Seguendo l’antico schema catecumenale, le ultime tre domeniche di Quaresima propongono scene significative del quarto Vangelo. Dopo l’incontro di Gesù con la Samaritana, l’episodio evangelico di questa domenica ci invita ad accogliere e comprendere la rivelazione del Messia (
Gv 9,1-41).
L’episodio narra l’incontro di Gesù con l’uomo cieco dalla nascita come un vero e proprio itinerario che conduce l’uomo dalle tenebre alla luce, dalla cecità alla visione. L’itinerario quaresimale, infatti, di domenica in domenica ci conduce verso la fonte dell’acqua viva, il fonte battesimale, che, come la piscina di Siloe, è la sorgente che guarisce la nostra cecità per renderci figli della luce: «Svegliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà» (
Ef 5,8-14 -
2a lettura)
.
Gesù, infatti, si è fatto guida di ogni uomo che camminava nelle tenebre (
salmo responsoriale), per condurlo alla grande luce della fede (
Prefazio). Il cammino è ormai avanzato, il passo si affretta verso la meta (
Colletta) e la tristezza cede il passo alla gioia. É questa, intatti, la domenica detta
laetare, in cui la mestizia gradualmente si muta in esultanza (
antifona d’ingresso), come il viola si rischiara nel rosaceo dei paramenti.
Il tema dell’acqua e della luce che caratterizza questa domenica ci invita a riscoprire il significato del fonte battesimale, grembo da cui rinascono alla luce i figli di Dio.
Esso costituisce uno dei grandi “poli” dell’aula liturgica attorno a cui ruotano le celebrazioni sacramentali della Chiesa: il rito di aspersione nell’eucaristia domenicale, la celebrazione del battesimo e del matrimonio, secondo il nuovo rito. Un luogo e non un semplice oggetto, che custodisce la memoria delle origini e che, anche nel silenzio, continua a irradiare della sua luce il mistero della rinascita nella fede.
Così recita la preghiera di benedizione del fonte: “
Qui si dischiude la porta della vita nello spirito e si riapre ai figli della Chiesa la soglia vietata del paradiso […] Di qui la lampada della fede irradia il santo lume che dissipa le tenebre della mente e svela ai rinati nel Battesimo le realtà celesti” (Benedizionale, 1204).
Il fonte battesimale, può dunque costituire un luogo di
pellegrinaggio della fede, uno spazio
memoriale da abitare nella preghiera a cui occorre restituire dignità e cura.
Presso il fonte, trova
riposo il Cero pasquale, che, fuori dal tempo pasquale, costituisce una memoria permanente dell’illuminazione battesimale. (Conferenza Episcopale Italiana,
L’adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica, 29).
Il Lezionario di questa domenica offre la possibilità di una forma breve del Vangelo, ma sarebbe opportuno proclamare il testo di Giovanni nella sua integralità cercando di non allungare i tempi della celebrazione in altri momenti (monizioni, omelia, avvisi). Inoltre, per sottolineare il tema della luce si potrebbe pensare ad una illuminazione graduale dell’aula celebrativa, iniziando dall’ambone, all’inizio della liturgia della parola e successivamente dell’altare, all’inizio della liturgia eucaristica (portando le candele e ponendole sull’altare prima della processione dei doni).
Per l’animazione del canto liturgico suggeriamo:
- Canto di ingresso: Grandi e mirabili le tue opere (str. III domenica, RN 84),
- Atto penitenziale: Kyrie, eleison (RN 4);
- Acclamazione al Vangelo: Cristo Signore, gloria e lode a te (RN 15);
- Preghiera universale: Noi ti preghiamo: ascoltaci, Signore (RN 19);
- Canto di Comunione: Soccorri i tuoi figli (RN 98) le strofe per la IV domenica di Quaresima.