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La faticosa partenza e il doloroso ritorno in patria: il lungo viaggio di Federico   versione testuale
Articolo di Nino Arena - Migrantes Messina

(28 maggio 2014) - Il suo doveva essere un biglietto di sola andata, la porta per il futuro. Anche se uno di quelli sporchi e dannati, comprato da trafficanti senza scrupoli, dietro i quali si nasconde il gioco pericoloso della vita e della morte: sorelle che fanno a pugni passo dopo passo nel deserto, onda dopo onda sul Mediterraneo. Il destino, però, ha bussato alla porta di Federico. Marcia indietro fino a quella Nigeria che pochi mesi fa aveva lasciato e pochi anni prima lo aveva accolto, in fuga dal Sudan. Biglietto di ritorno senza appello, il suo.
Il destino, anzi una crisi respiratoria improvvisa e fatale, gli ha rubato l’amata moglie Faustina, la donna che gli ha dato due figlie che oggi hanno 12 e 8 anni. Per tutte sognava un futuro migliore, al riparo, da questa parte del mare. Ma è stato costretto a mettere da parte la speranza che lo aveva animato sul barcone con cui ha sfidato il mare e domenica 25 maggio è tornato in Nigeria in aereo. Viaggio rapido questa volta, su una comoda poltrona di dolore. Sono stati i clienti di un supermercato di Giarre ad aiutarlo, consentendogli di comprare un biglietto finalmente vero, di rivedere le figlie e prendersi cura di loro, di piangere la sua donna, morta ormai da due settimane, di ricomporre la famiglia e di restituire senso e sicurezza alle loro due bambine.
Per aiutarlo si sono mossi in tanti, a Giarre come a Riposto, depositando spiccioli e banconote al gazebo rudimentale che ha montato a pochi
metri dall’ingresso del supermercato, che lui considerava il suo posto di lavoro.
Messa da parte la sua laurea in Economia, accantonata ogni velleità di successo facile, infatti, Federico, ogni giorno, andava a “lavorare” a Giarre, dopo avere lasciato l’alloggio che gli era stato assegnato a Catania, in attesa che la competente Commissione Territoriale esaminasse la sua domanda di Protezione Internazionale.
 Per due mesi ha avvicinato con gentilezza i clienti all’uscita del supermercato, li ha aiutati a svuotare il carrello che rimetteva a posto trattenendo 1 euro o 50 centesimi, a volte meno. Era diventato una piccola “celebrità” per la gente di Giarre e Riposto, per  i dipendenti del supermercato. Silenzioso e rispettoso, lo si vedeva soprattutto al fianco degli anziani, ai quali riconosceva un’autorevolezza di cui la nostra civiltà tecnologica pretende di averli spogliati. Lui li ha rivestiti di attenzioni e da loro ha ricevuto in cambio solidarietà e comprensione profonda per una tragedia senza fine, dalla quale dovrà rialzarsi per amore della sua Faustina e delle due bambine che lei gli ha regalato. Federico ha lasciato la Sicilia in lacrime, non sa se e quando potrà tornare, non sa se potrà  ringraziare i suoi amici di Giarre e Riposto, sa che una terra matrigna lo ha accolto, sfamato e restituito ai suoi affetti. Tanto basterà per continuare ad avere fiducia negli uomini. (Nino Arena - Migrantes Messina)