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 Sussidio Avvento-Natale 2011 - Natale del Signore, 25 dicembre - Proposta musicale dal Repertorio Nazionale 
Proposta musicale dal Repertorio Nazionale   versione testuale
È nato un bimbo in Betlehem (RN 67)
 
Testo: S. Albisetti
Musica: melodia tradizionale sec. XIV
Fonte: Edizioni Carrara, LDC
Uso: Liturgia della Parola, Comunione
Forma musicale: inno e ritornello
 
 
1.    E’ nato un bimbo in Betlehem, alleluia,
e l’universo giubila, alleluia, alleluia.
 
Rit. Insieme agli angeli adoriamo il Redentore con lieto cantico.
 
2.    Il Figlio dell’Altissimo, alleluia,
è nato dalla Vergine, alleluia, alleluia.
 
3.    Pastori e Re contemplano, alleluia,
il Salvator degli uomini, alleluia, alleluia.
 
4.    I popoli si allietino, alleluia,
al Verbo eterno plaudano, alleluia, alleluia.
 
5.    O Trinità santissima, alleluia,
sia gloria a te nei secoli, alleluia, alleluia.
 
 
Il testo
 
Siamo dinanzi alla traduzione italiana del ben noto “Puer natus in Betlehem”, composizione in quattordici strofe scritte, quasi certamente, come tropo del Benedicamus Domino un’amplificazione poetica e melodica del saluto conclusivo al termine di un’Ora dell’ufficio quotidiano. Solitamente si trattava di un augurio, una benedizione, una preghiera, sempre nello spirito del congedo conclusivo.
Benché le antiche assonanze (nei distici delle strofe latine) siano andate perdute, la versione italiana presenta i medesimi contenuti e mantiene lo stile intimo e familiare della narrazione.
Il ritornello ci offre la chiave di lettura dell’intero testo: il credente è invitato ad unirsi all’immenso coro degli angeli per contemplare e adorare il mistero del Dio fatto uomo. Sembra di avere dinanzi lo scenario della visione «Allora tutti gli angeli che stavano intorno al trono e i vegliardi e i quattro esseri viventi, si inchinarono profondamente con la faccia davanti al trono e adorarono Dio dicendo: “Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen”» (Ap 7,11-12).
Le prime tre strofe presentano un carattere eminentemente descrittivo e fanno da eco ai racconti dell’annunzio ai pastori (Lc 2,8-11) e dell’adorazione da parte dei Magi (Mt 2,1-12).
La quarta strofa, sullo sfondo del gioioso annuncio ai pastori, è un’esortazione alla gioia per l’inestimabile dono ricevuto attraverso l’incarnazione del Figlio di Dio. Infine, l’ultima strofa, com’è consuetudine nell’innografia cristiana, costituisce una dossologia conclusiva alla Trinità.
 
 
La musica
 
La linea melodica “libera”, non misurata e ancora modale, ci consente di collocare il nostro pezzo nel cosiddetto repertorio gregoriano che, come indicato al n. 116 di Sacrosanctum Concilium, è bene conservare e tramandare. La forza evocativa e suggestiva del canto è data dalla estrema semplicità melodica e dal dinamismo che la forma musicale esprime: strofa narrativa costituita da due frasi semplici (A-B) intercalate dagli Alleluia, che esplodono nel ritornello acclamatorio. Bene si applicano a questa musica le caratteristiche che Edmund Bishop individua per descrivere il rito romano: sobrietà, buon senso e - mi permetto di aggiungere - gusto assai raffinato.
 
 
Quando e come utilizzarlo
 
È un canto del Tempo di Natale che si presta a molteplici usi. Durante la Liturgia delle Ore può essere utilizzato come Invitatorio (il ritornello ben esprime questa funzione) ma anche in luogo del Responsorio breve delle Lodi o dei Vespri. Nelle Celebrazioni della Parola (o anche durante la Liturgia della Parola nella Messa) potrebbe essere eseguito dopo la proclamazione del Vangelo, come riverbero dell’annuncio di salvezza. All’interno della Celebrazione Eucaristica, in analogia alla funzione primitiva di canto prima del congedo, sarebbe ottimo come canto dopo la comunione. Le possibilità esecutive sono altresì varie. Propongo la più ricca e partecipata: per evitare l’appiattimento dato dal tutto cantato da tutti, suggerisco di prevedere l’intervento di due solisti: un uomo per la frase A (“È nato un bimbo…”) e una donna per la frase B (“e l’universo…”). Oppure, vista l’estrema semplicità e l’accessibile estensione vocale, le strofe potranno essere affidate ad un coretto di voci bianche. La schola risponde con gli Alleluia mentre il ritornello è cantato da tutta l’assemblea. Prestare attenzione alla fluidità del canto evitando di imbrigliarlo nel mensuralismo, avendo cura di rispettarne la dinamica secondo il crescendo previsto dalla melodia stessa. L’organo potrà arricchire l’esecuzione con un preludio e degli interludi dopo i vari ritornelli.