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Accoglienza, tra presente e futuro. Il punto di vista del prefetto Mario Morcone, Capo del dipartimento libertà civili e immigrazione   versione testuale
Articolo di Elena De Pasquale - Migrantes Messina

(24 settembre 2014) - Per il prefetto Mario Morcone, dal mese di giugno tornato a Capo del dipartimento libertà civili ed immigrazione, una cosa è certa: “La Sicilia è una terra che ha dimostrato grande cuore e grande disponibilità all’accoglienza, ma è arrivato il momento che tutti i Comuni italiani facciano la propria parte, ciascuno ovviamente in misura diversa, a seconda delle dimensioni demografiche”. In occasione del tour siciliano degli scorsi giorni per monitorare direttamente le condizioni dei centri allestiti nella Regione, il funzionario prefettizio ha potuto confrontarsi con i colleghi e i sindaci dei comuni in cui ha fatto tappa, ascoltarne le esigenze e stabilire, da qui ai prossimi mesi, una comune linea d’intervento. Perché se è vero che, come sostenuto dallo stesso Morcone, “negli anni a venire si andrà verso una normalizzazione del fenomeno migratorio, è altrettanto vero che nell’immediato bisogna capire come muoversi”.

Nel caso di Messina, il primo passo sarà l’ampliamento dell’ex area militare di Bisconte con finalità di accoglienza, recuperando cioè altre porzioni degli immobili attualmente dismessi oltre la caserma Gasparro. “Non è nostra intenzione – ha spiegato Morcone – privare i cittadini di spazi per i quali l’Amministrazione comunale può aver già messo in cantiere dei progetti di recupero, piuttosto ci interessa dialogare con chi in questo momento governa il territorio e scegliere le migliori soluzioni. Messina deve però decidere che ruolo giocare nello scacchiere dell’accoglienza, in termini cioè di aree che possano essere organizzate come presidi di prima ospitalità”.
Una parte importante la città dello Stretto potrebbe però giocarla anche nell’ambito della prossima operazione di controllo e pattugliamento del canale Sicilia che sostituirà Mare Nostrum. Un intervento che vedrà “in campo”, con mezzi e uomini, non solo l’Italia, ma anche altri paesi europei. “In queste settimane – ha aggiunto il capo del dipartimento – gli uffici preposti si stanno occupando della parte logistica dell’operazione e non sappiamo ancora bene quale sarà la definizione. È certo, tuttavia, che porti, come Messina e Augusta, potrebbero essere coinvolti in prima linea”.

Un altro punto importante, affrontato da Morcone, riguarda l’aumento del numero delle commissioni territoriali che si occupano di esaminare le diverse richieste di asilo: “Regioni come la Sicilia, la Calabria, ma anche la Puglia e la Lombardia, dove in questi mesi ci sono stati i principali flussi di migranti, è giusto che abbiano gli strumenti adatti a poter “smaltire”, in tempi ragionevoli, le varie pratiche presentante dai richiedenti asilo, così che anche loro abbiano l’opportunità di portare avanti i loro progetti migratori anche fuori dall’Italia. Nel caso siciliano, l’aumento delle commissioni è ormai cosa fatta ed esse saranno incardinate nelle diverse Prefetture”.

Importanti precisazioni il prefetto ha poi inteso fare sulla questione minori. Ciò prendendo spunto anche da quanto si sta verificando a Messina, dove a causa della mancanza di strutture per Misna (Minori stranieri non accompagnati), 88 minori sono tuttora alloggiati nella tendopoli in condizioni di promiscuità, ovvero con adulti, dunque contro prescrizione di legge. Il Capo del dipartimento “si scaglia” proprio contro la normativa attualmente in vigore, definita “anacronistica e superata rispetto allo scenario che si è andato profilando negli ultimi tempi. I numeri non sono certo quelli degli anni duemila, quando cioè le norme vennero varate: da ottobre ad oggi sono oltre 9000 i minori accolti”.
Un numero che grava sui bilanci delle Amministrazioni: “Essendo chiaro che non è possibile portare al dissesto gli enti locali chiamati a sostenere tali spese di accoglienza – ha spiegato Morcone – il Ministero, con proprie risorse e proprio personale, si occuperà di individuare siti per la primissima ospitalità”. Che non necessariamente dovranno, però, essere ricercati nel comune di sbarco, ma anche in ogni altra parte d’Italia “per garantire una più equa distribuzione territoriale”. Superata l’emergenza, ha infine specificato Morcone, “lo scenario che si prospetta è la creazione di un canale Sprar (Sistema protezione richiedenti asilo rifugiati) dedicato solo a minori stranieri non accompagnati”. I comuni potranno presentare dei progetti Sprar riferiti all’inserimento e all’integrazione dei Misna, che verranno poi finanzianti dal Viminale.    (Elena De Pasquale - Migrantes Messina)