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 Sussidio Avvento-Natale 2011 - Epifania del Signore, 6 gennaio - Suggerimenti per la Catechesi dell'I.C. dei fanciulli e dei ragazzi 
Suggerimenti per la Catechesi dell'I.C. dei fanciulli e dei ragazzi   versione testuale
“Con questa rivelazione infatti Dio invisibile nel suo immenso amore parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con essi, per invitarli e ammetterli alla comunione con sé. Questa economia della rivelazione avviene con eventi e parole intimamente connessi tra loro, in modo che le opere, compiute da Dio nella storia della salvezza, manifestano e rafforzano la dottrina e le realtà significate dalle parole, e le parole dichiarano le opere e chiariscono il mistero in esse contenuto” (Dei verbum, n.2).
La catechesi, al servizio della Rivelazione, la riprende e la rende significativa per l’uomo d’oggi prolungandone l’offerta di un itinerario di senso per gli uomini e le donne di ogni tempo.  Il Rinnovamento della catechesi osserva: “la via ordinaria che porta alla fede resta sempre quella indicata dall’Apostolo: la fede dipende dall’udire la predicazione, ma questa a sua volta dalla parola di Cristo (Rm 10,17)” (RdC, 20).
 Questo orientamento è profondamente vero, tanto che la catechesi è stata segnata pedagogicamente prevalentemente dall’educare l’atteggiamento dell’ascolto, generando metodologie e didattiche funzionali ad una dimensione cognitiva della fede. Oggi alla luce di sollecitazioni culturali con le quali la catechesi è chiamata a confrontarsi, occorre rivisitarne le prospettive. La Bibbia stessa offre stimoli e vie affascinanti. Oltre al già menzionato verbo “ascoltare”, essa propone altri due verbi della fede: vedere e ricordare.
Caratteristica della dimensione soggettiva della fede è l’ascolto, che è l’atteggiamento attivo della persona e del popolo dinanzi a Dio che si rivela gradualmente nella parola (cf Rm 10,17). L’ascolto vero produce delle trasformazioni: dall’egoismo all’amore. Cioè mette l’uomo in condizione di uscire da sé per andare incontro all’Altro e agli altri. L’ascolto diventa obbedienza, non nel senso morale ma nella capacità di accogliere una parola che dà vita. L’uomo è un essere che ascolta fin dal grembo materno. È dall’ascolto che inizia una crescita ben fondata e solida: il non sapere ascoltare significa non sapere parlare, non sapere comunicare, non sapere instaurare vere relazioni. Ma se il mondo di oggi è dominato dal vedere, che porta immediatezza, esteriorità, superficialità, cioè elementi che generano sensazioni superficiali ed epidermiche non propriamente profonde, all’ascolto occorre accostare il vedere. Cioè, è necessario generare un ascolto che generi un vedere. Un vedere trascendente, aiutando l’uomo e la donna di oggi a porsi davanti a quel Dio che si è reso visibile aprendosi per primo all’uomo. Il “venite e vedrete” di Gv 1,39 è ancora oggi l’invito fondamentale a sperimentare un’esperienza di vita cristiana. Tra il presente (venite) e il futuro (vedrete) si apre uno spazio dove sostare, camminare e crescere. Concretamente generare luoghi e linguaggi dove è possibile vedere l’umanità nuova rigenerata dalla presenza del Cristo. Ma la Bibbia, ascoltata e vista, deve aiutare il ricordare. La memoria intesa come sintesi della rivelazione, che rende presente il passato per aiutare la comprensione del futuro e ricostruire la propria identità di persona amata dal Dio che si è rivelato.
Rifondare il rapporto Bibbia - iniziazione cristiana, declinando i tre verbi della fede ascoltare, vedere e ricordare può rappresentare quella via capace di formulare una proposta meglio capace di affrontare alcuni atteggiamenti che caratterizzano la situazione dell’uomo contemporaneo, e che radicato nell’essere creatura vecchia, gli impediscono un’apertura vera al Dio che si comunica.
 
 
Suggerimenti per il catechista
 
-    suscitare il desiderio di rileggere la propria esperienza credente.
-    Promuovere iniziative per chi sta cercando Dio.
 
Parola chiave: vedere e ricordare
 
CdA, La Verità vi farà liberi, nn. 609-632