Sussidio Avvento 2013 - Per la catechesi - 29 dicembre - Santa Famiglia di Gesù 
29 dicembre - Santa Famiglia di Gesù   versione testuale
 
FARE UNITÀ
 
Una sintesi catechistica per i formatori, i catechisti e i presbiteri
 
Ciò che è il tessuto della vita familiare, l’unità, è un valore che non può essere perseguito in modo diretto, ma si realizza in scelte e attenzioni concrete che determinano la vita familiare. Ci lasciamo guidare dalla pericope matteana per contemplare l’unità della famiglia di Nazareth. Poniamo attenzione all’espressione “Egli […] prese il bambino e sua madre” (Mt 2,14); è un verbo che dice accoglienza, la quale rimanda alla comunione che caratterizza l’ambito familiare: prendere con, curarsi, fare spazio nel proprio cuore. La reciprocità del prendere con è il terreno fertile dell’unità familiare, una reciprocità che caratterizza la totalità dei rapporti familiari, siano essi coniugali che genitoriali. L’ambito familiare costruito dalla reciprocità dell’amore è il luogo dove è possibile creare e custodire legami di agape e, quindi, imparare ad amare. Il prendere con sé è la condizione fondamentale per ogni azione compiuta dalla famiglia di Nazareth nel testo di Matteo: Giuseppe prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto; prese con sé ed entrò nella terra di Israele; prese con sé e si ritirò a Nazareth. In definitiva, non si tratta di un’attenzione passeggera o limitata all’entusiasmo del “Si” iniziale, ma è l’esperienza fondamentale della famiglia, è l’evidenza di una relazione permanente, relazione di custodia, di accoglienza dell’altro, che le difficoltà e il tempo non riescono a sgretolare.
 
 
Una catechesi rivolta ai genitori: “Nella famiglia di Nazareth l’unità è condividere”
 
Dalla famiglia di Nazareth impariamo l’attitudine alla condivisione. Condividere con i figli le scelte fondamentali della famiglia, gli avvenimenti che, in modo particolare, segnano la fisionomia della comunità familiare, condividere con il proprio coniuge i passaggi fondamentali della propria vita, è costitutivo per l’unità. Pur nella consapevolezza che ci sono diversi gradi di responsabilità e, quindi, diverse misure di accesso alle verità che caratterizzano la vita della famiglia, eludere completamente la condivisione può costituire uno strappo nel tessuto relazionale attraverso il quale penetra il tarlo della divisione e della discordia. Il Natale, la Santa famiglia di Nazareth, ci donino il coraggio di condividere e di anteporre a tutto l’impegno per l’unità delle nostre famiglie. (Per approfondimenti, cfr. CdA, c. 27 - Sessualità, matrimonio e famiglia. In particolare, i paragrafi 3, 5 e 6). 
 
 
Una catechesi rivolta ai giovani: “Nella famiglia di Nazareth l’unità è responsabilità”
 
La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori (Col 3,16). Costruire da adulti l’unità nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità, significa sentirsi responsabili della crescita di quanti sono all’inizio nel loro cammino di fede, in particolare i bambini e gli adolescenti.
La Parola di Dio è la fonte dell’unità: il compito primo dell’adulto nella fede è accompagnare chi è ai primi passi nel cammino della fede donando, con generosità, la ricchezza della Parola e contribuendo, con una partecipazione responsabile, ad animare comunità in cui la Parola abiti con abbondanza.
Riflettere sulla dimensione partecipativa è avvertire la serietà del richiamo paolino ad ammonirci e istruirci reciprocamente, nella consapevolezza che all’accoglienza della Verità rivelata corrisponde la responsabilità per quanti, per nostra negligenza o superficialità, non sono raggiunti dalla Parola che salva. (Per approfondimenti, cfr. il CdG/2, c. 5, in particolare - Quello che abbiamo visto e udito).
 
 
Una catechesi rivolta ai fanciulli: “Nella famiglia di Nazareth l’unità è collaborazione”
 
Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto (Col 2,20). Con queste parole, Paolo invita all’obbedienza, nella consapevolezza che nelle indicazioni dei genitori è sintetizzato il desiderio di felicità e di bene per noi. Essere responsabili in famiglia vuol dire contribuire all’unità, rispettando i nostri familiari e ottemperando con serietà all’impegno dello studio. Vivere il Natale è, quindi, impegnarci nella responsabilità verso la nostra famiglia, perché non accada che dalla nostra disobbedienza e dai nostri capricci nascano tensioni e dispiaceri. C’è anche un altro aspetto della responsabilità da considerare. Nel nostro si a Gesù collaboriamo all’unità della Sua famiglia, la Chiesa. Scoprendo i nostri talenti siamo chiamati ad impegnarli per contribuire alla bellezza della Chiesa; in tal senso, la responsabilità si esprime nel mettere a servizio degli altri i doni che, crescendo, scopriamo di avere in noi. (Per approfondimenti, cfr. Vi ho chiamato amici, c. 4, - Protagonisti e responsabili).    
 
 
Attività
 
Materiale: l’immagine proposta per la scheda, fogli e penne.
Come: viene distribuita l’immagine stampata a colori e viene chiesto di rispondere a questa domanda: Lasciandoti ispirare dall’immagine, descrivi il dono dell’unità. 
Queste risposte, come le altre delle successive domeniche, abbelliranno un grande albero di Natale posto nella sala in cui si svolge l’incontro.