(22 gennaio 2014) - Samudaripen, (“Tutti morti” in lingua romanès), è uno dei termini utilizzati dalle comunità rom e sinte per indicare lo sterminio di oltre 500 mila rom e sinti.
(21 gennaio 2014) - “Avrai preso il voto più alto ma resti sempre una zingara“. Così a 7 anni Dijana Pavlovic, attrice serba di etnia rom, si sentì dire da una compagna di classe. Allora abitava in un piccolo paese al centro della Serbia, duecento chilometri a sud di Belgrado, dove si è laureata alla Facoltà delle Arti drammatiche.
(21 gennaio 2014) - “Quando ascolto la propaganda dei nuovi partiti della destra europea, con il loro antigitanismo e antisemitismo è come se vivessi un incubo”: queste alcune delle parole di Rita Prigmore, Sinta tedesca, scampata durante la seconda guerra mondiale al Porrajmos, lo sterminio degli zingari europei. Intervenendo oggi al Panel “Dolore dei popoli e vie di pace” all’interno dell’Incontro interreligioso promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, Prigmore ha ricordato la storia della sua famiglia vittima degli esperimenti dei medici seguaci di Mengele, ma ha anche insistito sul valore della memoria e dell’incontro con le nuove generazioni.
(21 gennaio 2014) - A partire dagli Anni Venti, la politica fascista si è progressivamente radicalizzata delineando quattro periodi di riferimento: 1922-1938: i respingimenti e l’allontanamento forzato di rom e sinti stranieri (o presunti tali) dal territorio italiano; 1938-1940: gli ordini di pulizia etnica ai danni di tutti i sinti e rom presenti nelle regioni di confine ed il loro confino in Sardegna; 1940-1943: l’ordine di arresto di tutti i rom e sinti (di cittadinanza straniera o italiana) e la creazione di specifici campi di concentramento fascisti a loro riservati sul territorio italiano; 1943-1945: l’arresto di sinti e rom (di cittadinanza straniera o italiana) da parte della Repubblica Sociale Italiana e la deportazione verso i campi di concentramento nazisti.