Sussidio Quaresima-Pasqua 2014 - Parola - 18 maggio - V Domenica di Pasqua 
18 maggio - V Domenica di Pasqua   versione testuale
La grande festa di nozze
Vado a prepararvi un posto
Il Risorto, esaltato dal Padre in virtù della sua Passione, ha il potere di preparare un posto “nella casa del Padre suo”. L’immagine della casa e del posto riservato è evidentemente una parabola: forse risente della particolare cultura del tempo, in cui ogni festa conteneva, potenzialmente, un invito per tutti i membri del villaggio, o del clan familiare, o del cerchio delle conoscenze più intime. Per ambientarci, potremmo forse rileggere le parabole del banchetto e degli invitati. Il Regno di Dio è paragonato ad una grande festa di nozze, a cui un padrone grande e generoso ha concesso con larghezza di partecipare.
 
La paura dell’assenza
L’atmosfera dominante del brano è la stessa di tutti i discorsi di addio nel vangelo di Giovanni: aleggia un diffuso sentimento di paura, di timore legato al distacco, alla previsione dell’assenza di Gesù. Le parole del Maestro tendono a mostrare gli aspetti positivi del distacco: esso consente appunto di “preparare il posto” e di intraprendere il cammino verso di lui.
 
La via da seguire
La domanda di Tommaso a questo punto interroga sulla “via” di cui parla Gesù. La domanda di Filippo chiede invece una visione diretta del Padre. Entrambe le obiezioni, utili da un lato, perché consentono di superare l’equivoco, risultano inadeguate dall’altro, perché tendono a separare Gesù e la via che conduce al Padre. I discepoli tendono a “cosificare” il Regno di Dio, figurandoselo ad immagine dei loro sogni di grandezza, e tendono inoltre a mitizzare la relazione con il Padre, senza rendersi conto della particolarità del mistero di Cristo: da subito, nella sua umanità, egli rivela il Padre. Non ci sono altre rivelazioni straordinarie da attendersi. Da subito Gesù è verità, via e vita. Il Padre si può conoscere attraverso di lui.
 
L’esaltazione dei discepoli
Ciò che i discepoli si attendono da Gesù, quella gloria e quel prestigio che essi vogliono acquisire attraverso lui, non viene concesso nel modo in cui essi lo aspettano; tuttavia, se hanno fede in Gesù, è a loro disposizione. “Chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio”. Attraverso i discepoli, proprio per l’assenza fisica di Cristo, e per la sua presenza diffusa di Risorto, la sua opera si moltiplica e si diffonde. Nel momento in cui i discepoli rinunciano a voler ingabbiare Gesù nei loro progetti, essi entrano a far parte della sua opera di salvezza e benevolenza. La seconda lettura mostra molto bene la relazione tra Cristo risorto e la sua Chiesa: lui resta la pietra angolare, ma attorno a lui ognuno si colloca a sua volta come pietra viva; l’immagine dell’edificio che cresce, fondandosi sulla pietra angolare mette in evidenza il fatto che Cristo resta, per così dire, in posizione di servizio, di supporto, mentre coloro che si edificano su di lui vengono a costituire la visibilità e la bellezza dell’edificio.
 
Cercate tra voi sette uomini
Nella prima lettura vediamo l’attuarsi concreto del mistero della Chiesa, non privo di difficoltà, ma destinato ad essere fecondo e ristoratore per coloro che vi partecipano, a patto di restare in ascolto della voce del Risorto. Il numero dei discepoli aumenta, e anche un gran numero di vedove riceve assistenza quotidiana. La carità del Risorto che agisce nella sua Chiesa si manifesta come attenzione e benevolenza, soprattutto per chi è più privo di tutela. Ma l’aumento numerico fa emergere anche il problema dell’insufficienza dell’opera degli apostoli. Ciò dà avvio ad un sapiente discernimento comunitario, che mira a preservare l’autentica identità della comunità del Risorto, che è in continua crescita, e che rischia di smarrirsi sotto il peso del suo stesso successo. Gli apostoli rinunciano a porsi come plenipotenziari, e suscitano una presa di responsabilità da parte di tutti. Sette uomini di buona reputazione vengono segnalati agli apostoli e qualificati per il servizio. La comunità del Risorto cresce attraverso la forza della carità e dell’obbedienza allo Spirito.
 
Per gli uomini retti è bella la lode
Il salmo responsoriale con naturalezza si aggancia all’immagine della comunità degli Atti,  sviluppando la dimensione del ringraziamento e della lode. Proprio all’inizio sta un’affermazione interessante: la lode è bella “per gli uomini retti”; perché solo chi è limpido può lodare Dio con semplicità e verità. Per chi cerca la propria autoesaltazione, la lode di Dio rischia di diventare una perdita di tempo.
Per chi è troppo impegnato a commiserare le proprie debolezze, la lode di Dio non ha ragion d’essere. Per chi è dominato dalla ricerca della realizzazione e del piacere, la lode di Dio non è sufficientemente esaltante. Per chi umilmente si mette a disposizione del progetto di Dio, ogni giorno si scoprono nuovi motivi per cantarlo, per “proclamare le opere ammirevoli di lui, che ci ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa”.