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Guidati dallo Spirito Santo, verso la dedicazione del tempio   versione testuale
Articolo di Giuseppa Calabrese - catechista parrocchia “S. Gerlando”
(22 maggio 2012) - Una settimana particolare quella che Lampedusa si appresta a vivere in vista della cerimonia di Dedicazione della chiesa di San Gerlando e del nuovo altare, che avverrà giovedì 24 maggio. Un appuntamento atteso dalla comunità, che verrà celebrato dal Pastore della Chiesa agrigentina, Mons. Francesco Montenegro. Per l’occasione, diversamente da quanto avvenuto in queste settimane, pubblicheremo un primo contributo, scritto dalla catechista Pina Calabrese, in cui si racconta come l’Isola sta vivendo i giorni di attesa, ed uno successivo alla celebrazione.
Proseguono freneticamente i lavori di restauro della chiesa “San Gerlando” di Lampedusa e fervono i preparativi per la sua dedicazione, in programma giovedì 24 maggio, giorno in cui ricorre la festa di Maria SS. Ausiliatrice. Una celebrazione che sarà presieduta dall’arcivescovo Mons. Francesco Montenegro, che la comunità lampedusana attende con ansia. Gli ultimi interventi di restauro della chiesa risalgono al 1997-1999, anni in cui Padre Giuseppe Policardi, ex parroco dell’Isola e punto di riferimento per tutti gli isolani, cominciò ad accusare gli effetti della malattia che lo condusse alla morte prima che i lavori fossero completati. I suoi funerali, infatti, si svolsero nel Santuario della Beata Vergine di Porto Salvo, patrona dell’Isola.
Gli interventi che stanno per essere ultimati sono stati compiuti nel miglior modo possibile, nel rispetto dei criteri e delle norme previste per gli edifici sacri. L’altare, l’ambone ed il tabernacolo vedono un connubio tra tradizione e modernità, grazie al recupero dei marmi antichi ed all’utilizzo di quelli nuovi. Le pareti, i cui colori tenui beneficiano del contrasto con i toni più accesi delle nicchie, creano un’atmosfera di calore, di calma, di accoglienza del Mistero che si andrà a celebrare e a vivere. Il nuovo altare, inoltre, ospiterà le reliquie di San Giuseppe Maria Tomasi di Lampedusa. Nell’imminenza del grande evento, viviamo questi giorni come i preparativi di un matrimonio: stiamo preparando la Sposa per lo Sposo celeste. Occorre preparare la liturgia, con il coro, i canti, i libretti, i paramenti e l’arredo sacro, senza tralasciare le faccende più pratiche, come le pulizie, gli inviti e l’accoglienza degli ospiti. Il nostro parroco, Don Stefano Nastasi, ha felicemente pensato di invitare parroci e vice-parroci che si sono avvicendati negli ultimi vent’anni alla guida della nostra comunità parrocchiale.
È bello vedere come tutti, ognuno per il ruolo che gli compete, partecipi alla preparazione di un evento che porta con sé l’atmosfera della festa. È quella festa del cuore che racchiude sentimenti di gioia, di speranza, che si aggrappa al desiderio di cambiamento, di una novità cui ciascuno di noi anela. Quel desiderio che è attesa di venir fuori, di sbocciare e che aspetta di sentirsi dire: “Ecco faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?” (Is 43,19). Questa novità può venire fuori e realizzarsi solo da cuori rinati, riappacificati, purificati dall’acqua sgorgata dal tempio. Tempio non costruito da mani d’uomo, ma dalla Pietra viva, angolare, scelta e preziosa, alla quale ci stringiamo come pietre vive per la costruzione dell’edificio santo. Ci prepariamo spiritualmente all’evento con l’invocazione incessante allo Spirito Santo, anche recitando la novena in vista della solennità di Pentecoste. Lo Spirito Santo accompagna il cammino del popolo di Lampedusa fino alle porte della casa di Dio e insieme al suo Pastore ne varcherà la soglia per lodare il nome del Signore.
(Giuseppa Calabrese - catechista parrocchia “S. Gerlando”)