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Lampedusa, alla Misericordia la gestione del Centro di accoglienza   versione testuale
Articolo di Luca Insalaco - Lampedusa

(4 settembre 2014) - La gestione del Centro di primo soccorso e accoglienza di Lampedusa torna alla Misericordia. La procedura negoziata, indetta dalla Prefettura di Agrigento, ha visto spuntarla sulle ditte concorrenti la Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia, già impegnata nella gestione di vari centri in Italia, tra i quali si ricorda quello che sorge ad Isola Capo Rizzuto, il centro di accoglienza più grande d’Europa. Per la Misericordia, come detto, si tratta di un ritorno nell’isola, considerato che l’organizzazione era stata già impegnata nella gestione del sito di contrada Imbriacola quando questo aveva lo status di Cpt (Centro di permanenza temporanea). La confraternita, che ha sede a Firenze, può contare su un forte radicamento in Sicilia e nell’Agrigentino. Sarà, infatti, il coordinamento zonale di Agrigento a fornire supporto logistico e direzione operativa per la gestione del Cpsa.

I nuovi gestori sono chiamati a fare dimenticare le polemiche che lo scorso anno hanno investito il centro, a seguito delle docce anti-scabbia le cui immagini hanno fatto il giro del mondo. “Non ho nessuna voglia di criminalizzare la precedente gestione. Ci sono stati dei problemi, è vero, ma l’impressione che ne ho ricavato, anche parlando con gli operatori, è che tutti abbiano fatto il proprio dovere”, ci dice Salvino Montaperto, della Misericordia di Campobello di Licata e consigliere nazionale delle Misericordie, il quale, lo scorso mese di agosto, ha compiuto un sopralluogo presso la struttura.

Nulla è dato sapere sul completamento dei lavori di ampliamento e ristrutturazione del centro, che vanno avanti ormai dall’inizio dell’anno. Ciò nonostante, il sito potrà essere riattivato qualora se ne presentasse l’esigenza. “Gran parte dei padiglioni, compresi quelli che ospitano le cucine, sono agibili e quindi utilizzabili in caso di emergenza, anche prima della definizione dei lavori, come del resto prevede il capitolato d’appalto – spiega Montaperto –. Al momento la Prefettura sta controllando la regolarità della documentazione che abbiamo presentato. Ultimata questa fase, ritengo che nell’arco di venti giorni si potrà procedere all’aggiudicazione definitiva”. C’è ancora incertezza anche sul destino del personale del centro, composto in gran parte da lampedusani, anche se si guarda con favore a chi, lavorando nel vallone Imbriacola, da qui ha visto passare il mondo: “Non c’è nulla di deciso a questo riguardo. Ritengo, però, che l’esperienza maturata da queste persone debba essere tenuta in considerazione”, sottolinea l’esponente delle Misericordie d’Italia.

È un compito certamente gravoso quello che attende i nuovi gestori. Lampedusa è diventata il simbolo del fenomeno migratorio, tanto da essere tirata in ballo anche quando non ce ne sarebbe motivo, quando le rotte dei migranti non toccano le sue coste. Come tutti i simboli l’isola è oggetto di ostensione, spesso per meri interessi di bottega, esposta come lo è questa terra ai venti. La materia legata ai flussi migratori, poi, è spesso ridotta ad una questione di numeri, dimenticando che dietro le cifre ci sono storie, vite, persone. “L’esperienza di Lampedusa ci affascina, considerato che questa terra è diventata l’ombelico del mondo – sottolinea Montaperto –. Ci metteremo tutta la buona volontà per cambiare rotta rispetto al passato e lavoreremo con lo spirito che contraddistingue tutta la nostra organizzazione e in primo luogo con un’attenzione particolare per l’individuo. Non dobbiamo dimenticare – ricorda – che si tratta di esseri umani costretti a fuggire dalla propria terra e questo ci porta a dare un approccio più umano alla nostra attività”.  (Luca Insalaco - Lampedusa)