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Dall'Africa 2 milioni di persone ogni anno in Europa   versione testuale
Da una ricerca del CNEL

(11 maggio 2011) -  Da oggi e fino al 2050 si stima che in Europa migreranno ogni anno 1,5-2 milioni di persone provenienti dall'Africa.
Ma, secondo il responsabile del comitato Immigrazione del Cnel, Giulio Alessandrini, questa prospettiva «non ci deve allarmare, è importante mettere in campo politiche che qualifichino la migrazione, che non siano frutto di improvvisazione e che siano innestate dentro la politica estera».
In occasione della presentazione della ricerca "Le prospettive delle dinamiche migratorie sud-nord, in particolare dal continente africano verso il Mediterraneo, determinate da fattori demografici ed economici", oggi al Cnel, Alessandrini ha osservato che il fenomeno migratorio che ha interessato l'Italia in questi ultimi mesi ha una dimensione europea, anche se «l'Ue non ha dato un bello spettacolo. È urgente una visione più strategica e complessiva del fenomeno» a livello comunitario.
Secondo la ricerca, da oggi e fino al 2050 la popolazione europea continuerà a diminuire (passando da 733 a 691 milioni di abitanti) e quella del Nord Africa e dell'Africa subsahariana, nonostante le migrazioni correnti, continuerà ad aumentare (da 213 a 321 milioni nel primo caso, da 863 milioni a 1,7 miliardi nel secondo). In Africa, la popolazione in età lavorativa aumenterà di 725 milioni fino al 2050, mentre in Europa diminuirà di 103 milioni di unità: all'Africa servirebbero 508 milioni di posti di lavoro in più entro quella data.
«Le migrazioni internazionali - si legge nella ricerca – pur necessarie e convenienti, non sono in grado di risolvere i problemi e le miserie della regione euro-africana. Ma nel breve-medio periodo bisognerà trovare strumenti specifici di governo: a livello nazionale si dovrà tornare ad avere un vice presidente del Consiglio con delega alle migrazioni; a livello comunitario e nazionale di dovrà pensare a migrazioni temporanee e rotatorie per superare l'asimmetria tra Europa (a cui servono milioni di immigrati) e Africa (a cui servono miliardi di emigrati). Infine sarà fondamentale potenziare e favorire lo sviluppo dell'Unione euro-mediterranea».
«Il grosso dei potenziali immigrati - spiega Alessandrini - arriverà dalla zona subsahariana. Tenendo presente questa forte spinta verso il Mediterraneo, il punto vero è che gli eventi del nord Africa e questa prospettiva sempre più incombente dell'immigrazione spazzano via tutti i nostri ragionamenti sulla strutturalità dell'immigrazione. C'è stata una politica d'immigrazione centrata sul "breve respiro", cioè tutta collegata all'emergenza, con l'ossessione dei clandestini e la preoccupazione alla sicurezza, ma in realtà il tema vero dell'immigrazione ha ben altre dimensioni», che saranno determinate da problemi economici e demografici. (Il Sole24Ore)