(15 marzo 2012) - Mi chiamo Vincenza, ho 16 anni, sono una studentessa lampedusana e frequento il liceo classico europeo a Verona. Amo profondamente la mia magica Isola, ma per garantirmi un futuro migliore, appena due anni fa, a 14 anni, ho deciso di lasciare famiglia, amici, casa e tutto ciò che mi era più caro, per avventurarmi in un mondo che non conoscevo. All’inizio è stato difficile affrontare quello che mi stava accadendo, una nuova vita, una nuova scuola, una nuova realtà a cui mi sentivo completamente estranea ma che poco a poco è entrata a far parte di me stessa. Nei primi tempi la nostalgia non mi lasciava tregua e ancora oggi la domanda che spesso mi faccio è: “Perché non sei rimasta a casa?”
Mi fermo a riflettere e la risposta la trovo, purtroppo, nelle mancate opportunità che Lampedusa offre, cominciando proprio dalla scuola. Ormai siamo in tanti a vivere lontani da casa, ma tutti sentiamo il bisogno di tornare. Verona è una bellissima città, grande, comoda, sicura… una sorta di “full-optional”! A Verona non manca niente, ma io non potrei immaginare la mia vita senza l'“isoletta” in cui sono cresciuta. Ecco perché, ogni volta che mi è possibile, vi faccio ritorno. Spesso mi capita di confrontarmi con persone che pensano che io disprezzi la mia terra, ma non è assolutamente così, anzi, se avessi avuto la possibilità di scegliere anche il liceo classico, molto probabilmente non sarei andata via. Sono ben consapevole delle occasioni che potrò avere a Verona, ma nonostante i disagi, i problemi e le difficoltà che la contraddistinguo, amo Lampedusa più di qualsiasi altra cosa: non solo per il mare, per la spiaggia o per la natura, non solo per l’accoglienza di chi ci vive, ma perché Lampedusa è stata palcoscenico di tutti i momenti più importanti e più belli vissuti fino ad oggi. Il mio cammino però deve proseguire e ciò non può che avvenire lontano da lì.
Terminata la scuola è possibile che lasci anche Verona per trasferirmi in un’altra città, perché è così che siamo noi ragazzi lampedusani, eternamente alla ricerca di un luogo di riscatto, dove poter avere la possibilità di realizzarci visto che la nostra terra questa possibilità non può darcela. Eppure dentro di me so che un giorno a casa ci tornerò, magari con un lavoro che mi permetta anche di dare una mano alla gente della mia comunità. Se dovessi avere dei figli mi auguro che possano crescere, così come è stato per me, nel posto che amo di più al mondo. Non so cosa mi riserverà il futuro, ma so per certo che quel piccolo scoglio non abbandonerà mai il mio cuore.
(Vincenza Maggiore – studentessa Lampedusa “emigrata”)