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Salviamo il Museo dell'emigrazione italiana   versione testuale
Lo stanziamento una tantum ha coperto la realizzazione ed il funzionamento del Museo sino a fine 2011

(8 novembre 2011) - Si è svolta questa mattina a Roma, presso la Camera dei Deputati, una conferenza stampa per sottolineare l’importanza del  Museo dell’Emigrazione Italiana (MEI)  che rischia di chiudere.
Per l’occasione è stata presentata una proposta di legge da parte del deputato eletto all’estero Franco Narducci. Nell’introduzione alla proposta si ricorda che “lo stanziamento una tantum ha coperto la realizzazione ed il funzionamento del Museo sino a fine 2011, in assenza di ulteriori provvedimenti legislativi, volti a garantire il funzionamento del MEI negli anni a venire, si rischia la chiusura e lo smantellamento di quanto realizzato, con importante impegno intellettuale e notevole onere economico, solo due anni fa”.
Alla conferenza stampa è intervenuto anche mons. Gian Carlo Perego, Direttore generale della Fondazione Migrantes sottolineando che è “indubbio che la nostra storia contemporanea dell’Italia è segnata, sul piano popolare e sociale, da una ‘grande avventura’ che è quella dell’emigrazione. Un’altra Italia – ha detto – ‘l’Italia figlia’,  ha attraversato i mari e gli oceani, le alpi e ha raggiunto 190 Paesi del mondo”.
Trenta milioni di italiani hanno lasciato le nostre terre e sono partiti, generando un popolo di 60 milioni di persone. E’ una storia quella dell’emigrazione che interessa, ancora oggi con 4 milioni di persone, l’Italia dal Nord al Sud, che ha unito l’Italia nel mondo. “E’ una storia giovanile – ha aggiunto il Direttore della Migrantes - anche minorile, di uomini e donne, di lavoratori e studenti, di persone e famiglie.
E’ una storia di sofferenze e di successi, di morte e di vita. E’ una storia che il Museo dell’emigrazione nella Capitale, a Roma, ha ricostruito e rappresentato, aiutando a leggere la storia italiana dalla parte dei poveri, dei disoccupati, degli emigrati di ieri e di oggi, delle migrazioni che continuano. Perdere questo ‘luogo di memoria’ significa perdere un luogo del racconto della storia italiana, un luogo educativo per gli studenti, i giovani, un ‘luogo di verità’ della nostra storia, un luogo di discernimento anche della nuova stagione immigratoria, un luogo politico, per pensare ‘la città dell’uomo’ sui fatti”.
“Salvare il Museo dell’emigrazione è salvare un tassello importante nel ricco e variegato percorso museale italiano, non privandolo di un luogo simbolico della storia economica, sociale, culturale, religiosa e politica italiana.
Per queste ragioni, come Migrantes ci sentiamo di sostenere la continuità dell’esperienza di questo Museo dell’emigrazione italiana a Roma, inaugurato dal Presidente della Repubblica il 23 ottobre 2009, che, insieme ad altri, ma più di altri per la sua collocazione, mette al centro della Capitale, di Roma e in un suo luogo simbolico, il Vittoriano, una delle esperienze più originali, diffuse e popolari della storia italiana, l’emigrazione, ma richiama uno dei drammi attuali: l’esodo di 200 milioni di persone nel mondo, che alla ricerca di una situazione di vita migliore per sè e per la propria famiglia oggi hanno lasciato la propria casa, il proprio Paese”.
 
Questo museo di recente creazione si propone di presentare la varietà delle esperienze migratorie su scala regionale e locale, offrendo così un’opportunità di riflessione sulla storia, l’attualità ed il futuro dell’essere e del sentirsi italiani.
Lo spazio espositivo propone un percorso che parte dalle origini dell’emigrazione italiana, prosegue con l’emigrazione di massa (1876-1915), l’emigrazione fra le due guerre (1916-1945), l’emigrazione nel secondo dopoguerra (1946-1976) ed un’ultima parte dedicata agli Italiani nel mondo. Mondo in Italia (dal 1977 ad oggi).
 
 
Complesso Monumentale del Vittoriano - Sala Gipsoteca
Piazza dell'Ara Coeli,1
tel. 06.69202049