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"Mai nate"   versione testuale
Un libro inchiesta che lancia l’allarme sulla discriminazione alla nascita delle bambine tra gli immigrati cinesi e indiani
(14 novembre 2011) - La politica del “figlio unico” anche in Italia per gli immigrati cinesi e indiani. È quanto denuncia il libro inchiesta Mai Nate di Anna Meldolesi, biologa e giornalista scientifica, edito per Mondadori ed in libreria dal prossimo 15 novembre.
Il libro, per la prima volta, lancia un campanello d’allarme anche per l’Italia, dove nelle due comunità di immigrati si registrano “preoccupanti anomalie per quanto riguarda il sesso dei nuovi nati”. Nel mondo, citando uno studio del Nobel per l’economia Amartya Sen, le bambine trascurate a morte, uccise o mai nate rappresentano una voragine demografica paragonabile a quella che si otterrebbe svuotando di colpo della loro popolazione femminile Italia, Francia e Germania, e lasciando in giro solo i maschi, circa 100 milioni di donne.
L’autrice del volume ricostruisce il profilo mutevole di questo fenomeno, che nel corso del tempo ha interessato strati sociali diversi e sta spostando il proprio baricentro geografico, dalla Cina del figlio unico all’India patriarcale, arrivando a lambire – con le migrazioni – anche i Paesi occidentali.
Scientificamente, il rapporto naturale tra i sessi alla nascita (sex ratio) è in media di 105 maschi ogni 100 femmine. Ma in alcune regioni del mondo, e purtroppo non più solo in Cina e in India ma anche in Corea del Sud, nel Caucaso, perfino in Albania, questa proporzione è innaturalmente stravolta: in buona parte della Cina raggiunge i 120 maschi per 100 femmine, e così anche nell’India nordoccidentale (soprattutto il Punjab, zona da cui proviene la gran parte degli immigrati indiani in Italia).
Dove sono dunque finite le bambine mancanti, le “missing girls”? Se nei Paesi di origine, fino a qualche tempo fa, erano soppresse con l’infanticidio, cioè dopo la nascita, attualmente, con le tecniche sempre più raffinate per la diagnosi prenatale del sesso, amniocentesi ed ecografia, e all’ interruzione assistita della gravidanza, il nuovo sistema di selezione di massa è l’aborto.
Nonostante le statistiche a disposizione siano ancora scarse (il libro fa riferimento ai dati Istat degli ultimi quattro anni), la tendenza emerge in maniera preoccupante anche in Italia. Dove per ogni 100 neonate cinesi si sono stati 109 maschi. Percentuale alta, ma non altissima, rispetto alla norma di 105. Se però si considerano solo le nascite dei terzogeniti e dei figli successivi, si scopre che la sex ratio sale fino a 119.
Per l’autrice si tratta del classico schema che si associa all’aborto selettivo: le famiglie lasciano al caso il primo figlio, e forse anche il secondo; ma dal terzo in poi non corrono più rischi se il maschio non è arrivato. Peggiori sono i dati della comunità indiana: 116 maschi ogni 100 femmine, e addirittura 137 dal terzogenito in su.
Un allarme, quello dell’autrice, non unico nel panorama europeo se anche il Consiglio d’Europa ha emanato una risoluzione che invita gli Stati membri a monitorare, sorvegliare e se del caso anche legiferare, vietando per esempio ai medici di dare informazioni sul sesso del nascituro quando si sospetta che possa essere causa di interruzione della gravidanza.
(Al. Col.)