativo, il Piano identifica ruoli e responsabilità di tutti i principali attori dell’assistenza sanitaria, il modo in cui questi devono interagire, nonché gli aspetti gestionali e logistici. Il coordinamento compete all’assessorato regionale alla Salute, al cui interno viene individuato un coordinatore regionale, il quale avrà come punti di riferimento sul territorio i direttori sanitari delle Asp. Un ruolo peculiare viene affidato alla comunicazione ed all’informazione, in modo da evitare facili allarmismi tra la popolazione e la circolazione di notizie infondate sui media. Uno degli aspetti più rilevanti è l’identificazione di due diversi responsabili per l’assistenza in banchina e per i centri di accoglienza. Una novità che, si spera, possa riequilibrare il massiccio dispiegamento di risorse messo in piedi per gli sbarchi con la scarsa assistenza vista nelle strutture di accoglienza. (Luca Insalaco - Palermo)