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Lampedusa nel tempo, da Modugno a Boldrini   versione testuale
Articolo di Luca G. Insalaco
(26 marzo 2013) - Isola dei Conigli, Modugno e Boldrini. Le cronache nazionali delle ultime settimane hanno messo in risalto alcune tracce lampedusane buone, sane e degne di nota.
Lampedusani e turisti hanno sempre sostenuto che l’Isola dei Conigli non teme il confronto con i paradisi tropicali, con le mete più conosciute ed anche più costose. Il riconoscimento, attribuitole dagli utenti di Tripadvisor, che la vede ora primeggiare come la spiaggia più bella del mondo, è una medaglia che Lampedusa si appunta con orgoglio sul petto. Il merito, oltreché del buon Dio, è di quanti si sono impegnati per preservarne la bellezza naturale, per difenderla da appetiti grandi e piccoli che altrove hanno invece attecchito.
La storia dell’Isola è densa di battaglie civiche e di polemiche, di errori e di contraddizioni. Impossibile non ricordare la casa che fu di Domenico Modugno, anche quella divenuta un’attrazione turistica, ma per anni al centro di un duro scontro tra gli ambientalisti ed il suo proprietario. Il successo del film tv dedicato a Modugno ha ricordato ai lampedusani il tempo in cui “Mister Volare” soggiornava sull’Isola. È passato molto tempo da quando l’autore di “Vecchio frack” trascorreva le sue estati sulla più grande delle Pelagie, all’ombra dalla sua fama. L’Isola, allora, era il buen ritiro di quanti volevano fuggire dalle nevrosi delle città, dei “continentali” che atterravano qui per rifugiarsi nei suoi silenzi, nel suo vento, per farsi abbracciare dalla natura selvaggia. Un paradiso incontaminato per molti, ma anche una nuova frontiera del business per taluni affaristi, poco attenti al rispetto dei sacri vincoli della natura.
Lampedusa non era ancora l’Isola che i missili di Gheddafi prima, ed il fenomeno migratorio poi, avrebbero fatto conoscere in tutto il mondo. Il fallito attentato del rais libico, nel 1986, mostrò a tutti un puntino al centro del Mediterraneo fino ad allora ignorato nelle cartine geografiche e spesso scambiato con l’Isola di Pantelleria nelle conversazioni informali. I lampedusani scoprirono così di avere tra le mani un gioiello da valorizzare e custodire. Da lì è stato tutto un brulicare di chioschi e di attività ricettive. Gli isolani hanno cambiato pelle, presi in mezzo ad un ciclone del quale non erano stati avvisati. Per sopravvivere, un popolo di pescatori si è inventato imprenditore turistico.
Molte cose, invece, nell’Isola non sono cambiate. Sono rimasti i disagi nei trasporti (fa capolino ancora il traghetto inaugurato trent’anni fa), i mezzi Alitalia hanno lasciato il posto ad una miriade di sigle e di velivoli “sgarrupati”. La sanità resta il punto dolente.
Oggi, sotto il sole d’agosto, diventa difficile distinguere un residente da un visitatore. Al dialetto originario, frutto di un incrocio tra i primi abitanti dell’Isola, si sono aggiunti termini, inflessioni, intercalari propri di altre regioni. Un melting-pot di culture che nell’abbraccio con i migranti africani ha trovato compiutezza.
È proprio dall’impegno sul fronte dell’immigrazione che, in ultimo, è arrivata una notizia sorprendente e gradita. L’elezione di Laura Boldrini alla presidenza della Camera è il giusto premio per una donna che ha sempre lavorato per gli ultimi, per la tutela dei diritti umani di immigrati e rifugiati. La presidente Boldrini, nel tempo, ha avuto modo di conoscere bene Lampedusa, di apprezzare le doti umane di una popolazione che ha accolto senza chiedere nulla in cambio, solo per spirito di fraternità evangelica, ma anche di vederne le ferite, brucianti e profonde.
I diritti costituzionali da queste parti non trovano asilo. C’è solo internet a dare la parvenza di una continuità, a nascondere il confine tra la terra e il mare. Una tastiera che fa da ponte tra l’oblio quotidiano e i palazzi del potere. Ai giovani non resta che partire, in cerca di miglior fortuna. Migranti anche loro. Migranti tutti.
(Luca G. Insalaco - Avvocato e giornalista)