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Papa Benedetto XVI affiderà l'Italia alla Madonna in occasione del 150° anniversario dell'unità nazionale   versione testuale
26 maggio 2011, Basilica di Santa Maria Maggiore - Roma







Il Santo Padre affiderà l’Italia alla Madonna in occasione del 150° anniversario dell’unità della Nazione: accogliendo l’invito del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, Benedetto XVI presiederà la recita del Rosario giovedì 26 maggio alle ore 17,30 insieme ai vescovi italiani riuniti in assemblea generale. L’annuncio è giunto da un comunicato della Prefettura della Casa Pontificia sottolineando che «con tale preghiera i vescovi italiani intendono ribadire il vincolo particolare con l’Italia, rinnovandone l’affidamento alla Vergine Madre nel 150° dell’unità politica del Paese».
La preghiera del Santo Padre, insieme ai vescovi, si pone in continuità con la lettera indirizzata da Benedetto XVI al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il 17 marzo, giorno della celebrazione dei 150 anni dell’unità d’Italia: «l’identità nazionale degli italiani, così fortemente radicata nelle tradizioni cattoliche, costituì in verità la base più solida della conquistata unità politica». Quello stesso giorno, nella basilica di Santa Maria degli angeli, il santo Padre celebrò una Messa in occasione della ricorrenza dei 150 anni. Durante l’omelia, la testimonianza del Papa, come sottolineato dallo stesso Bagnasco nella sua prolusione all’ultima riunione del Consiglio permanente della Cei, si legava anche all’intenzione di «raccogliere le intenzioni dei credenti e, in un certo senso, dell’intero Paese, portando all’Altare il pentimento per i nostri peccati, i nostri ritardi, le nostre omissioni». Inoltre, il presidente della Cei ribadì che «la nostra Conferenza ha voluto per tempo esprimere la convinta e responsabile partecipazione della comunità ecclesiale all’evento del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, e ciò in spirito di leale collaborazione per la promozione dell’uomo e il bene del Paese tutto».
E ciò perché «come vescovi sentivamo il dovere di dare pubblica attestazione del sentimento genuino e forte che lega la Chiesa, da duemila anni pellegrina su questo territorio, alla collettività italiana e alla forma statuale e nazionale che essa ha voluto darsi a un certo punto della sua storia». Se dunque la Messa del 17 marzo non è stata «un gesto di concordismo vago e sfuocato», bensì «la nostra offerta di grazie per la vocazione singolare che il Signore Iddio, nella sua provvidenza, ha inteso assegnare a questa terra benedetta e per i talenti elargiti alla Nazione nell’intero arco della storia» -prosegue il cardinal Bagnasco- il prossimo appuntamento sarà un’ulteriore occasione per ribadire una volta di più l’impegno già espresso «servire l’Italia, e a amarla nel disinteresse di parte e secondo l’esclusiva ottica del vero bene comune».
 
(di Ilaria Piacentini)
 
 
Il Papa con i Vescovi per l'Italia
Sotto il manto della Vergine   
 
“L’Italia può essere orgogliosa della presenza e dell’azione della Chiesa”. Con queste parole Benedetto XVI è intervenuto nella Basilica di S. Maria Maggiore giovedì 26, dove  l’Assemblea Generale della CEI ha vissuto il suo momento più alto. “L’occasione di questo incontro di preghiera mariana è impreziosito dalla ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia – ha detto il Cardinale Presidente, salutando il Santo Padre – e spinge tutti ad elevare a Dio un inno di ringraziamento per l’epilogo di un cammino che ha condotto il nostro Paese all’attuale configurazione, dopo una lunga stagione di incubazione culturale e sociale, dove l’elemento del cattolicesimo ha avuto obiettivamente un ruolo preponderante”.
E ha aggiunto: “Vogliamo di nuovo attingere alle sorgenti della fede cristiana ed avviare una nuova stagione di impegno educativo, consapevoli che solo così si costruisce su solide basi il futuro della nostra amata Patria.
(dalla Cei)