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Il digiuno Quaresimale   versione testuale
senso e scopo







 
SENSO E SCOPO DEL DIGIUNO QUARESIMALE
 
Il digiuno quaresimale ha certamente una dimensione fisica, oltre l'astinenza dal cibo, può comprendere altre forme, come la privazione del fumo, di alcuni divertimenti, della televisione,... Tutto questo però non è ancora la realtà del digiuno; è solo il segno esterno di una realtà interiore; è un rito che deve rivelare un contenuto salvifico, è il sacramento del santo digiuno. Il digiuno rituale della Quaresima:
 
·         è segno del nostro vivere la Parola di Dio. Non digiuna veramente chi non sa nutrirsi della Parola di Dio, sull'esempio di Cristo, che disse: "Mio cibo è fare la volontà del Padre";
 
·         è segno della nostra volontà di espiazione: "Non digiuniamo per la Pasqua, né per la croce, ma per i nostri peccati, ... " afferma san Giovanni Crisostomo;
 
·         è segno della nostra astinenza dal peccato: come dice il vescovo sant'Agostino: "Il digiuno veramente grande, quello che impegna tutti gli uomini, è l'astinenza dalle iniquità, dai peccati e dai piaceri illeciti del mondo, ...".
 
In sintesi: la mortificazione del corpo è segno della conversione dello spirito.
 
 
INDICAZIONI PRATICHE DEL DIGIUNO E DELL’ASTINENZA
 
-     il mercoledì delle ceneri e il venerdì santo sono giorni di digiuno dal cibo e di astinenza dalla carne e dai cibi ricercati o costosi.
-      i venerdì di Quaresima sono giorni di astinenza dalla carne e dai cibi ricercati o costosi.
-      negli altri venerdì dell’anno, i fedeli possono sostituire l'astinenza dalla carne con altre opere di carattere penitenziale.
-     al digiuno sono tenuti i fedeli dai diciotto anni compiuti ai sessanta incominciati; all'astinenza dalla carne i fedeli che hanno compiuto i quattordici anni.
-      anche coloro che non sono tenuti all'osservanza del digiuno, i bambini e i ragazzi, vanno formati al genuino senso della penitenza cristiana.
 
 
Più ampie considerazioni nel documento "IL SENSO CRISTIANO DEL DIGIUNO E DELL'ASTINENZA" della Conferenza Episcopale Italiana, 4.10.1994