(26 settembre 2014) - Sostenere l'accoglienza e l'integrazione della popolazione rom: questa una delle missioni della Chiesa catanese, oltre l'accoglienza straordinaria ai migranti di questi mesi. Da tre anni il progetto 'Amalipè' (amicizia in lingua rom), promosso da Caritas e Migrantes di Catania, ha favorito l'inclusione sociale e scolastica della popolazione rom presente nei due campi della città: nel quartiere Zia Lisa (70 famiglie e 180 minori) e nella zona di San Giuseppe La Rena (28 famiglie e 25 minori). L’inclusione ha riguardato anche i settori sanitario, lavorativo e abitativo, con particolare attenzione ai minori. Il tutto grazie alla collaborazione tra l'Ufficio Pastorale della Carità, diretto da Don Piero Galvano, e l'Ufficio Pastorale delle Migrazioni, diretto dal diacono Giuseppe Cannizzo. Diverse le macro-aree di intervento, quali: il diritto alla salute, in particolare di donne e bambini, al fine di assicurare l’accesso alle cure mediche ambulatoriali ed ospedaliere; il diritto all’istruzione, per prevenire e contrastare i fenomeni di evasione, abbandono e dispersione scolastica; il diritto al lavoro per giovani e adulti; il diritto all'abitazione principale formalmente regolarizzata.
"Proprio a partire dall'attenzione rivolta ai bambini, è stato possibile costruire in questo triennio un percorso di educazione umana e cristiana, superando quei pregiudizi legati alla popolazione rom. Ai tanti minori seguiti abbiamo garantito il diritto di andare a scuola, di fare i compiti, nonché il diritto alle cure mediche di base. Abbiamo dimostrato come sia possibile evangelizzare e cooperare per il bene, donando dignità e senso civico laddove questi principi vengono a mancare".
Queste le parole di Don Piero Galvano, che su queste basi nell'ultimo triennio, insieme alla Migrantes diocesana, ha dato vita ad un progetto articolato, teso a facilitare l'integrazione sociale così come quella lavorativa, al fine di abbattere e rompere il muro dell’esclusione e dell’emarginazione sociale. Si è trattato di un percorso strutturale, che cominciando dai minori ha coinvolto, in primis, le famiglie. Queste ultime vivono in condizioni di estrema indigenza, per mancanza o instabilità del lavoro, con l'assoluta disoccupazione delle donne costrette dalla necessità a fare la questua. Un problema che si riversa, poi, sui minori, la cui scolarizzazione è sempre a rischio di interruzione e di abbandono. Motivo per il quale, il progetto 'Amalipè', finanziato dai fondi dell’8x1000 destinati alla Chiesa Cattolica, ha permesso durante l'ultimo triennio a 50 bambini (per annualità) di frequentare regolarmente la scuola, essere seguiti nel fare i compiti e prendere parte a varie attività ludico-ricreative a sostegno dell'alfabetizzazione. Il tutto si è reso possibile grazie al servizio di accompagnamento scolastico, all’attività di doposcuola e alla mensa (due giorni la settimana). Proprio nell'ultimo anno scolastico si sono ottenuti ottimi risultati: quasi l'80% dei bambini che hanno preso parte al progetto ha superato l'anno scolastico. Per la prima volta, poi, in tre anni, alle riunioni genitori-insegnanti, sono state presenti anche una decina di mamme rom.
Per l'anno scolastico 2013-14, il servizio al fianco dei bambini rom si è svolto a Librino, presso la parrocchia 'Resurrezione del Signore' grazie alla disponibilità di padre Salvo Cubito:
“Per noi l'accoglienza nei confronti di questi bambini è stata un dovere - ha rivelato il parroco di una delle periferie più disagiate di Catania - grazie anche alla collaborazione dei numerosi parrocchiani che hanno speso gratuitamente parte dei loro pomeriggi, due volte a settimane, in loro compagnia”.
Ne è nato un rapporto umano speciale, caratterizzato dal rispetto reciproco e dalla gratuità del donarsi senza ricevere. Un percorso che operatori Caritas/Migrantes e volontari hanno svolto insieme, senza distinzione di ruoli e compiti, nella condivisione dei valori cristiani dell'accoglienza e dell'ospitalità, come dimostrato in occasione della Festa Multietnica 2014, quando i ragazzi dell'associazione 'Musica Insieme a Librino' hanno suonato insieme ai ragazzi rom. Questo uno dei frutti più belli del lavoro svolto durante l'anno, a testimonianza di come sia possibile creare una sola famiglia umana al di là dell'appartenenza culturale.
“I risultati scolastici, e non solo, quest'anno sono stati straordinari, ma non inaspettati - ha spiegato il diacono Cannizzo - sono il frutto di un lavoro cominciato tre anni fa e concluso da qualche settimana. Il tutto si è reso possibile grazie all'impegno di ciascuno, da chi ha aperto il progetto fino a chi l'ha portato a conclusione. Il rammarico più grande è che per il momento, per diversi problemi, il progetto non continuerà. Come Migrantes, però, insieme agli operatori e ai volontari della Caritas, continueremo la pastorale con i rom e proseguiremo ad assisterli nei loro bisogni primari”. (Filippo Cannizzo - Migrantes Catania)