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Il cous cous strumento di pace e dialogo tra i popoli   versione testuale
Articolo di Margherita Leggio - Trapani

(25 settembre 2014) - Mentre gli sbarchi di migranti vanno avanti senza soluzione di continuità, nel Trapanese, oltre a centri di accoglienza, si trovano strumenti di pace e di dialogo tra i diversi popoli e culture. Uno di questi è il cous cous, in questi giorni protagonista della XVII edizione di una kermesse alla quale hanno preso parte chef di 10 Paesi: Costa d'Avorio, Francia, Israele, Italia, Marocco, Palestina, Stati Uniti, Tunisia, Libano ed Eritrea. 

Uno degli chef partecipanti alla competizione, Maziar Farivar, americano di origine iraniana, nell’ambito dell’iniziativa, ha incontrato a Mazara del Vallo un gruppo di 15 donne di origine tunisina che risiede nella città del Satiro e con loro ha scambiato esperienze culinarie. L’incontro si è svolto nella sede della Fondazione San Vito onlus, della Diocesi di Mazara del Vallo, dove le donne di origine tunisina sono impegnate in un corso di pasticceria nell’ambito del progetto “Nuovi italiani”, finalizzato al sostegno dell’inclusione socio-lavorativa di immigrati di prima e seconda generazione, finanziato dalla Regione. Farivar, che era accompagnato dal fratello Shahab, e le donne immigrate hanno, dunque, utilizzato il cous cous e altri cibi tipici delle tradizioni tunisina, siciliana, americana e persiana, per una conoscenza reciproca che anche in questo caso ha consentito l’incontro tra popoli e culture diverse.

Nell’ambito dell’accoglienza dei migranti, che raggiungono stagionalmente il Trapanese per la vendemmia e la raccolta delle olive, campi provvisori, volti a dare una dignità agli ospiti, sono stati allestiti ad Alcamo, mentre un altro è in fase di realizzazione a Campobello di Mazara. Ad Alcamo, dove, nonostante la diminuzione delle richieste di manodopera per la raccolta dell’uva, si sono concentrati decine di immigrati, l’amministrazione comunale ha deciso di realizzare non uno bensì due campi di accoglienza, in modo da evitare bivacchi per le vie della città. L’accoglienza viene garantita nelle ore notturne, mentre i servizi vengono offerti nella palestra comunale “Palazzello” da Caritas e Croce Rossa Italiana.

In contrada “Erbe bianche” a Campobello di Mazara, invece, il campo di accoglienza sarà regolamentato dalla Prefettura di Trapani in una struttura nella sua disponibilità, l’ex oleificio “Fontane d’oro”, mentre della gestione, oltre che la Croce Rossa Italiana, si occuperanno alcune associazioni di volontariato, tra le quali probabilmente Libera. Lo scorso anno una tendopoli improvvisata e caduta nel completo degrado aveva provocato disordini e molte lamentele. Nei giorni scorsi, dopo l’arrivo di diversi immigrati e il timore che potesse essere realizzata una nuova tendopoli abusiva e priva di servizi, le donne che risiedono in contrada “Erbe bianche” hanno presentato una petizione ai Commissari comunali attualmente alla guida dell’ente locale, affinché intervenissero per bloccare sul nascere il fenomeno.
 (Margherita Leggio - Trapani)