(13 dicembre 2012) - “I nuovi aeromobili e i nuovi orari aumentano l’isolamento delle Pelagie”. Il sindaco di Lampedusa e Linosa, Giusi Nicolini, bussa e batte i pugni a Palermo come a Roma, nella speranza che l’Isola che amministra, bellissima al centro del Mediterraneo, possa tornare al centro degli interessi di chi governa, tanto a Palermo quanto a Roma. E questa volta non per i venti inquieti che spirano da Sud e finiscono per affollare il Centro di accoglienza. Il problema non sono soltanto i migranti in fuga e anche se la questione immigrazione finisce per catalizzare ogni genere di malcontento, quello che più temono gli isolani è di ritrovarsi ancora più soli.
L’attuale orario dei voli, con partenza alle 6:30 da Lampedusa e rientro alle 20:20 da Palermo, rappresenta per gli isolani un’ottima opportunità. Nella previsione dell’Enac, gli orari cambieranno con un’inversione nella priorità, che spetterà questa volta a chi giunge dal capoluogo dell’Isola: partenza da Palermo alle 6:45 e rientro alle 18.
E il sindaco, facendosi portavoce delle preoccupazioni di tutti, esprime “il parere negativo rispetto alle modifiche introdotte nel collegamento aereo per il prossimo semestre” e manifesta altre ragioni di disagio: “Velivoli privi di stiva per il trasporto delle salme, sostituzione con aeromobili più lenti, una scarsa collegialità nella fase decisoria”.
“La proposta di spostare il velivolo più veloce dalla tratta più lunga, ossia Lampedusa (300 km), a quella più breve, Pantelleria (140 km), è priva di logica e giustificazione; in questo modo – spiega Giusi Nicolini – il principio e lo spirito della continuità territoriale vengono seriamente compromessi”.
Cosa porterà la modifica degli orari dei voli lo chiariscono soprattutto i parenti dei malati di tumore, costretti a raggiungere un ospedale del capoluogo siciliano per la chemioterapia: “Dovranno pernottare fuori almeno per due notti, prima di potere ritornare a casa”.
“È una situazione difficile, annunciata da mesi e mai affrontata seriamente dalle istituzioni” sostiene Antonio Martello, presidente degli albergatori dell’Isola. “Anche i collegamenti via mare non stanno funzionando bene – aggiunge a sua volta Totò Martello, presidente del consorzio dei
pescatori – una settimana di isolamento dovuto al maltempo non ha permesso l’approvvigionamento delle nostre due Isole. Chiediamo un incontro con il presidente della Regione Crocetta, per potergli spiegare quali sono le nostre esigenze e frustrazioni, che scaturiscono da una cattiva gestione”.
Il malessere ha anche altre ragioni, sfociate nello sciopero generale dell’Isola, il 5 dicembre, quando albergatori, imprenditori e pescatori hanno protestato e rivendicato misure a sostegno dell’economia. In particolare, hanno chiesto la proroga della moratoria: sospensione del versamento di tributi e contributi previdenziali e assistenziali fino al 31 dicembre 2013, taglio del 40% degli oneri dovuti e rateizzazione del pagamento.
Lunedì, intanto, ci sarà un incontro a Roma con il sottosegretario Polillo, per trattare la questione della moratoria fiscale e nell’Isola si spera che possa risolversi con un accordo, pena il possibile fallimento di molte aziende.
Tutte queste preoccupazioni gravano sugli umori dei residenti, rischiando di far degenerare quel sottile equilibrio alla base della convivenza tra i lampedusani e i migranti; a questo si aggiunge il sovraffollamento del Centro d’accoglienza, dove martedì si sono verificati disordini durante una partita di calcio tra somali ed eritrei; il giorno successivo, inoltre, ci sono stati tafferugli tra migranti per le strade del centro di Lampedusa, quando hanno appreso che era arrivata la nave su cui alcuni di loro sarebbero stati imbarcati per i trasferimenti.
Il sindaco Nicolini, in una lettera aperta, aveva denunciato l’inerzia e l’indifferenza del Governo, delle istituzioni e della politica, anche di fronte al malessere dei lampedusani e ai tanti morti in mare nel disperato tentativo di raggiungere le nostre coste. Questo mentre le organizzazioni umanitarie hanno più volte segnalato che nel Centro di contrada Imbriacola erano trattenute (illegalmente visto che nessun reato gli è stato contestato, hanno fatto notare in molti) fino a 900 persone, in attesa di conoscere il loro destino, in uno spazio che ne dovrebbe contenere meno della metà e che tra loro c’erano anche minori, in aperto contrasto con la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia.
Nel tentativo di placare gli animi, il prefetto di Agrigento ha convocato un tavolo tecnico sull’ordine pubblico a Lampedusa e Linosa. Lo scopo è quello di focalizzare i problemi di queste settimane, che stanno mettendo a dura prova la vita dei cittadini, con il rischio costante di proteste che potrebbero sfociare in disordini sociali. Il prefetto ha anche disposto alcuni lavori urgenti al Centro di accoglienza degli immigrati in condizioni di sovraffollamento. All’ordine del giorno ci sono poi le due manifestazioni a oltranza in corso, a Lampedusa contro la mancata proroga della moratoria fiscale, e a Linosa per l’apertura del distributore del carburante.
(Nino Arena – Ufficio Migrantes Messina)