Sussidio Quaresima-Pasqua 2014 - Liturgia - Musica - 23 marzo - III Domenica 
23 marzo - III Domenica   versione testuale
Il Dio di ogni misericordia
La liturgia della questa terza domenica di Quaresima pone davanti ai nostri occhi non la miseria e la debolezza dell’uomo, ma la grandezza e la potenza della misericordia di Dio: «Abbi misericordia, Signore, perché sono povero e solo» (cfr. Sal 24,15-16 antifona di ingresso). Il Signore, infatti, è venuto non per condannare, ma per donare l’acqua viva della grazia (cfr. Collette per le domeniche e le solennità, III domenica del tempo di Quaresima).
Vi è dunque una giustizia che deriva dalla legge, davanti alla quale non vi è speranza di salvezza, e vi è una giustizia per la fede che viene solo Dio, e che sola può giustificare tutti (cfr. Rm 5,1-2.5-8, 2a lettura). Il cammino quaresimale, pur essendo faticoso è un cammino di liberazione.
Nella celebrazione eucaristica, la liturgia ci invita a guardare con occhi colmi di speranza al Dio di ogni misericordia. Prima della Liturgia della Parola, i fedeli sono invitati a presentarsi al cospetto di Dio in verità. I riti penitenziali, che introducono all’ascolto della Parola di Dio, sono l’espressione sincera del nostro atteggiamento verso di Lui. Così pure, prima di accedere al banchetto eucaristico, siamo invitati a vivere la beatitudine dei poveri e dei miseri: «Beati gli invitati alla cena del Signore…».
In questa domenica siamo invitati a valorizzare, in modo particolare, i riti penitenziali. Suggeriamo di utilizzare il secondo formulario del Kyrie del tempo di Quaresima (Signore, che nell’acqua e nello Spirito…, Messale Romano, pag. 299) oppure, il Rito dell’aspersione domenicale dell’acqua benedetta. Particolarmente adatto è il formulario II (Messale Romano, pag. 1034) che rimanda in modo più diretto al tema battesimale (Questo rito di aspersione ravvivi in noi la grazia del Battesimo). L’acqua, oltre ad essere segno di morte e di vita, è segno di lavacro e purificazione, essa lava e rimuove ogni macchia, trascina via le sozzure e purifica, si rigenera e si rinnova dalla terra e dal cielo.
L’acqua è dunque il segno che richiama la nostalgia dell’innocenza perduta e della purificazione ritrovata: «con il sacramento del Battesimo, l’uomo, fatto a tua immagine, sia lavato dalla macchia del peccato».
 
In questo rito, il popolo santo di Dio, ricevendo l’aspersione dell’acqua benedetta, canta il ricordo della notte beata, ravvivando lo stupore per le meraviglie di Dio: il perdono, l’alleanza rinnovata, la salvezza scaturita dal costato di Cristo, il tempio santo riedificato. Un gesto e un canto che ridestano il ricordo della Veglia Pasquale in cui il peccato di Adamo è stato distrutto: la notte in cui tutti siamo nati, l’acqua dalla quale è sgorgata una nuova vita.
Nella Veglia pasquale la liturgia battesimale costituisce uno dei momenti salienti dell’intera celebrazione. Al termine del cammino quaresimale, tutta la comunità è chiamata a rinnovare le promesse battesimali, per mezzo del quale siamo divenuti partecipi del mistero pasquale del Cristo (liturgia battesimale nella Veglia pasquale). Questo rito per mezzo della professione di fede e l’aspersione con l’acqua, ravviva nei credenti il dono ricevuto. Un rito semplice e suggestivo al tempo stesso, che richiede una certa cura e attenzione celebrativa.
Ecco alcuni semplici suggerimenti:
  • il secchiello potrebbe essere riempito davanti all’assemblea, in modo da rendere visibile e “udibile” il suono dell’acqua;
  • l’aspersorio potrebbe essere costituito da un ramoscello di alloro, di issopo o di mirto. É bene aspergere non solo i ministri e le persone vicine, ma attraversare la navata, in modo da coinvolgere tutta l’assemblea.
  • Il canto che accompagna l’aspersione, è importante che sia eseguito da tutta l’assemblea mentre, le eventuali strofe possono essere eseguite da un solista o dal coro (vd. Sorgente d’acqua RN 161; Acqua viva RN 162).