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Antonio Martello, presidente Consorzio albergatori lampedusani   versione testuale
Voci e volti delle Pelagie (4)

(21 novembre 2012) -  “Per leggere bene Lampedusa bisogna lasciarla per un po’, osservarla da fuori e osservare il mondo: se dovessi dare un consiglio ai miei compaesani, direi loro di lasciare l’isola per capirla meglio e migliorarla”.
Antonio Martello, presidente del Consorzio degli albergatori lampedusani, ama la sua Lampedusa, ma sa bene che il mondo non finisce lì. Da albergatore e agente turistico, sa che il fascino indiscusso dell’isola deve “venderlo” ai milanesi in fuga da agende di lavoro fitte di impegni. Lo sa soprattutto da uomo, anche per avere visto altri uomini approdare nella sua terra alla ricerca di opportunità di vita.
“Da quando la pesca e l'industria di conservazione del pesce sono finite – spiega Martello dalla filiale palermitana della sua agenzia Sogni nel Blu – il turismo per noi lampedusani è l'unica risorsa. Io dico purtroppo, perché possono esserci annate buone o cattive, ma si deve vivere comunque, che siano positive o meno. Oggi se il turismo si ferma, è l’isola a fermarsi. Invece, dati i tempi che corrono, bisogna riscoprire i vecchi mestieri, tornare alle produzioni anche più semplici: il nostro è un mondo di commercianti e venditori di servizi, ma se mancano le cose da commerciare allora cosa succede? È per questo che cammina solo la Cina, ma noi non possiamo fermarci”. E Martello, infatti, non si ferma mai, o quasi, nemmeno fosse un milanese. “Il mio tempo – dice con orgoglio – è dedicato alla ricerca di modi nuovi per sollevare la mia isola e far stare in piedi la mia azienda. Come i miei colleghi, lavoro tanto, parlando e facendo riunioni, cercando di creare nuovi agganci con il Nord. La nostra stagione turistica si apre a giugno per chiudersi a settembre, ma il Consorzio sta lavorando al suo prolungamento, alla destagionalizzazione”.
“Per fare questo – spiega – chiediamo all’Amministrazione comunale di gestire con intelligenza l’ambiente, e le premesse ci sono tutte. Alla Regione abbiamo chiesto di consentire la visita dei nostri beni archeologici e storici. Gli imprenditori potrebbero gestirli a costo zero per la Regione, naturalmente garantiremmo il massimo rispetto per ogni tipo di reperto. La proposta è stata avanzata all’ex governatore Raffaele Lombardo, ma senza effetti; l’abbiamo ripetuta al successore Rosario Crocetta, quando è venuto sull’isola, poche settimane fa. Ora speriamo: sappiamo anche che le casse regionali sono in rosso, forse per questo chi governa deve essere bravo e inventare nuovi modi per amministrare”. Quando il portavoce degli albergatori parla di destagionalizzazione pensa ai giorni natalizi, alla primavera, pensa soprattutto ad allargare la platea dei turisti: “La fortuna turistica di Lampedusa – dice – l’hanno fatta i lombardi, poi si sono aggiunti emiliani e veneti, qualche toscano e qualche laziale. Ora vogliamo pensare anche al Nord Europa: tedeschi, inglesi, francesi. Quando lì il freddo impedisce di uscire di casa, qui la temperatura può toccare anche 30 gradi”.
Le cose da fare non mancherebbero: passeggiate guidate lungo sentieri e itinerari, la scoperta della riserva, le giornate di sole... il mare. La forza attrattiva di Lampedusa – e non è poco – sta qui: mare, natura incontaminata, la libertà di tirare tardi, passeggiare lungo la via Roma e stare fuori senza alcuna paura. “I turisti che vengono qui – dice ancora Martello – lo sanno, tornano indietro a quando erano adolescenti e per stare bene e fare tardi non avevano bisogno della discoteca, ma degli amici. E i lampedusani sanno essere accoglienti e amichevoli. Non è un caso, mi creda – conclude il presidente degli albergatori – se i turisti che trascorrono l’estate qui da noi, in inverno ospitano i lampedusani che si spostano per ragioni di lavoro o per altro: del resto siamo nati marinai e da grandi siamo diventati albergatori, abbiamo imparato presto a entrare in sintonia anche con chi viene da lontano”.
(Nino Arena – Ufficio Migrantes Messina)