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Bibbia e giornali per "guardare la realtà". L'intervento di Mons. Ravasi
“Dobbiamo avere il coraggio di presentare le realtà ultime in modo che conquistino l’attenzione” ricordando che “le parole «ultime», come Dio o uomo, devono ancora essere oggetto di notizia”. Questa l’esortazione che mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la cultura, ha rivolto oggi al convegno “Lo sguardo quotidiano. I cattolici, l’informazione, la realtà”, in corso a Milano per iniziativa dell’Ufficio Cei per le comunicazioni sociali. In questo modo, ha aggiunto, “s’intercettano le domande ultime che ogni uomo ha, spesso sepolte sotto le banalità”. Mons. Ravasi ha poi invitato a soffermarsi su “due gigantesche questioni” che investono oggi la comunicazione: il “tema del linguaggio” e “l’ermeneutica”. Il primo “è uno dei temi capitali della cultura europea, che registra molteplici nuovi linguaggi, dotati di equivoci e segni di ambiguità, con grammatiche nuove ed estremamente sofisticate”. In secondo luogo, “rimane fondamentale” il problema dell’interpretazione, cioè l’ermeneutica. Infine, se Hegel disse che “il giornale è la preghiera del mattino dell’uomo moderno”, Karl Barth affiancò Bibbia e giornale. Ed “è indispensabile – ha concluso Ravasi – che queste due lampade siano uno strumento che offriamo a quanti vogliono guardare la realtà, e non soltanto farsi travolgere e sconvolgere da essa”.
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