Sussidio Avvento 2013 - Parola di Dio - 8 dicembre - II Domenica 
8 dicembre - II Domenica di Avvento   versione testuale
Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria
Immacolata: "Maria, serva del Signore"
 
Spunti biblici
 
Consideriamo in Maria la dimensione del servizio e dell’ascolto. La sua prefigurazione negativa nell’Antico Testamento è la coppia formata da Adamo ed Eva, immagine dell’umanità che non ascolta, che cerca autosoddisfazione orgogliosa, che finisce per coinvolgersi nel male.
 
Mi sono nascosto
Adamo ed Eva formano un’unica figura ideale, immagine dell’umanità intera, costitutivamente caratterizzata dalla differenza e dalla complementarità dei sessi. Un eccesso di separazione e di competizione tra i sessi è una diretta conseguenza del peccato, che porta con sé il rifiuto del dialogo, dell’ascolto, dall’accettazione della differenza. Adamo ed Eva infatti si nascondono. Non solo hanno paura della presenza di Dio, e si sottraggono al dialogo con lui; ma hanno paura anche di prendere contatto con la propria fragilità. Nascondendosi dalla presenza di Dio, si nascondono da se stessi. Il rifiuto dell’ascolto e il rifiuto del dialogo portano inevitabilmente alla deresponsabilizzazione: le domande di Dio sono subito deviate, si attribuisce la colpa alla donna, si attribuisce la colpa al serpente. Diventa impossibile ogni generosità, disponibilità, spirito di servizio: all’agire consapevole si sostituisce una condotta “insensata”, dettata da impulsi esterni.
 
Che senso ha
Se Adamo ed Eva si nascondono, Maria si espone. Essi hanno rifiutato il dialogo, Maria accoglie sempre più in profondità la Parola, interrogandosi, sulla qualità delle cose, valutando la possibilità e chiedendo implicitamente luce. La parola divina, spiegata dall’angelo, diviene il riferimento della sua esistenza. Riascoltando l’annuncio di salvezza da parte dell’angelo, si apre uno squarcio sul senso della storia: il progetto di salvezza per il popolo di Israele può avere un compimento.
 
Disponibilità
Dall’ascolto nasce la disponibilità a servire. Non in senso semplicemente operativo, ma principalmente in senso generativo. Maria non si limita a compiere qualcosa di buono per Dio, ma si offre interamente come “schiava” del suo progetto: «Ecco la serva del Signore».
 
In realtà offrirsi in piena disponibilità rende possibile la piena realizzazione di Maria, nel servizio festoso della lode di Dio.
Ricordiamo, che nell’Antico Testamento un’altra donna porta il nome di Maria: si tratta della sorella di Mosè e Aronne, ricordata in particolare per il suo cantico di lode dopo il passaggio del Mar Rosso. Anche nel vangelo abbiamo un cantico di lode di Maria, il Magnificat, che sta in un importante rapporto con l’Esodo. Il Dio che libera Israele dall’Egitto, è colui che rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili. Le promesse fatte ad Israele cominciano ad essere estese a tutti i popoli. Maria riconosce che Dio ha guardato “all’umiltà della sua serva”, e che per questo sarà proclamata “beata” da tutte le generazioni. Solo secondo una mentalità mondana il servizio diventa squalificante; nel progetto del Regno di Dio, significa conformarsi alla sua stessa essenza profonda.

Per gli educatori:
l’ascolto profondo, di Dio e dei fratelli
  
L’ascolto è una delle doti fondamentali dell’educatore. Solitamente ciò viene inteso in senso prevalentemente tecnico e professionale: conoscere le persone a cui si è destinati, ascoltare i ragazzi, gli adulti, i bambini, le varie categorie di destinatari a cui si è inviati. Tuttavia, proprio partendo dall’ascolto del destinatario, ci si rende conto che non può essere ricondotto tutto ad una sorta di - pur benefico - marketing.
L’esperienza concreta dell’ascolto delle persone e delle situazioni conduce ad andare più in profondità, in ascolto del progetto di Dio. A questo livello si colloca prevalentemente Maria, risultando, peraltro, sorprendentemente efficace. Lei che non si pone direttamente come educatrice, risulta straordinariamente educativa, mettendosi al servizio pieno del progetto di Dio.
 
Il rifiuto di essere bisognosi
Molto spesso, anche se si usano le massime attenzioni e la più grande disponibilità, l’azione formativa viene rifiutata. Anche il bisognoso estremo, che pure si trova nella massima indigenza, non si adatta facilmente ad essere indirizzato verso modalità di vita nuove. Il formatore è percepito come uno che viene ad imporre dall’esterno la sua convinzione. Tutto cambia se insieme ci si mette in ascolto del progetto di Dio. Di fronte a lui non esistono formatori e formati, non esiste chi aiuta e chi è aiutato, non esiste il sapiente e l’ignorante: tutti sono chiamati ad essere in cammino verso la realizzazione piena della sua verità. Maria, umile serva del Signore, è straordinariamente efficace ed educativa proprio per questo: non ci appare con verità da insegnare, con schemi da apprendere, ma indica il progetto comune, il progetto di Dio che ci riguarda tutti, restando serva e discepola.
 
Il successo di un’indicazione
Alle nozze di Cana, Ella indica semplicemente il modo di rivolgersi a Gesù. Sarà lui ad agire. Ai piedi della croce, la Vergine insegna semplicemente con il suo stare accanto a chi soffre. Nella prima comunità, secondo la narrazione degli Atti degli Apostoli, la vediamo semplicemente stare in preghiera con la comunità dei discepoli. Dicevamo prima: massimamente educativa, senza assumere il ruolo di educatrice: perché costantemente abitata dall’ascolto e dal servizio alla parola.
 
Ciò che è esigito è la fecondità, non un semplice risultato pratico. Cristo deve nascere in noi, come è nato in Maria. L’educatore è colui che per primo vive la forza della parola che si manifesta.
Anche la preghiera dialogante è importante: Maria si interroga sulle parole dell’Angelo, e ci viene presentato un vero e proprio processo di discernimento, che si conclude con l’accoglienza del suo progetto.
Ogni educatore credente è dunque chiamato a vivere il suo servizio restando costantemente in atteggiamento di ascolto, come Maria, senza pretendere di esaurire la propria identità in una serie di azioni o in un ambito professionale, ma mettendosi integralmente a disposizione del progetto di Dio, nella sua interezza.