(16 maggio) - Gli episodi di intolleranza e fobia nei confronti dei migranti sono ormai all’ordine del giorno anche nella provincia di Ragusa. Mamme preoccupate di mandare i propri figli in gita con gli stessi autobus usati per i trasferimenti dei rifugiati, amministrazioni tentennanti nel far partire i progetti SPRAR e raccolte firme organizzate da questo o quel partito politico secondo il principio del “non nel mio giardino”.
Non fa eccezione Chiaramonte Gulfi, piccolo paese di 8.000 anime in provincia di Ragusa, dove ad incaricarsi del sentimento anti immigrati sono stati alcuni rappresentanti del partito politico “Fratelli d’Italia”, che avevano organizzato per sabato 10 e domenica 11 c.m. una petizione dai toni piuttosto pesanti, soprattutto in considerazione del fatto che nessuna denuncia risulta pervenuta alle forze dell’ordine in merito ad episodi criminali commessi da migranti: “Viste le varie segnalazioni in ordine ad uno sconsiderato stile di vita dei numerosi migranti presenti a Chiaramonte, si promuove una raccolta firme da inviare al Sindaco di Chiaramonte Gulfi e al Prefetto di Ragusa per chiedere che vengano fatte rispettare le elementari regole civili di vita e di convivenza e che venga ordinato di evitare comportamenti non consoni alle abitudini dei cittadini. Nel caso in cui ciò non fosse possibile, per chiedere che vengano allontanati dal territorio”.
Solo che a Chiaramonte Gulfi è successo quello che non ti aspetti. Alcuni giovani del posto, con un rapido passaparola, hanno fondato un gruppo su Facebook e si sono dati appuntamento per il giorno successivo al gazebo di Fratelli d’Italia, per una contro manifestazione pacifica a base di banane, il frutto diventato simbolo dell’antirazzismo dopo l’episodio del calciatore del Barcellona Dani Alves, che ne ha sbucciata e mangiata una tiratagli dai tifosi avversari. La scena si è ripetuta anche il giorno successivo, questa volta con una presenza ancora più numerosa di giovani, a cui si sono aggiunti anche i ragazzi ospiti delle strutture di accoglienza e alcuni frati della locale comunità francescana.
Tutti indossavano magliette colorate e portavano con sé palloncini e cartelli con slogan anti razzisti. Salvatore Brullo, responsabile di un Progetto SPRAR a Chiaramonte Gulfi, che ospita 20 rifugiati, sottolinea “la spontaneità e la mancanza di strumentalizzazione politica della manifestazione, che è risultata un allegro modo di affermare la bellezza della diversità e il fatto che il razzismo ha molti volti, ma non quello della cittadina di Chiaramonte, dove vivono tranquillamente i 20 ragazzi dei progetti SPRAR, i 15 minori non accompagnati e i ragazzi dell’emergenza prefettura gestiti da un’Opera Pia. Sono in tutto una cinquantina su una popolazione di 8.000 abitanti e non si sono mai comportati in modo da destare allarme sociale. È stato bello anche il fatto che tra noi e gli esponenti di “Fratelli d’Italia” si sia stabilito un dialogo molto civile da entrambe le parti.” Con la speranza che questo dialogo possa servire a fare capire che questi uomini dalle pelle scura che abitano le nostre città sono, anche se non ancora d’Italia, sicuramente fratelli! (Vincenzo La Monica - Migrantes Ragusa)