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Dottoressa Rosanna Genco, nuovo Dirigente scolastico di Lampedusa e Linosa   versione testuale
Voci e volti delle Pelagie (2)
(10 ottobre 2012) -  “Io credo nella scuola e invito tutti a credere in me e nel personale scolastico, ma la comunità scolastica non può affrontare i problemi da sola, bensì con un’azione globale di tutti gli attori sociali della vita di quest’Isola bella e meritevole del meglio”.
 
Sono dieci le domande che abbiamo voluto porre al nuovo Dirigente scolastico dell’Istituto Onnicomprensivo Statale “Luigi Pirandello” di Lampedusa e Linosa. La dott.ssa Rosanna Genco, da poco arrivata sull’Isola per svolgere il suo incarico, ci accoglie con un prezioso sorriso e da subito notiamo come la sua predisposizione alla collaborazione e la sua volontà di voler lavorare nel tessuto scolastico isolano siano contagiose.
 
Buongiorno, preside e benvenuta: perché Lampedusa?
“L’isola di Lampedusa, nel percorso lavorativo, è stata una mia scelta, perché professionalmente mi allettava l’idea di potermi mettere in gioco in un Comune che ha delle caratteristiche molto diverse da qualsiasi città della Sicilia e quindi per poter spendere la mia esperienza professionale, maturata in altri contesti scolastici e ambientali, in questo luogo splendido, anche dal punto di vista paesaggistico. Del resto, sono stata qui qualche altra volta durante la primavera ed ho trovato anche la condivisione dei miei familiari, quindi abbiamo fatto una scelta che, oltre ad essere professionale, è scelta di vita, a misura d’uomo in un contesto anch’esso abbastanza pieno di novità”.
 
Si tratta di un periodo breve oppure vorrà soffermarsi più a lungo?
“Oggi, giustamente, non posso prevedere il futuro, ma presumo di rimanere un bel po’.
 
La situazione strutturale, però, le ha dato un pessimo benvenuto: qual è la condizione dei due plessi chiusi?
“Molte problematiche si affrontano anche altrove, in altre città della Sicilia: i doppi turni li ho affrontati in altri contesti, le problematiche strutturali e la mancanza di scuole adeguate sono difficoltà molto diffuse; i problemi inerenti alla poca stabilità dei docenti, invece, sono una caratteristica di Lampedusa come delle altre isole”.
 
In che modo pensate di tamponare quest’emergenza?
“In questo le devo dire che sto ricevendo molto aiuto dalla Amministrazione locale: ho trovato un sindaco pronto a recepire i problemi della scuola; ovviamente, nessuno ha la bacchetta magica e quindi ci vorranno dei tempi e anche la collaborazione delle famiglie per far sì che la scuola possa lavorare al meglio e che gli alunni diano i loro risultati nel processo di crescita. Ci vorrà molta buona volontà in più, perché i locali che noi abbiamo a disposizione per gli alunni sono ormai pochi. Cercheremo di seguire i bambini piccoli, che comunque già stanno abbastanza bene, perché sia nella scuola dell’infanzia che nella scuola primaria la situazione è nella norma; i ragazzi della scuola media saranno quest’anno quelli un pò penalizzati, proprio per la chiusura del plesso di via Enna, ma con il pieno supporto professionale dei docenti proveremo a rendere le loro attività didattiche più piacevoli possibile e soprattutto più proficue per la loro crescita e maturazione”.
 
Lei raccoglie un’eredità pesante, quella della dott.ssa Maria Angela Marramaldo, che ha dato un nuovo volto a questa scuola (tantissimi laboratori, progetti che hanno coinvolto tutte le fasce d’età, LIM, viaggi didattico - culturali, ecc.): che ne pensa?
“Il grande lavoro che ha fatto la mia collega, negli anni precedenti, sicuramente ha dato degli impulsi diversi rispetto a quello che era stato prima quest’Istituto. Certamente, oggi, la tecnologia fa parte della scuola, così come della vita di ogni giorno e cercheremo di continuare su questa strada, con l’utilizzo delle attrezzature che ci sono e provvedendo alla sostituzione di quelle che man mano diventano obsolete. Sono convinta che gran parte di quelle che sono state acquistate 5/6 anni fa, quando la mia collega ha iniziato l’opera di informatizzazione di quest’Istituto, ora ha bisogno di essere sostituita perché è materiale che perde di valore, lo sappiamo, da un giorno all’altro”.
 
In che modo?
“Sia utilizzando i Fondi Strutturali Europei, che sfruttando tutte le possibilità che la scuola ci offre, cercherò di continuare quel cammino di apertura verso il territorio, verso il contesto socio-culturale, cercando di sfruttare le potenzialità di quest’Isola; infatti uno dei proponimenti è quello di poter avere un’altra tipologia di scuola superiore, dato che una delle grosse carenze di questo Istituto è di possedere soltanto un Liceo scientifico, ottimo indirizzo, ma che si presenta restrittivo nei confronti di una popolazione scolastica che potrebbe anche avere altre ambizioni e altre aspirazioni nella vita. L’impegno sarà rivolto nel cercare di potenziare gli indirizzi di scuola secondaria superiore; questo non può essere realizzato da soli, ma ci vuole anche l’assenso del Ministero, della Provincia e delle varie istituzioni in genere: ecco, questo sarà uno degli obiettivi principali da perseguire”.
 
Non pensa che Linosa meriti un’attenzione molto più forte da parte delle istituzioni? Lei ha qualche progetto a proposito?
“Per quanto riguarda Linosa, che purtroppo i tanti e gravosi impegni iniziali non mi hanno permesso di raggiungere (lo farò in questo mese di ottobre), penso che il sistema delle videoconferenze debba continuare ad essere attivato per le scuole superiori, perché è l’unico modo per potere dare a questi ragazzi la possibilità di non allontanarsi per frequentare le scuole. Per quest’anno mi sono già interessata e ho avuto modo con la professoressa Alletto, responsabile da tantissimi anni della scuola di Linosa, di constatare che non ci sono alunni che hanno fatto l’iscrizione al nostro Liceo e quindi le video conferenze, che l’anno scorso hanno agevolato tantissimo il processo di istruzione di questi alunni, per quest’anno saranno sospese; però ci impegniamo  affinché i 7/8 alunni di scuola media, che quest’anno finiranno la terza classe, rimangano a Linosa e possano fare quest’esperienza della videoconferenza che, anche se non ha la stessa caratteristica della scuola con il professore presente in classe, può dare molto agli alunni per un sistema che funzioni veramente”.
 
Rivedremo i Pon, che hanno dato così tanto agli alunni e al territorio?
“I Pon saranno riproposti per quello che ci propongono, scusandomi per il gioco di parole. È la scuola che risponde alla progettualità, però se il Ministero e i Fondi Strutturali Europei non propongono nuove annualità, evidentemente non dipende più da noi, purtroppo. Guardi, cercheremo di rispondere a tutte le possibilità che diano attenzione ai locali (con questi fondi si possono migliorare le strutture esistenti) e che diano la possibilità al personale – anche esterno alla scuola – di potersi proporre, per dare, attraverso i Pon, una sorta di aiuto collaterale a quella che è la didattica, anche perché, in fin dei conti, la ricaduta è sempre sugli alunni e sul contesto”.
 
Un’altra nota positiva in questi anni è stata la Scuola Primavera: quest’anno sarà ancora a servizio delle famiglie lampedusane?
“Sulla Sezione Primavera, ad oggi non posso dare una risposta positiva, perché con il Comune abbiamo individuato un locale idoneo, ma ci siamo dovuti fermare in quanto i fondi che sono rimasti nel programma annuale non sono sufficienti per iniziare con questa attività e quindi aspetteremo i nuovi fondi ministeriali: non appena avremo comunicazioni di questa erogazione ci metteremo subito all’opera, perché siamo noi come scuola a dover emanare dei bandi per il reclutamento del personale. Del resto, gli alunni ci sarebbero (i bambini piccoli non mancano), ma non c’è il budget necessario per poter avviare i bandi per il reclutamento del personale che deve accudire i bambini e anche per l’insegnamento (occorrono sia insegnanti che assistenti)”.
 
Qual è il suo sogno per questa scuola?
“Il mio sogno per questa scuola è di vedere dei locali che siano più consoni ad accogliere gli alunni, perché purtroppo anche i locali del Liceo scientifico hanno bisogno di una ristrutturazione (più esterna che interna); sì, sogno di vedere dei locali splendidi, puliti, dove i ragazzi possano essere accolti come si deve. Ritengo che il personale docente è formato da risorse umane che sanno spendersi nell’ambito della scuola, anche se non c’è buona continuità, tutti sono animati da grande voglia e quindi il loro impegno nella scuola è evidente.
Io credo nella scuola e sono qui per questo: invito tutti a credere in me e nel personale che lavora in questa scuola e soprattutto di collaborare, perché la comunità scolastica non può affrontare i problemi da sola, bensì con un’azione globale di tutti gli attori sociali della vita di quest’Isola bella e meritevole del meglio”.
Grazie e buon lavoro!
(Antonino Maggiore, con la collaborazione di Alessandro Cordaro)