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40 anni di Avvenire. La storica Versace: Un quotidiano che è coscienza critica del Paese
Anche in momenti in cui i valori cattolici “sembravano drammaticamente compromessi e minacciati da nuovi incalzanti fermenti laicisti”, il quotidiano cattolico ha continuato ad essere “la coscienza critica dei cattolici impegnati nella sfera politica, in piena comunione con il Papa e con i vescovi”. Lo ha affermato Eliana Versace, docente di storia contemporanea all’Università di Milano, ripercorrendo la prima fase della storia di “Avvenire”, dalla fondazione nel 1968 alla morte di Paolo VI, dieci anni dopo. Nel suo primo decennio di vita, ha fatto notare l’esperta durante il Convegno Cei “Lo sguardo quotidiano”, il giornale “dovette confrontarsi con gli epocali mutamenti che investirono la società italiana e che suscitarono gravi lacerazioni anche nel mondo cattolico”. La sconfitta nella battaglia referendaria per l’abrogazione della legge sul divorzio, condotta anche dalle pagine di “Avvenire” in assoluta fedeltà al magistero della Chiesa, svelava infatti “la realtà di un Paese ormai secolarizzato ed in cui il ruolo dei cattolici, che apparvero per la prima volta frammentati e divisi, si andava sempre più marginalizzando”. Anche nel partito di maggioranza relativa, la Democrazia cristiana, che aveva combattuto con impegno la battaglia referendaria contro il divorzio, “la sconfitta evidenziò una latente crisi di rappresentatività del mondo cattolico”.
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