(5 giugno 2014) - Sin dalla sua istituzione, nel mese di ottobre, il Centro di accoglienza straordinaria di Messina, secondo precise disposizioni della Prefettura, ha aperto le proprie porte solo a migranti di sesso maschile e di maggiore età. Tuttavia, i numeri, sempre crescenti, delle operazioni di recupero effettuate nel Canale di Sicilia dai mezzi impegnati nell’operazione Mare Nostrum, ha reso necessario, in alcuni casi, mobilitarsi anche per l’ospitalità di donne, bambini, o interi nuclei familiari. Non sono poi mancate le circostanze in cui, in fase di fotosegnalamento, molti dei migranti, inizialmente “riconosciuti” come adulti, abbiano invece ammesso di essere minori. In situazioni del genere, così come previsto dalla legge, ad essere chiamato in causa è il Comune, ed in particolare il dipartimento servizi sociali, cui spetta pensare alla sistemazione degli under18.
La mancanza di strutture appositamente dedicate all’accoglienza dei minori ha, tuttavia, creato non pochi problemi all’Amministrazione comunale, che ha dunque dovuto fare affidamento ad enti esterni. Tre, in particolare, le realtà che in questi mesi hanno preso in carico bambini e ragazzi: l’Istituto religioso “Spirito Santo”; l’Ai.Bi, Associazione amici dei bambini; la struttura Ipab di Pace del Mela. Da ottobre ad oggi, complessivamente, sono stati circa 300 i ragazzi per cui il Comune di Messina, con il supporto dei suddetti partner sociali, ha cercato di individuare un’adeguata sistemazione.
Negli scorsi giorni, al fine di regolare i rapporti di collaborazione instaurati con gli enti in questione, la giunta presieduta dal sindaco Renato Accorinti, ha esitato lo “schema di protocollo d’intesa per regolare i rapporti tra il Comune e gli enti gestori di strutture emergenziali a bassa soglia di accoglienza temporanea di minori stranieri non accompagnati”. Sulla base di tale accordo, l’ente contraente si impegna ad assicurare ai minori vitto e alloggio; ne assicura il controllo medico, grazie alla collaborazione con le strutture sanitarie pubbliche competenti per i vari interventi; assicura ai piccoli un uso corretto e attivo del tempo libero e garantisce loro la possibilità di contattare telefonicamente parenti o persone di riferimento. Tutto ciò sulla base di una copertura economica fornita dal Comune, pari a 20 euro giornalieri per ogni giovane migrante.
Lo scorso 1 giugno, intanto, dopo un breve periodo di stop, il Centro di prima accoglienza di Messina si è nuovamente riempito. Ad occupare le tende, in ciascuna delle quali si trovano collocate otto brandine, per una capienza totale di 250 posti, un gruppo di migranti tratti in salvo nel Canale di Sicilia tra il 30 e il 31 maggio. La macchina dell’accoglienza della città dello Stretto si mette nuovamente in moto.
(Elena De Pasquale - Migrantes Messina)