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Venerdì 25 Gennaio 2013

Ufficio delle letture   versione testuale

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Invitatorio
 
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
 
Ant. Lodiamo il nostro Dio
       che ha convertito san Paolo al vangelo.
 
 
SALMO 94 Invito a lodare Dio
Esortatevi a vicenda ogni giorno, finché dura «quest’oggi» (Eb 3, 13).
 
Venite, applaudiamo al Signore, *
    acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
    a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).
 
Poiché grande Dio è il Signore, *
    grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
    sono sue le vette dei monti.
 
Suo è il mare, egli l’ha fatto, *
    le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).
 
Venite, prostràti adoriamo, *
    in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
    il gregge che egli conduce (Ant.).
 
Ascoltate oggi la sua voce: †
    «Non indurite il cuore, *
    come a Merìba, come nel giorno di Massa
        nel deserto,
 
dove mi tentarono i vostri padri: *
    mi misero alla prova,
        pur avendo visto le mie opere (Ant.).
 
Per quarant’anni mi disgustai di quella generazione †
    e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
    non conoscono le mie vie;
 
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
    Non entreranno nel luogo del mio riposo» (Ant.).
 
Gloria al Padre e al Figlio *
    e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre *
    nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
 
Ant. Lodiamo il nostro Dio
       che ha convertito san Paolo al vangelo.


V. O Dio, vieni a salvarmi.
R. Signore, vieni presto in mio aiuto.
 
Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
 
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
 
INNO
 
O apostoli di Cristo,
colonna e fondamento
della città di Dio!
 
Dall’umile villaggio
di Galilea salite
alla gloria immortale.
 
Vi accoglie nella santa
Gerusalemme nuova
la luce dell’Agnello.
 
La Chiesa che adunaste
col sangue e la parola
vi saluta festante;
 
ed implora: fruttifichi
il germe da voi sparso
per i granai del cielo.
 
Sia gloria e lode a Cristo
al Padre ed allo Spirito,
nei secoli dei secoli. Amen.
  
1 ant. Io sono Gesù che tu perseguiti;
         duro è per te resistere al pungolo.
 
SALMO 18 A
 
I cieli narrano la gloria di Dio, *
    e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il messaggio *
    e la notte alla notte ne trasmette notizia.
 
Non è linguaggio e non sono parole *
    di cui non si oda il suono.
Per tutta la terra si diffonde la loro voce *
    e ai confini del mondo la loro parola.
 
Là pose una tenda per il sole †
    che esce come sposo dalla stanza nuziale, *
    esulta come prode che percorre la via.
 
Egli sorge da un estremo del cielo †
    e la sua corsa raggiunge l’altro estremo: *
    nulla si sottrae al suo calore.
 
1 ant. Io sono Gesù che tu perseguiti;
         duro è per te resistere al pungolo.
  
2 ant. Anania, va’ e cerca Saulo:
         io l’ho scelto perché annunzi il mio nome
         a tutti i popoli.
 
SALMO 63
 
Ascolta, Dio, la voce del mio lamento, *
    dal terrore del nemico preserva la mia vita.
Proteggimi dalla congiura degli empi, *
    dal tumulto dei malvagi.
 
Affilano la loro lingua come spada, †
    scagliano come frecce parole amare *
    per colpire di nascosto l’innocente;
 
lo colpiscono di sorpresa *
    e non hanno timore.
 
Si ostinano nel fare il male, †
    si accordano per nascondere tranelli; *
    dicono: «Chi li potrà vedere?».
 
Meditano iniquità, attuano le loro trame: *
    un baratro è l’uomo e il suo cuore un abisso.
 
Ma Dio li colpisce con le sue frecce: *
    all’improvviso essi sono feriti,
la loro stessa lingua li farà cadere; *
    chiunque, al vederli, scuoterà il capo.
 
Allora tutti saranno presi da timore, †
    annunzieranno le opere di Dio *
    e capiranno ciò che egli ha fatto.
 
Il giusto gioirà nel Signore †
    e riporrà in lui la sua speranza, *
    i retti di cuore ne trarranno gloria.
 
2 ant. Anania, va’ e cerca Saulo:
         io l’ho scelto perché annunzi il mio nome
         a tutti i popoli.
  
3 ant. Nelle sinagoghe Paolo annunciava Gesù,
         affermando che era il Cristo.
 
SALMO 96
 
Il Signore regna, esulti la terra, *
    gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono, *
    giustizia e diritto sono la base del suo trono.
 
Davanti a lui cammina il fuoco *
    e brucia tutt’intorno i suoi nemici.
Le sue folgori rischiarano il mondo: *
    vede e sussulta la terra.
 
I monti fondono come cera davanti al Signore, *
    davanti al Signore di tutta la terra.
I cieli annunziano la sua giustizia *
    e tutti i popoli contemplano la sua gloria.
 
Siano confusi tutti gli adoratori di statue †
    e chi si gloria dei propri idoli. *
    Si prostrino a lui tutti gli dèi!
 
Ascolta Sion e ne gioisce, †
    esultano le città di Giuda *
    per i tuoi giudizi, Signore.
 
Perché tu sei, Signore, l’Altissimo su tutta la terra, *
    tu sei eccelso sopra tutti gli dèi.
 
Odiate il male, voi che amate il Signore: †
    lui che custodisce la vita dei suoi fedeli *
    li strapperà dalle mani degli empi.
 
Una luce si è levata per il giusto, *
    gioia per i retti di cuore.
Rallegratevi, giusti, nel Signore, *
    rendete grazie al suo santo nome.
 
3 ant. Nelle sinagoghe Paolo annunciava Gesù,
         affermando che era il Cristo.
 
V. Buono e pietoso è il Signore,
R. lento all’ira e grande nell’amore.
  
PRIMA LETTURA
Dalla lettera ai Galati di san Paolo, apostolo   1, 11-24
 
Rivelò a me il suo Figlio perché lo annunciassi
 
    Vi dichiaro dunque, fratelli, che il vangelo da me annunziato non è modellato sull’uomo; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo, come io perseguitassi fieramente la Chiesa di Dio e la devastassi, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com’ero nel sostenere le tradizioni dei padri. Ma quando colui che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia si compiacque di rivelare a me suo Figlio perché lo annunziassi in mezzo ai pagani, subito, senza consultare nessun uomo, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco.
    In seguito, dopo tre anni andai a Gerusalemme per consultare Cefa, e rimasi presso di lui quindici giorni; degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore. In ciò che vi scrivo io attesto davanti a Dio che non mentisco. Quindi andai nelle regioni della Siria e della Cilicia. Ma ero sconosciuto personalmente alle chiese della Giudea che sono in Cristo; soltanto avevano sentito dire: «Colui che una volta ci perseguitava, va ora annunziando la fede che un tempo voleva distruggere». E glorificavano Dio a causa mia.
 
RESPONSORIO      Gal 1, 11-12; 2 Cor 11, 10. 7
R. Il vangelo che annunzio non è modellato sull’uomo:
* non l’ho ricevuto da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo.
V. La verità di Cristo è in me, poiché vi ho annunziato il vangelo di Dio:
R. non l’ho ricevuto da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo.
  
SECONDA LETTURA
Dalle «Omelie» di san Giovanni Crisostomo, vescovo
(Om. 2, Panegirico di san Paolo, apostolo; PG 50, 477-480)
 
Paolo sopportò ogni cosa per amore di Cristo
 
    Che cosa sia l’uomo e quanta la nobiltà della nostra natura, di quanta forza sia capace questo essere pensante, lo mostra in un modo del tutto particolare Paolo. Ogni giorno saliva più in alto, ogni giorno sorgeva più ardente e combatteva con sempre maggior coraggio contro le difficoltà che incontrava. Alludendo a questo diceva: Dimentico il passato e sono proteso verso il futuro (cfr. Fil 3, 13). Vedendo che la morte era ormai imminente, invita tutti alla comunione di quella sua gioia dicendo: «Gioite e rallegratevi con me» (Fil 2, 18). Esulta ugualmente anche di fronte ai pericoli incombenti, alle offese e a qualsiasi ingiuria e, scrivendo ai Corinzi, dice: Sono contento delle mie infermità, degli affronti e delle persecuzioni (cfr. 2 Cor 12, 10). Aggiunge che queste sono le armi della giustizia e mostra come proprio di qui gli venga il maggior frutto, e sia vittorioso dei nemici. Battuto ovunque con verghe, colpito da ingiurie e insulti, si comporta come se celebrasse trionfi gloriosi o elevasse in alto trofei. Si vanta e ringrazia Dio, dicendo: Siano rese grazie a Dio che trionfa sempre in noi (cfr. 2 Cor 2, 14). Per questo, animato dal suo zelo di apostolo, gradiva di più l’altrui freddezza e le ingiurie che l’onore, di cui invece noi siamo così avidi. Preferiva la morte alla vita, la povertà alla ricchezza e desiderava assai di più la fatica che non il riposo. Una cosa detestava e rigettava: l’offesa a Dio, al quale per parte sua voleva piacere in ogni cosa.
    Godere dell’amore di Cristo era il culmine delle sue aspirazioni e, godendo di questo suo tesoro, si sentiva più felice di tutti. Senza di esso al contrario nulla per lui significava l’amicizia dei potenti e dei prìncipi. Preferiva essere l’ultimo di tutti, anzi un condannato, però con l’amore di Cristo, piuttosto che trovarsi fra i più grandi e i più potenti del mondo, ma privo di quel tesoro.
    Il più grande ed unico tormento per lui sarebbe stato perdere questo amore. Ciò sarebbe stato per lui la geenna, l’unica sola pena, il più grande e il più insopportabile dei supplizi.
    Il godere dell’amore di Cristo era per lui tutto: vita, mondo, condizione angelica, presente, futuro, e ogni altro bene. All’infuori di questo, niente reputava bello, niente gioioso. Ecco perché guardava alle cose sensibili come ad erba avvizzita. Gli stessi tiranni e le rivoluzioni di popoli perdevano ogni mordente. Pensava infine che la morte, la sofferenza e mille supplizi diventassero come giochi da bambini quando si trattava di sopportarli per Cristo.
 
RESPONSORIO     Cfr. 1 Tm 1, 13-14; 1 Cor 15, 9
R. Dio mi ha usato misericordia, perché agivo senza saperlo.
* La grazia ha sovrabbondato, insieme alla fede e alla carità, che è in Cristo Gesù.
V. Non merito di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio.
R. La grazia ha sovrabbondato, insieme alla fede e alla carità, che è in Cristo Gesù.
 
INNO Te Deum
 
Noi ti lodiamo, Dio, *
    ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
    tutta la terra ti adora.
 
A te cantano gli angeli *
    e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
    il Signore Dio dell’universo.
 
I cieli e la terra *
    sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
    e la candida schiera dei martiri;
 
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
    la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
    e lo Spirito Santo Paraclito.
 
O Cristo, re della gloria, *
    eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
    per la salvezza dell’uomo.
 
Vincitore della morte, *
    hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
    Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
 
Soccorri i tuoi figli, Signore, *
    che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
    nell’assemblea dei santi.
 
Salva il tuo popolo, Signore, *
    guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
    lodiamo il tuo nome per sempre.
 
Degnati oggi, Signore, *
    di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
    in te abbiamo sperato.
 
Pietà di noi, Signore, *
    pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
    non saremo confusi in eterno.
 
ORAZIONE
        O Dio, che hai illuminato tutte le genti con la parola dell’apostolo Paolo, concedi anche a noi, che oggi ricordiamo la sua conversione, di camminare sempre verso di te e di essere testimoni della tua verità. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
        R. Amen.
 
Benediciamo il Signore.
        R. Rendiamo grazie a Dio.